La prova della Fuji GFX100RF: la fotocamera medio formato si fa compatta

Sensore medio formato di grandi dimensioni, obiettivo fisso F4 da 35mm (equivalente 28mm), design modaiolo, peso sotto i 750g: la nuova GFX 100RF, presentata da Fuji a fine marzo e disponibile in Italia dal 7 aprile, è uno dei più interessanti esperimenti fotografici degli ultimi anni. È una fotocamera che sulla carta non dovrebbe esistere, un vero e proprio coacervo di idiosincrasie e compromessi che invece esiste eccome e, sorpresa, funziona benissimo.

È una fotocamera che nessuno si aspettava di vedere perché semplicemente certe cose nel medio formato “non si fanno”. A partire da quell’obiettivo fisso che la rende una concorrente diretta, come filosofia ma anche come aspetto e presenza, della Leica Q.Fuji del resto ha un piano ben preciso, ormai da anni, ed è convincere i fotografi che i sensori di grandi dimensioni (questo misura 43,9 mm per 32,9 mm) non hanno nulla da invidiare in versatilità al formato pieno, il full-frame della maggior parte delle mirrorless professionali disponibili oggi sul mercato. Il produttore giapponese offre infatti solo due serie: le fotocamere serie X, con sensori APS-C, e la famiglia GFX, cioè le medio formato professionali il cui unico concorrente diretto è Hasselblad.

Questa medio formato “da strada” finisce così per essere l’anello di congiunzione fra le due linee. Le caratteristiche tecniche sono simili a quelle della GFX100SII, di cui la RF condivide il sensore da 102MP CMOS II, ma il design è ispirato chiaramente a quello della sorella minore X100VI, di cui sembra una versione ingrandita di circa una volta e mezzo.

Abbiamo provato la GFX 100RF per circa 24 ore in un viaggio stampa organizzato da Fuji a Venezia. Le immagini scattate sono disponibili a questo link: cliccate sulle foto per aprire il file a risoluzione piena.

Estetica ed ergonomia

A un primo impatto le caratteristiche che ci hanno subito colpito della Fuji GFX100RF sono le dimensioni e il peso. 735g per una medio formato, obiettivo compreso, sono pochissimi, meno di qualsiasi altro corpo macchina medio formato di Fuji, senza le ottiche.

La si può portare al collo per lunghi periodi dimenticandosi di averla. Le dimensioni superiori rispetto al corpo delle APS-C ne favoriscono la maneggevolezza e il posizionamento delle ghiere è ottimo. La rotella dei tempi e delle ISO è la stessa della X100VI, e così anche quella della compensazione dell’esposizione. Lo stesso vale per la maggior parte dei tasti funzione. chi ha già usato una Fuji si troverà subito a casa.

Crop e Rapporti d’aspetto

Alla domanda, legittima, “cosa me ne faccio di 102 Megapixel su una fotocamera portatile” Fuji ha risposto con due aggiunte molto interessanti che ridefiniscono l’intera esperienza d’uso della GFX100RF: la levetta del crop frontale e la ghiera per la selezione dei rapporti d’aspetto.La levetta del crop, posta davanti sulla colonna destra del corpo macchina, permette di “modificare la focale” fissa dell’ottica ritagliando una porzione dell’immagine. È la stessa cosa che ha fatto Apple per simulare diverse lunghezze focali su iPhone, ma con un sensore da 102MP che è assai più permissivo in termini di risoluzione finale delle immagini ritagliate.

