Quanto ci rimette il vino italiano dai dazi di Donald Trump

Bentornati su AgriNext, l’informazione sull’agricoltura in transizione che da Bruxelles arriva sulle nostre tavole. La newsletter è a cura di Alessia Capasso, Food & Agri reporter per Europa.Today.it (per commenti, suggerimenti ed eventuali correzioni scrivete ad alessiacapasso@yahoo.it).
 L’ultima puntata del nostro podcast è dedicata ai giovani agricoltori. Potete ascoltarla sul nostro sito o su Spotify.

La settimana agroalimentare nell’Unione europea

Ciclone – Dal 9 aprile scattano i dazi voluti dal presidente USA Donald Trump, pari al 20% sui prodotti provenienti dall’Unione europea, inclusi quelli dell’agroalimentare. Promessa mantenuta da Donald Trump, con perfetta coincidenza scenica: nel pieno di Vinitaly, a Verona, dove il settore cerca visibilità e investitori. Ma il ciclone dazi spazza via qualunque parvenza di serenità.

Le cifre – Per l’agroalimentare europeo si tratta di un colpo secco e difficile da assorbire. Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato per l’export UE dopo il Regno Unito, con un 12% delle esportazioni totali. Solo nel 2023, l’UE ha incassato un surplus di 15,4 miliardi di euro. Vini, liquori, olio d’oliva e formaggi guidano la classifica delle merci più amate oltreoceano. Ma l’export europeo è fatto di prodotti trasformati, il che li rende più difficili da ricollocare altrove rispetto, ad esempio, alla soia americana. Il vino italiano è in cima alla lista delle vittime. Primo per volumi nel mondo, secondo per valore, con un fatturato che nel 2024 ha toccato quota 8,1 miliardi di euro (+6%), trainato dagli spumanti. Gli Stati Uniti, con quasi 2 miliardi di euro, sono il primo mercato per l’export.

Pacchetto o sgambetto? – A Verona il 7 aprile è atteso il commissario all’Agricoltura Cristophe Hansen, che voleva presentarsi orgoglioso del suo “pacchetto per il vino”, ma dallo Studio Ovale gli hanno tirato un brutto scherzo. Le norme proposte da Bruxelles su nuovi impianti, immagazzinamento, vini “senza alcool” ed etichettature, suonano già obsolete rispetto al ciclone dazi.

Il cappio della distribuzione – Mentre le principali sigle dell’agroalimentare gridano “al lupo! al lupo!” contro etichette “allarmistiche”, parlando coi produttori emerge un altro spaccato. Da una cantina di Ischia, terra di vini da tempo immemore, sottolineano che uno dei nodi centrali di questa crisi sta nella catena di distribuzione. Si beve meno (anche) perché i rincari dalla vigna alla tavola sono eccessivi. “Una bottiglia da dieci euro, ci viene pagata sette ma nei ristoranti il costo schizza a trenta”, spiega ad AgriNext un produttore, che preferisce restare anonimo. La scorsa annata in molti hanno deciso di non vendemmiare neppure, perché le cantine sono piene di bottiglie invendute. Con questi prezzi è normale che si beva di meno.

Ipse dixit 

I nazionalisti di estrema destra come la Meloni incolpano sempre l’UE per i problemi interni. Ma ora che l’alleanza con il loro caro amico Trump sta infliggendo danni storici alle imprese familiari europee, sostengono gli Stati Uniti invece di difendere le loro aziende e il loro potere d’acquisto familiare. Come spiegherà la Meloni ai viticoltori italiani che ha ballato con il diavolo e che ora sta distruggendo le aziende familiari italiane?” – Vula Tsetsi, co-presidente del Partito Verde Europeo.

Cosa bolle in pentola

La battaglia della canapa – Mentre le esportazioni rischiano il gelo, in Italia il decreto sicurezza infiamma gli animi. Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Filiera Italia lanciano l’allarme: il testo appena approvato dal Consiglio dei Ministri rischia di cancellare la filiera della canapa. Oltre 4mila ettari coltivati e 23mila occupati, tra diretti e indiretti, sono appesi a un filo. L’equiparazione delle infiorescenze a sostanze stupefacenti – anche in assenza di uso ricreativo – minaccia una filiera legale, controllata, a basso contenuto di THC e con un giro d’affari da due miliardi. Se confermato, il decreto spegnerà la speranza di migliaia di aziende, ma non prima di averle mandate, letteralmente, in fumo.

Obiezione – Prima di arrendersi, i produttori di canapa tenteranno le vie legali. “Le ragioni dell’intervento suscitano forti dubbi di costituzionalità, oltre che di compatibilità con la normativa eurounitaria”, fa sapere Federcanapa in una nota. “Limitare ogni valutazione di potenziale illiceità delle infiorescenze ad affermazioni ideologiche e astratte, che non tengono conto dell’effettiva offensività e dannosità del prodotto e, al contempo, della presenza di cannabinoidi, quali il CBD, il CBG, il CBN, che, privi di psicoattività, possono liberamente circolare nei paesi europei […] costituisce, pertanto, un ulteriore difetto strutturale dell’impianto normativo”, conclude l’organizzazione.

Antichi mestieri – A Stia, in provincia di Arezzo, è partita la seconda edizione della Scuola per pastori, sostenuta dal programma europeo LIFE. Otto giovani, dai 21 ai 33 anni, iniziano oggi un percorso che intreccia formazione e natura. Ad aderire all’iniziativa soprattutto donne (sei su otto) provenienti da Toscana, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. Alle lezioni teoriche saranno affiancate quelle pratiche, insieme ad un periodo di stage presso le aziende dei Comuni del Parco nazionale delle foreste casentinesi.

L’agenda agricola a Bruxelles e dintorni

8 aprile, Bruxelles – I deputati della commissione Ambiente, Clima e Sicurezza Alimentare adotteranno le raccomandazioni preliminari per la futura Strategia Europea per la Resilienza dell’Acqua, che include temi come l’efficienza idrica, la mitigazione dell’inquinamento, l’adattamento ai cambiamenti climatici, il finanziamento, la digitalizzazione e l’innovazione, e la cooperazione transfrontaliera.

6 – 9 aprile, Verona – Oltre 4mila aziende e migliaia di operatori provenienti da 140 nazioni. L’appuntamento più importante per il vino made in Italy è in corso a Verona. Il 7 aprile sono attesi sia il commissario all’Agricoltura Hansen che il commissario alla Salute Olivér Várhelyi. 

 

Fonte : Today