Dazi, il nuovo ultimatum di Trump: è tempesta sui mercati finanziari

Il presidente Usa Donald Trump starebbe valutando l’ipotesi di introdurre una sospensione di 90 giorni per i dazi applicati a tutti i paesi, esclusi quelli già imposti alla Cina? La notizia è circolata per qualche minuto in tutto il mondo, facendo risalire per pochissimi minuti gli indici dei mercati americani. Ma si sarebbe trattato di un malinteso.

Ecco come sono andate le cose: durante un programma su Fox News, un giornalista avrebbe chiesto al consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, se Trump stesse considerando questa misura. Hassett ha risposto: “Penso che il presidente deciderà cosa fare”. La frase è stata interpretata dagli investitori come un possibile indizio. La CNBC è stata l’unica testata americana a riportare la notizia in diretta, citando “un rapporto dell’ultim’ora” secondo cui Trump stava valutando la sospensione. Tuttavia, pochi minuti dopo, il governo statunitense ha smentito, definendo la notizia una “fake news”. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha chiarito che si è trattato di un malinteso, come confermato dalla stessa emittente.

Il consiglio del sostenitore di Trump: “Moratoria o perdiamo la fiducia degli imprenditori”

Ma come si è arrivati a questo punto? Il lunedì nero per le borse asiatiche ed europee ha spinto il miliardario Bill Ackman, sostenitore di Trump, a rivolgersi al presidente Usa per chiedere una “moratoria di 90 giorni” sui dazi. In un lungo post su X, Ackman ha esortato l’inquilino della Casa Bianca a sospendere la sua politica di dazi commerciali, definendola una “guerra economica nucleare” che potrebbe innescare una crisi globale e colpire proprio coloro che lo sostengono. 

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Ackman, tra i principali gestori di hedge fund negli Stati Uniti, ha dichiarato che “Il presidente ha l’opportunità di dichiarare una pausa di 90 giorni” per risolvere le dispute commerciali attraverso negoziati. “Se invece andiamo avanti con questa strategia, rischiamo di paralizzare gli investimenti, frenare i consumi e danneggiare la reputazione degli Stati Uniti per anni, se non decenni”, ha aggiunto.

Il miliardario ha proseguito spiegando che quando i mercati crollano, i nuovi investimenti si fermano, i consumatori smettono di spendere e le aziende non hanno altra scelta che ridurre gli investimenti e licenziare i lavoratori. E non saranno solo le grandi aziende a soffrire. Le piccole e medie imprese e gli imprenditori subiranno un dolore molto maggiore. Quasi nessuna azienda può far fronte a un aumento massiccio dei costi per i propri clienti dall’oggi al domani, è il ragionamento di Ackman. 

Le tariffe imposte da Trump hanno già provocato un calo di 6mila miliardi di dollari nel valore delle azioni statunitensi, alimentando timori di una recessione. Ackman, pur rimanendo un alleato del presidente, ha sottolineato che molti leader aziendali stanno perdendo fiducia nell’amministrazione. Secondo analisti, un’escalation della guerra commerciale potrebbe avere ripercussioni globali, colpendo soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione.

“Altri dazi del 50% se Pechino non fa passo indietro”

I rapporti tra Washington e Pechino stanno registrando un’ulteriore escalation. Dopo le tariffe imposte da Washington del 34 per cento su tutte le importazioni cinesi, è arrivata la risposta cinese, che ha visto l’introduzione di una uguale barriera: dazi del 34 per cento su tutti i prodotti made in Usa. Ora Trump sembra voler alzare la posta e attacca nuovamente il gigante asiatico. Se Pechino non ritira le sue contromisure entro domani, Washington è pronta a introdurre ulteriori dazi del 50 per cento sulla Cina dal 9 aprile. L’inquilino della Casa Bianca chiude le porte a qualsiasi accordo con il gigante asiatico. “Tutti i colloqui” sui dazi “con la Cina saranno interrotti subito. I negoziati con gli altri Paesi, che hanno richiesto gli incontri, inizieranno immediatamente”, ha scritto Trump su Truth.

La partita tra Trump e il leader cinese Xi Jinping – a cui si starebbe lavorando per un incontro – su gioca anche sul fronte di TikTok, il social network di proprietà della cinese Bytedance. Il presidente Usa ha esteso il limite di 75 giorni di prorogare di altri 75 giorni il termine ultimo imposto a ByteDance di vendere il social network a un acquirente non legato al governo cinese. In base alla norma approvata durante il mandato di Joe Biden in nome della sicurezza nazionale, la società madre cinese della piattaforma avrebbe dovuto vendere la sua proprietà entro il 5 aprile, per evitare che i 170 milioni di utenti americani vedessero oscurato per sempre il social. 

Trump sostiene che la Cina ha fatto saltare l’accordo su TikTok per i dazi

“Tutto deve cambiare, specialmente con la Cina!”, scrive su Truth Donald Trump, convinto che i cinesi “se la siano giocata male”. Il giornale ufficiale del Partito comunista cinese, il Quotidiano del Popolo, incoraggia a “resistere insieme alle tempeste”, nel mezzo dell’escalation della guerra commerciale e del botta e risposta tra le due superpotenze, e assicura che la Repubblica popolare è pronta a contrastare i dazi di Trump con misure “straordinarie”. “Non cadrà il cielo”, dicono da Pechino, dove tutto appare sempre un equilibrio tra propaganda e censura. 

Un editoriale pubblicato dalla testata punta a spiegare le motivazioni alla base della decisione del governo di Pechino di rispondere ai “dazi reciproci”, assicura che la Cina si concentrerà “in modo risoluto” sulla situazione interna nel tentativo di trasformare le sfide in un’opportunità strategica. La Repubblica popolare chiede unità e resilienza e sostiene di essere pronto ad affrontare le conseguenze di una guerra commerciale. A differenza di altri Paesi che cercano di trattare concessioni con Trump, a 48 ore dall’annuncio dei “dazi reciproci” Pechino ha subito messo sul tavolo le sue contromisure, prendendo di mira merci e aziende Usa.

Fonte : Today