Grazie al “teleconvertitore digitale”, come lo chiama Fuji, si può passare dai 35mm di base (equivalente a 28mm su full frame) a 45mm (35mm eq.), 63mm (50mm eq.) e 80mm (63mm eq.) con l’attivazione verso destra o sinistra della levetta. Pensavamo fosse una trovata di cui dimenticarsi presto, e invece la funzionalità ci ha sorpreso. La qualità finale delle immagini scattata con i crop automatici è altissima, e simulare il taglio della foto al momento della composizione si rivela molto utile per definire il tipo di scatto.Aiuta molto, in questo senso, la possibilità di visualizzare il ritaglio già in anteprima sullo schermo posteriore (touch screen, basculante, da 3,2”) e nel mirino elettronico. Dalle opzioni si può scegliere di evidenziare il crop con una cornice bianca, oppure di aggiungere bande nere per oscurare le porzioni dell’immagine esterne al crop. L’unico problema che abbiamo riscontrato è l’eccessiva sensibilità della leva: è facile attivarla per errore con un dito, o magari strusciando la fotocamera ancora accesa con la tracolla o una manica del giubbino.La ghiera per la scelta degli “Aspect Ratio”, i rapporti d’aspetto, funziona in maniera analoga. Quella che al lancio ci sembrava poco più di una trovata simpatica e un po’ retrò è invece una delle funzionalità che ci è piaciuta e che abbiamo usato di più. Il ritaglio in questo caso modificat il rapporto standard di 4:3 dell’immagine registrata dal sensore. Oltre al 4:3 si può scattare in 3:2, 16:9, 65:24, 17:6, 5:4, 7:6, 1:1 e 3:4.

Sono tutti rapporti che Fuji ha offerto sulle sue fotocamere a pellicola o digitali in un qualche momento della sua lunga storia fotografica. Il 65:24, in particolare, si è dimostrato straordinariamente efficace per guardare ai soggetti di una città come Venezia in maniera differente. È un rapporto panoramico che viene direttamente dalla storica Fujifilm TX-1, macchina che Fuji aveva realizzato per supportare il formato X-PAN sviluppato con Hasselblad e ottenuto affiancando due frame della pellicola da 35mm.Crop e rapporti d’aspetto funzionano come le ormai famose simulazioni di pellicola di Fuji, vengono cioè applicati dalla macchina solo alle immagini jpeg, mentre i file RAW mantengono tutte le informazioni raccolte dal sensore, permettendo così una lavorazione completamente diversa della foto in post-produzione.

Una macchina per la fotografia ragionata

Seppure Fuji la presenti come una portatile, la natura di medio formato della GFX100RF prevale sull’aspirazione da compatta. La macchina è tecnicamente facile da usare, ma serve capire a fondo cosa si vuole ottenere per sfruttare a pieno l’enorme potenziale del sensore.

A differenza delle X-100V e X-100VI, che grazie alla velocità dell’APS-C permettono di scattare tanto e di frequente, la GFX100 RF invoglia a una fotografia di strada molto più ragionata e centellinata. Da una parte perché, siamo sinceri, nessuno ha voglia di scaricarsi ogni volta centinaia di immagini giganti da 102 MP per trovare quella giusta. Dall’altra perché la macchina proprio non invita a questo tipo di utilizzo.Anche se autofocus e riconoscimento degli occhi sono veloci ed efficaci (per una medio formato), non si è mai invogliati a scattare con la raffica, che arriverebbe comunque a un massimo di 6 fotogrammi al secondo.

La Fuji GFX100RF, insomma, pur democratizzando ulteriormente il medio formato, non ne diminuisce il valore tecnico e non invita ad alcuna bulimia fotografica. Non è difficile da “domare”, tutt’altro, ma non è neppure semplice da capire al volo e necessità di tempo e pazienza per essere capita e usata al meglio.

Basti ad esempio il fatto che nella nostra prova di 24 ore circa abbiamo scattato un totale di 250 foto. Pochissime rispetto a quelle che avremmo probabilmente scattato durante la prova di una nuova full-frame o APS-C. E del medio formato la GFX100RF mantiene anche le caratteristiche distintive: l’alta qualità delle immagini e la quantità dei dettagli, l’affinità alla cinematografia e una naturalezza nello stacco dei piani della foto che non si possono ottenere con sensori di dimensioni più piccole.

