Le sostanze chimiche contenute in alcuni prodotti di uso quotidiano potrebbero influenzare negativamente lo sviluppo neurologico dei neonati durante la gravidanza. A sostenerlo è un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, secondo cui l’esposizione agli ftalati, cioè sostanze chimiche sintetiche impiegate nel confezionamento degli alimenti o nei prodotti per la cura della persona, potrebbe essere collegata a un anomalo sviluppo del cervello del feto. Come confermato dal medico e principale autore del rapporto, Donghai Liang, si tratta della prima ricerca che utilizza la metabolomica non mirata, cioè lo studio di tutte le piccole molecole o metaboliti in un sistema biologico, per collegare l’esposizione della madre ai ftalati con i metaboliti del neonato e, a loro volta, con lo sviluppo neurologico.
Cosa sono gli ftalati
Gli ftalati vengono impiegati per rendere la plastica più morbida e flessibile, soprattutto nei prodotti in Pvc come i dispositivi medici, i giocattoli per bambini, gli imballaggi alimentari o le tende da doccia. Queste sostanze chimiche sono presenti anche in vari prodotti per la cura della persona, come deodoranti, smalti per unghie, profumi, gel per capelli, spray o shampoo, saponi e lozioni per il corpo. Come riporta la Cnn, gli ftalati sono stati collegati anche a nascita prematura, anomalie genetiche, obesità infantile, asma, cancro, problematiche cardiovascolari, bassa motilità degli spermatozoi.
Lo studio
La ricerca rappresenta “un importante passo avanti nella comprensione di come l’esposizione chimica prenatale influenzi lo sviluppo infantile a livello molecolare”, ha aggiunto Liang, citato dalla Cnn. “Questo studio non fa che aumentare una voluminosa base di prove che le sostanze chimiche utilizzate nei materiali plastici danneggiano la salute umana”, ha sottolineato Leonardo Trasande, direttore del New York University Center for the Investigation of Environmental Hazards. “L’approccio migliore sarebbe quello di discutere effettivamente su che cosa dobbiamo fare riguardo all’uso della plastica”, ha ribadito.
I consigli degli esperti
Ma che cosa si può fare per ridurre l’utilizzo di prodotti che contengono ftalati? Secondo Trasande, è preferibile acquistare contenitori in vetro, acciaio inossidabile o ghisa. È sconsigliato l’impiego di pentole antiaderenti o materiali di plastica per il microonde o per la lavastoviglie. “Se un contenitore è ‘idoneo per microonde’ significa che l’imballaggio in sé va bene, ma non va bene per il cibo, perché può assorbire particelle microscopiche”, ha precisato il direttore del New York University Center. Inoltre, come precisato da Liang, quando si comprano prodotti per la cura della persona, è consigliabile prediligere quelli etichettati come “senza ftalati” e controllare gli elenchi degli ingredienti. I ftalati possono essere elencati come DEP (dietil ftalato), DBP (dibutil ftalato) o BBzP (butil benzil ftalato). “Dato che gli ftalati si possono trovare anche nella polvere domestica, arieggiare gli ambienti e pulire regolarmente con un panno umido può essere utile”, ha ribadito.

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Fonte : Sky Tg24