La profondità e l’ampiezza delle nuove tasse sull’importazioni applicate dagli Stati Uniti sono state scioccanti, afferma l’analista del settore dei videogiochi Mat Piscatella, che lavora per la società di ricerche di mercato Circana. “Credo che Nintendo avesse delle ipotesi sui dazi ma che poi quelli annunciati siano molto più alti ed estesi del previsto“, spiega Piscatella a Wired US.
Non è chiaro se il prezzo della Switch 2 (469 euro, una cifra che aveva già fatto arrabbiare alcuni fan) possa aumentare ulteriormente nel paese. Piscatella non esclude la possibilità: “A questo punto qualsiasi azienda ragionevole e responsabile che si affida a catene di fornitura internazionali rivaluterà i propri prezzi negli Stati Uniti – commenta l’esperta –. Devono farlo“.
Gli analisti del settore e le istituzioni come la Entertainment software association (Esa), un’associazione di categoria statunitense, hanno fatto molte ipotesi sui possibili danni dei dazi per il mercato e l’industria dei videogiochi. A febbraio, l’Esa ha dichiarato che la misura avrebbe avuto “un impatto negativo su centinaia di milioni di americani e danneggiato il significativo contributo dell’industria all’economia statunitense“. L’annuncio di Nintendo sottolinea quanto i nuovi dazi possano essere dirompenti.
Piscatella osserva che in passato altri territori sono già stati soggetti a prezzi più alti per i videogiochi e che ora “gli Stati Uniti potrebbero certamente unirsi al gruppo“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.
Fonte : Wired