Marine Le Pen condannata a 4 anni: “No alla grazia, non mi ritiro da politica”

Marine Le Pen e otto eurodeputati sono stati riconosciuti colpevoli di appropriazione indebita di fondi pubblici e condannati all’ineleggibilità con esecuzione immediata nel processo per lo scandalo degli assistenti del Rassemblement National al Parlamento di Strasburgo. Le Pen, in particolare, è stata condannata a quattro anni di carcere, di cui due di pena pecuniaria, convertibili in braccialetto elettronico, a una multa di 100mila euro, e a cinque anni di ineleggibilià con effetto immediato. L’ineleggibilità è soggetta a esecuzione provvisoria, il che significa che la pena si applica immediatamente in caso di condanna, anche in caso di appello. Secondo Le Monde, “se Marine Le Pen manterrà il suo mandato di deputata del Pas-de-Calais, le conseguenze politiche della sentenza saranno disastrose: in attesa di una futura decisione, non potrà candidarsi a nessuna elezione per cinque anni, ovvero fino a dopo le elezioni presidenziali del 2027”.

Accertata la sottoscrizione di “contratti fittizi”

I nove europarlamentari, tra cui Le Pen, e i 12 assistenti parlamentari oggi dichiarati colpevoli al tribunale di Parigi hanno firmato dei ”contratti fittizi”, nel quadro di un vero e proprio ”sistema” di appropriazione indebita all’interno del Rassemblement National: è quanto dichiarato dalla presidente del tribunale, Bénédicte de Perthuis, nel giorno delle sentenza. ”È  stato accertato che tutte queste persone lavoravano in realtà per il partito, che il loro deputato (di riferimento) non aveva affidato loro alcun compito” e che ”passavano da un deputato all’altro”, ha precisato la magistrata, aggiungendo: ”Non si trattava di mutualizzare il lavoro degli assistenti quanto piuttosto di mutualizzare le risorse dei deputati”. Per de Perthuis Le Pen ”è al centro di questo sistema, dal 2009, con autorità”. La stessa de Perthuis ha poi avvertito: ”Che le cose siano chiare: nessuno viene processato per aver fatto della politica, non è il tema. La questione è sapere se i contratti sono stati eseguiti o meno”.

Le Pen: “Non mi ritiro”

Marine Le Pen esclude la possibilità di appellarsi al potere di grazia del Capo dello Stato Emmanuel Macron, affermando che “la grazia si applica a una decisione definitiva”. Le Pen, intervenuta questa sera su Tf1, ha detto di “avere fiducia nella capacità di una corte d’appello di analizzare questo caso con neutralità e scoprire che in realtà non avevamo nulla da rimproverarci”. La condanna – ha tenuto a sottolineare – non segna “in alcuna maniera, forma o modo” un ritiro dalla vita politica. In aula, al tribunale di Parigi, Marine Le Pen, vestita di blu, è apparsa seduta in prima fila, al fianco del suo ex compagno e vicepresidente del partito, Louis Aliot, prima di lasciare l’edificio quando ancora la sentenza doveva essere pronunciata. ”Sarà un po’ lungo”, aveva avvertito la presidente della corte, poco prima di aprire l’udienza lungo le rive della Senna. ”Da parte del tribunale non c’è volontà di mantenere la suspense ma faremo come sempre, fornendo un certo numero di spiegazioni sulle decisioni prese”.

Una sentenza che potrebbe riscrivere la carriera politica di Le Pen

Il processo sugli assistenti dei deputati del Rn a Strasburgo è durato due mesi in autunno e la sentenza rischia di cambiare per sempre la carriera politica della leader figlia del fondatore del Front National, Jean-Marie Le Pen, scomparso a 96 anni lo scorso gennaio. L’atteggiamento che aveva scelto in queste settimane per abbassare la tensione era stato quello dell’ostentazione di serenità: “Non ci penso affatto” – aveva dichiarato qualche giorno fa a Le Figaro – “la paura non fa superare il pericolo”. A suo sostegno sono immediatamente arrivate le parole di Viktor Orban e le dichiarazioni di Mosca. Il primo ministro ungherese ha espresso solidarietà alla leader del Rassemblement National scrivendo “Je suis Marine!” su X, a riecheggiare lo slogan ‘Je suis Charlie’ utilizzato per esprimere solidarietà al settimanale satirico francese Charlie Hebdo dopo l’attentato terroristico del 2015.  “Le nostre osservazioni nelle capitali europee indicano che non esitano assolutamente ad andare oltre i confini della democrazia durante il processo politico”, ha, invece, commentato il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, aggiungendo che Mosca “non vuole interferire negli affari interni della Francia e non lo ha mai fatto”, ma, “le norme democratiche vengono violate” per quanto riguarda Marine Le Pen e le elezioni presidenziali in Romania. ”Oggi, non è solo Marine Le Pen che viene ingiustamente condannata. È la democrazia francese che viene giustiziata”, ha scritto su X il presidente del Rassemblement National, Jordan Bardella. 

Fonte : Sky Tg24