Il primo a tuonare contro l’incendio doloso che ha distrutto li veicoli parcheggiati all’esterno degli uffici del concessionario della Capitale è stato proprio il leader del partito di Borghi e ultrà sostenitore di Elon Musk, il vicepremier Matteo Salvini. Il ministro dei Trasporti, durante l’ennesima giornata nera per le ferrovie, con numerose cancellazioni e ritardi mostruosi accumulati dai treni per un guasto sulla linea Roma – Napoli, non ha voluto comunque far mancare il suo sostegno all’amico americano. “Troppo odio ingiustificato contro la casa automobilistica Tesla”, ha scritto su X, per poi aggiungere: “La stagione dell’odio e del conflitto deve finire il prima possibile. La mia solidarietà va a Elon Musk e a tutti i lavoratori che sono stati minacciati e aggrediti”.
La discesa in campo di Elon Musk sta danneggiando Tesla
Un’azione, quella condotta a Roma contro le auto elettriche prodotte dal magnate americano, che potrebbe ricordare (con le dovute proporzioni) le azioni di boicottaggio che furono organizzate contro i supermercati di proprietà del defunto ex premier Silvio Berlusconi all’epoca della sua discesa in campo: “Sono azioni che vengono sempre da sinistra”, commenta Claudio Borghi che rincara la dose: “Ogni volta che c’è al governo qualcuno che non gli piace, arrivano danneggiamenti, imbrattamenti, azioni criminali e cose di questo tipo. Se lo facesse anche la destra si arriverebbe alla guerra civile e quindi mi sento di dire che la tenuta dello Stato è anche merito del senso di civiltà di chi vota centrodestra”.
Partendo ovviamente dal presupposto che boicottare un’azienda è un’azione assolutamente lecita, mentre dar fuoco a delle automobili è un crimine, è un fatto che la discesa in campo di Elon Musk e il suo sostegno all’estrema destra di tutto il pianeta abbia attirato su Tesla le attacchi di gruppi organizzati sia in Europa che negli Stati Uniti, dove la procuratrice generale Pam Bondi ha lanciato un durissimo monito in tv contro i responsabili dei numerosi danneggiamenti avvenuti nelle concessionarie statunitensi, che saranno perseguiti dall’amministrazione Usa come “atti di terrorismo”, come annunciato da Donald Trump: “Chi prenderà parte a questa ondata di terrorismo interno – ha detto – verrà preso e arrestato”. E ancora: “Questi episodi sono una seria minaccia alla sicurezza nazionale per cui non faremo sconti. Potete scappare, ma non nascondervi. La giustizia sta arrivando”.
Azioni criminali a parte, la reazione dell’opinione pubblica al posizionamento politico di Elon Musk, l’avanzata dei marchi cinesi e il flop del Cybertruck, stanno danneggiando Tesla producendo un vistoso crollo delle vendite e delle azioni: negli ultimi due mesi il titolo ha perso il 40% del suo valore e non accenna a “rimbalzi”. Parliamo di veicoli che si rivolgono a un pubblico di fascia medio-alta e questo assunto, unito all’avversione delle destre contro le auto elettriche, disallinea (e di molto) il target di riferimento del marchio dalle posizioni politiche del suo proprietario. In sostanza, con l’eccezione della famiglia Fratoianni, al centro di una surreale polemica per l’acquisto di una Tesla da parte di Elisabetta Piccolotti, moglie e collega del leader di Sinistra Italiana, l’elettore progressista che punta alle “emissioni zero” sceglie di acquistare auto che non finanziano quello che oggi è a tutti gli effetti un leader di ultra destra, mentre l’elettore medio dei partiti di destra non utilizza auto elettriche, men che mai così costose. Insomma, al netto degli atti di vandalismo sempre più diffusi, Tesla è ormai impopolare in maniera abbastanza trasversale: un bel problema per il braccio destro di Donald Trump.
Fonte : Wired