Stanno per arrivare i dazi decisi Donald Trump sulle merci che Italia e Paesi dell’Unione europea esportano negli Stati Uniti. Sarà una delle “giornate più importanti della storia americana moderna”, ha dichiarato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt. Il presidente degli Stati Uniti “ha deciso”.
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Trump sta perfezionando il piano insieme ai suoi collaboratori, ha detto la portavoce Leavitt. I dazi reciproci e sulle auto entreranno in vigore il “3 aprile”. L’annuncio di Trump è previsto domani, 2 aprile, alle ore 16, quando in Italia saranno le ore 22.
“Il nostro Paese è stato uno dei più focalizzati sull’economia nel mondo – ha aggiunto – Ma troppi Paesi stranieri hanno i loro mercati chiusi alle nostre esportazioni. Questo è fondamentalmente ingiusto”. Facendo eco a quanto detto da Trump nello Studio Ovale, Leavitt ha indicato i recenti investimenti stranieri negli Stati Uniti come prova che le tariffe starebbero già avendo un impatto positivo.
“I lavoratori e le imprese americane saranno messi al primo posto dal presidente Trump, proprio come aveva promesso in campagna elettorale”, ha dichiarato e le preoccupazioni dei consumatori “certamente sono preoccupazioni legittime e il presidente le prende molto sul serio e le affronta ogni singolo giorno”, ma “l’annuncio di domani è per proteggere le generazioni future”.
La risposta dell’Unione Europea
L’Unione europea è pronta a rispondere ai colpi “commerciali”, almeno nelle parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “Pensiamo che questo confronto non sia nell’interesse di nessuno”, ha detto durante la plenaria dell’Eurocamera a Strasburgo.
“Staremmo tutti meglio se potessimo trovare una soluzione costruttiva”, ma “allo stesso tempo, devo essere chiara: l’Europa non ha iniziato questo confronto. Non vogliamo necessariamente reagire, ma abbiamo un piano forte per farlo se necessario”, ha scandito.
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La risposta Ue si baserebbe su tre pilastri: il negoziato con Washington, l’apertura ad accordi commerciali con altri Paesi, il potenziamento del mercato unico. Nel dibattito, il tedesco Manfred Weber, capo del Partito popolare europeo (Ppe) – famiglia politica di cui von der Leyen fa parte – ha sottolineato che se l’Ue ha “un surplus sui prodotti, gli Usa ne hanno uno sui servizi digitali” e “quindi se Trump si concentra sui beni europei, noi dobbiamo concentrarci sui servizi americani” dato che “i giganti digitali pagano poco alla nostra infrastruttura digitale, da cui traggono così tanto vantaggio”.
Le big tech potrebbero dunque essere nel mirino per probabili azioni di risposta: in prima fila c’è Elon Musk, che dai dazi rischia un duro contraccolpo su Tesla e già da mesi è sotto la stretta sorveglianza dell’Ue per le sue incursioni scomposte nella politica continentale e per la disinformazione che, agli occhi di Palazzo Berlaymont, circola senza freni sulla sua piattaforma. A rischio anche Meta, Apple e Amazon. Già in Italia, l’Agenzia delle Entrate si è fatta sentire per ridefinire la posizione fiscale di questi colossi.
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Per ora, dovrebbero finire sotto dazi acciaio, alluminio, automobili e componenti per auto, ma Bruxelles si aspetta che anche i semiconduttori, i prodotti farmaceutici e il legname finiscano possano rientrare nelle nuove “tariffe” decise da Trump.
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Alla domanda se la Casa Bianca potrebbe cambiare strategia se il suo piano tariffario fallisse, Leavitt ha risposto: “Non si sbaglierà”, “funzionerà, il presidente ha un brillante team di consiglieri che studia questi problemi da decenni e siamo concentrati sul ripristino dell’eta’ dell’oro dell’America e sul rendere l’America una superpotenza manifatturiera”.
Fonte : Today