Robot umanoidi in corsia d’ospedale a supporto di infermieri e medici. La prima volta in Italia è affidata a un progetto pionieristico che vede protagonista RoBee, il robot umanoide cognitivo della brianzola Oversonic, e Villa Beretta rehabilitation research innovation institute (Vbrrii), centro d’eccellenza per la medicina riabilitativa per pazienti con patologie neurologiche. RoBee replica operativamente la struttura meccanica del corpo umano, con l’ausilio di giunti mobili e un set completo di sensori che gli consentono di vedere e navigare lo spazio circostante. Grazie alle sue avanzate capacità motorie e sensoriali, RoBee potrà supportare i pazienti negli esercizi di deambulazione, stimolare le funzioni cognitive attraverso interazioni verbali e visive e monitorare i progressi in tempo reale. Ma non solo: i robot umanoidi avranno anche un ruolo di assistenza logistica, contribuendo alla gestione delle forniture ospedaliere, al monitoraggio dei parametri vitali e all’organizzazione delle attività quotidiane, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza del reparto.
Un laboratorio d’innovazione per la riabilitazione
Oversonic è stata fondata nel 2020 a Besana in Brianza, piccolo paese in provicia di Monza. Il centro tecnologico e produttivo rimane lì, ma nel corso degli anni è cresciuta aprendo altre due sedi: una di rappresentanza a Milano e una operativa a Rovereto (Trento), all’interno del Polo meccatronica di Trentino Sviluppo.
Il progetto di supporto alla neuroriabilitazione si sviluppa a Lecco, all’interno di un laboratorio di ricerca congiunto tra il Vbrrii e il Politecnico di Milano, una collaborazione consolidata da oltre vent’anni e che segna un passo decisivo nell’integrazione della robotica avanzata nei percorsi di cura, come spiega Fabio Puglia, presidente di Oversonic: “Il nostro obiettivo è sviluppare un ecosistema in cui intelligenza artificiale e robotica lavorino in sinergia per supportare concretamente medici e pazienti, migliorando l’accesso alle cure e ottimizzando le risorse sanitarie”. Oversonic, sin dalle sue fasi iniziali, ha scelto di operare come società benefit, puntando su un impatto sociale positivo e su una visione in cui la tecnologia non sostituisce l’uomo, ma lo affianca nel migliorare la qualità della vita.
Robot umanoidi, tecnologia e dignità della persona
Un concetto ribadito anche dal dottor Franco Molteni, direttore scientifico del Vbrrii: “La tecnologia, se sviluppata con una visione umanocentrica, può diventare un alleato straordinario per la medicina, migliorando l’efficacia delle terapie e la qualità della vita dei pazienti. Questo progetto pone l’uomo al centro dell’interazione con la tecnologia, che deve sempre essere al servizio della dignità della persona. La tecnologia non sovrasta l’uomo, ma ne amplifica le capacità, rispettando il suo ruolo attivo”.
Secondo Molteni, l’aspetto più innovativo di RoBee non è tanto la meccanica, quanto la capacità di recepire empaticamente i bisogni delle persone e interagire con loro. “Nella riabilitazione, la tecnologia non deve essere vista come un semplice strumento, ma come un vero e proprio interlocutore, capace di comprendere e adattarsi alle esigenze del paziente”, aggiunge facendo riferimento a studi recenti che dimostrano come le persone tendono a sviluppare un embodiment, ovvero una naturale integrazione della tecnologia come estensione del proprio corpo, favorendo un’interazione più efficace e naturale con il robot.
Gli obiettivi strategici
La collaborazione tra Oversonic e il Vbrrii punta a tre obiettivi principali. Per i pazienti quello di valutare come l’interazione con RoBee possa influenzare l’adesione alle terapie riabilitative e il benessere psicologico. Per il personale sanitario si tratta di testare l’integrazione del robot nelle attività quotidiane per ridurre il carico di lavoro e migliorare l’organizzazione del reparto. Infine, per i caregiver sarà cruciale analizzare l’impatto di RoBee nel supporto all’assistito e nell’interazione con il personale medico. Questa sinergia si collega anche al settore degli esoscheletri, in cui Villa Beretta vanta una solida esperienza. Proprio come gli esoscheletri, RoBee è progettato per interpretare l’intenzione della persona e assisterla nel movimento, rientrando nel concetto di mente estesa, in cui uomo e macchina condividono informazioni per migliorare l’esperienza di cura.
Fonte : Wired