I punti critici

Alla presentazione delle specifiche tecniche, esperti e appassionati di fotografia hanno subito sollevato alcune perplessità sulla GFX100RF, in particolare per quanto riguarda l’obiettivo fisso con apertura f/4 (equivalente a f/3.2 su full frame, secondo molti non abbastanza luminoso) e l’assenza dello stabilizzatore ottico. Durante la nostra prova ci siamo concentrati proprio su questi due aspetti. Che però non ci sono sembrati compromessi così estremi da penalizzare l’esperienza d’uso o la qualità degli scatti.

L’obiettivo, che certamente non è super-luminoso, è il frutto di un chiaro compromesso progettuale: mantenere peso e dimensioni contenuti. In condizioni di buona luce non si riscontrano problemi, mentre in alcune situazioni limite si sarebbe potuto desiderare uno stop in più. Tuttavia, la GFX100RF gestisce egregiamente le alte sensibilità ISO, permettendo di compensare senza introdurre un rumore eccessivo nelle immagini.

Quanto alla mancanza di stabilizzazione, va detto che grazie all’otturatore centrale (leaf shutter) che limita moltissimo le vibrazioni, il problema si presenta a mano libera solo sotto tempi come 1/30 di secondo. In molte situazioni siamo riusciti a scattare senza difficoltà, anche in assenza di treppiede. Di notte, però, la questione si complica: la fotografia a mano libera diventa decisamente più impegnativa — ma sarebbe lo stesso anche con altri corpi medio formato.

Cosa ci piace

  • Il design retrò e la qualità dei materiali e dei dettagli
  • La rotella per la selezione del rapporto d’aspetto. È una chicca che non pensavamo di apprezzare e usare così tanto
  • La qualità delle immagini

Cosa non ci piace

  • La levetta per il crop: è troppo facile attivarla accidentalmente. È auspicabile un aggiornamento firmware che permetta di modificarne la funzionalità.
  • La lente F4 è abbastanza luminosa nella maggior parte delle situazioni ma fatica un po’ nelle condizioni di luce al limite, limitando la natura “portatile” della fotocamera.
  • Manca il flash integrato, e Fuji non ha davvero un Flash “retrò” adeguato allo stile della fotocamera. Peccato perché in molte situazioni di street e con un obiettivo F4 il flash permetterebbe una maggiore versatilità creativa.

In fine

La Fuji GFX100RF si è rivelata, in definitiva, una fotocamera assai interessante, originale, e per molti versi sorprendente. Rimane però difficile capire fino in fondo a chi sia davvero destinata. Chi è il suo pubblico? Il fotografo professionista che ha bisogno di una medio-formato aggiuntiva? Il matrimonialista che vuole aggiungere un’estetica differente alla sua offerta?

A nostro parere c’è di più, ed è il design a sciogliere il nodo: Fuji sembra convinta che i tempi siano maturi per portare il medio formato anche a un target di fotografi “aspirazionali”, come confermato dalla diretta citazione della Leica Q come concorrente diretta da parte dell’azienda.

In altre parole, Fuji punta a usare l’estetica come leva per allargare a un target di appassionati “aspirazionali”, l’appeal di questo segmento, tradizionalmente destinato a fotografi professionisti più attenti alla scheda tecnica che al look della fotocamera.

Una scommessa ambiziosa, certo, ma che – almeno stando alle dichiarazioni dell’azienda – sembra già vinta: gli stock iniziali della GFX100RF sono già stati completamente allocati e la macchina arriva sul mercato italiano già in “backorder”, come si dice in gergo. Chi fosse interessato, insomma, farebbe bene a muoversi in fretta: c’è la concreta possibilità che anche questa Fuji diventi presto introvabile come accade ormai da un anno per la richiestissima X100VI.

FUJI GFX100RF è disponibile in Italia dal 7 aprile nei colori argento e nero con un prezzo al pubblico consigliato di 5595 euro.

Fonte : Repubblica