Sale il carrello della spesa: l’inflazione a marzo è aumentata oltre le stime

Dopo oltre un anno di relativa stabilità, nel 2024 l’inflazione in Italia è tornata a salire. A marzo 2025, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice dei prezzi al consumo ha raggiunto il +2 per cento su base annua, un livello che mancava dalla fine del 2023. Sebbene si tratti di un dato in linea con l’obiettivo della Banca Centrale Europea (BCE), che punta a un’inflazione moderata attorno al 2 per cento, l’aumento preoccupa per il suo impatto differenziato su alcuni settori chiave, come abitazioni e alimentari.

I settori più colpiti: energia e carrello della spesa

Non tutti i comparti registrano lo stesso trend. Se abbigliamento e mobili segnano un’inflazione ancora contenuta (inferiore all’1 per cento) e i trasporti mostrano addirittura un lieve calo, i costi legati alla casa e alla spesa quotidiana continuano a pesare sulle famiglie. I prezzi di abitazioni, acqua, elettricità e combustibili hanno segnato un +6,4 per cento, mentre il carrello della spesa – inclusi alimentari, prodotti per l’igiene personale e la pulizia della casa – è cresciuto del 2,1 per cento.

Le cause del rialzo di prezzi a marzo

L’Istat attribuisce l’impennata di marzo principalmente a due fattori. Il rimbalzo dei beni energetici non regolamentati (benzina, diesel, energia elettrica e gas sul mercato libero), passati da un -1,9 per cento a un +1,3. I rincari su tabacchi e alimentari non lavorati (carne fresca, frutta e verdura). A questi si aggiungono aumenti più contenuti in telecomunicazioni, servizi ricreativi e beni durevoli. Al contrario, rallentano i prezzi dell’energia nel mercato tutelato (bollette di luce e gas) e calano quelli dei trasporti.

L’energia resta il fattore più critico: senza di essa, l’inflazione sarebbe cresciuta solo dall’1,7 per cento all’1,8. La cosiddetta inflazione di fondo (al netto di energia e alimentari) è stabile all’1,7 per cento. Tuttavia, le incertezze geopolitiche e l’introduzione dei dazi voluti dal presidente Usa Donald Trump –  con le possibili ritorsioni europee da aprile – potrebbero spingere ulteriormente in alto i prezzi, soprattutto sui beni importati.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?

Nonostante il rialzo, l’Italia mantiene uno dei tassi d’inflazione più bassi dell’Eurozona: 1,7 per cento a febbraio contro il 2,3 per cento medio europeo. Gli economisti prevedono che nei prossimi mesi l’inflazione potrebbe stabilizzarsi attorno al 2 per cento, ma molto dipenderà dall’andamento dei costi energetici e dalle tensioni commerciali. Intanto, per molte famiglie il problema resta l’erosione del potere d’acquisto: dopo i picchi del 2022 (+12 per cento) e del 2023 (+5,7 per cento), i prezzi non sono mai calati, ma solo cresciuti più lentamente, mentre gli stipendi non hanno tenuto il passo.

Fonte : Today