Una briciola di speranza in uno scenario catastrofico. In Myanmar proseguono le operazioni di ricerca e soccorso nelle diverse zone del Paese devastate dal terremoto di magnitudo 7.7 di venerdì scorso. Il bilancio delle vittime ha superato quota 2.700 decessi, ma come purtroppo ripetiamo da giorni, è destinato ad aumentare ancora, anche oltre quota 3mila. L’ultimo bollettino aggiornato fornito dal leader militare del Paese, Min Aung Hlaing, parla di 2.719 morti e 4.521 feriti, ma sarebbero centinaia le persone disperse sotto le macerie.
Terremoto in Myanmar, donna estratta viva dopo 91 ore
Una piccola buona notizia arriva dalla capitale Naypyidaw, dove nella mattina di oggi, martedì 1° aprile, i vigili del fuoco hanno salvato una donna di 63 anni, ancora viva dopo 91 ore sotto i resti di quella che una volta era la sua abitazione. “La donna è stata trovata viva – hanno scritto sui social i pompieri -. È stata soccorsa con successo e trasportata in ospedale dopo il ritrovamento”.
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I servizi antincendio dell’ex Birmania hanno condiviso anche le foto e il video del salvataggio, mostrando il momento in cui la donna viene portata via in barella.
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Distrutti l’80% degli edifici di Sagaing
Il sisma è stato devastante e ha letteralmente raso al suolo diverse città, come confermato da Aung Min Naing, direttore di Future Youth Development Organisation (Flydo), una delle associazioni giovanili parte della rete di ActionAid nella regione del Myanmar: “Non c’è cibo disponibile, nemmeno cibo secco a lunga conversazione, né negozi di alimentari aperti. Nella città di Sagaing circa l’80% degli edifici sono crollati, nonostante fossero fatti di cemento. La gente è semplicemente seduta davanti alle propria casa danneggiata, senza un riparo adeguato, all’aperto”. Aung si trovava a Mandalay quando il sisma ha colpito: “Ho visto della polvere rossa e degli edifici crollati intorno a me – ha raccontato, secondo un comunicato stampa -. Io e le altre persone non sapevamo che l’intera città, la città di Sagaing, e una parte enorme di Mandalay stava crollando”.ActionAid parla di una “una crisi umanitaria senza precedenti nel Paese”.
“Migliaia di vite sono state perse, le case distrutte e molte comunità rimangono tagliate fuori da ogni soccorso – spiega Jagat Patnaik, responsabile per l’Asia di ActionAid -. La gente è fuggita senza niente, senza riparo. In mezzo alla devastazione, le donne e le ragazze sopportano il fardello più pesante. Costrette in rifugi sovraffollati con poca privacy o sostegno, molte sono rimaste le sole a prendersi cura delle loro famiglie così come di sé stesse. Tragicamente, in alcuni villaggi, sono le uniche rimaste vive, dopo il crollo delle moschee durante le preghiere del venerdì, che ha causato molte vittime… Il tempo utile è ancora poco per le squadre di ricerca e soccorso per localizzare i sopravvissuti, potrebbe essere troppo tardi”. Gli aiuti stanno entrando nel Paese attraverso il confine India-Myanmar e vengono poi diretti verso Sagaing e le altre regioni colpite, riferisce ActionAid. Tuttavia, con un processo di consegna che dovrebbe durare circa cinque giorni e strade danneggiate o completamente distrutte, il ritmo è troppo lento per soddisfare le esigenze urgenti e immediate sul terreno.
Le vittime in Thailandia
Intanto peggiora anche il bilancio delle vittime in Thailandia, dove il terremoto ha provocato il crollo di un grattacielo di 30 piani in costruzione a Bangkok. Secondo le autorità locali le vittime accertate sono diventate 20, ma ci sarebbero almeno altri 70 operai intrappolati sotto i resti dell’edificio, di cui non si conoscono le condizioni.
Fonte : Today