Ma perché intelligenza artificiale e leggi non potrebbero andare a braccetto? Quando si parla di nuove norme appena approvate, di riforme, di applicazione di regolamenti recenti, c’è sempre un po’ di incertezza su cosa sia stato deciso di preciso, su cosa ci sia di nuovo rispetto al passato. Per comprendere meglio, spesso l’unica cosa da fare sarebbe andare a controllare in Gazzetta ufficiale le nuove regole, che tuttavia possono risultare indigeste, in quanto scritte in maniera poco comprensibile ai più.
Ma non solo: anche scrivere nuove norme è complicato. Bisogna stare attenti a non contraddire le disposizioni precedenti, oltre a sapere se la materia su cui si legifera non sia già stata regolamentata in passato e in maniera simile. Per farlo, c’è bisogno di un lungo lavoro di ricerca, studio, interpretazione delle norme esistenti.
Leggi chiare per l’AI
Con il Manifesto per una normativa a prova di IA, presentato nelle scorse settimane alla sala stampa della Camera dei deputati, Aptus,AI (startup nata a Pisa nel 2018 che sviluppa modelli tecnologici in grado di supportare le le attività di redazione e analisi normativa) fa appello alla politica per l’adozione di un approccio innovativo alla stesura e all’analisi delle leggi.
La proposta è quella di adottare un cambiamento “nella redazione e pubblicazione delle norme, trasformandole in formati machine-readable”.
In pratica, si chiede di fare in modo che le disposizioni risultino “comprensibili” ai modelli di intelligenza artificiale, affinché quest’ultima consenta agli operatori e ai fruitori del diritto (dal legislatore al commercialista, fino alle aziende) di sintetizzare, analizzare e interpretare correttamente le regole. Oltre a permettere una migliore comprensione dei quadri normativi vigenti, un simile approccio aiuterebbe anche a ottimizzare i tempi nella fase di stesura di nuove leggi.
Al momento, in Italia, solo il Senato – tramite il progetto del portale Normattiva, che offre un “servizio affidabile, gratuito e completo di informazione sulle leggi italiane” – ha iniziato a pubblicare in formato machine-readable tutto ciò che viene inserito in Gazzetta. Le altre normative sono pubblicate in “formati obsoleti”, spiega Andrea Tesei, amministratore delegato e co-fondatore di Aptus.AI.
In futuro, dunque, le norme potranno essere emanate in formati leggibili e processabili dalle macchine, che a loro volta dovranno essere in grado di sintetizzare, analizzare e spiegare con tono colloquiale anche i concetti giuridici più complessi.
Fonte : Wired