ChatGpt down, l’IA di OpenAI non funziona

[update ore 17:40: i problemi di ChatGpt sembrano essere gradualmente rientrati. persistono sporadiche segnalazioni di disservizio]
La generazione di testi e immagini con ChatGpt, il popolare chatbot di OpenAI capace di imitare la creatività umana, è fuori uso per diversi utenti dalle 15 (circa) di oggi pomeriggio.

Chi prova a fare domande all’IA di OpenAI, l’azienda di San Francisco guidata da Sam Altman, riceve un messaggio di errore: “Something went wrong”, “Qualcosa è andato storto.

Su Downdetector.com, la piattaforma che monitora lo stato dei servizi delle maggiori piattaforme web, c’è un picco di segnalazioni di problemi riguardante proprio OpenAI.

Pochi giorni fa, dopo aver potenziato il modello di intelligenza artificiale Gpt-4o [che ora consente la generazione nativa di immagini sorprendenti] gli utenti hanno preso d’assalto ChatGpt per creare nuovi contenuti visivi.

L’entusiasmo degli utenti – 400 milioni attivi ogni settimana, stando quanto dichiara OpenAI – deve aver preso di sorpresa l’azienda americana, tra le più influenti nel campo dell’intelligenza artificiale.

“I nostri server si stanno sciogliendo”, ha scritto Altman lo scorso 27 marzo in riferimento all’enorme potenza di calcolo richiesta per la generazione delle immagini.

Il numero altissimo di richieste ha addirittura costretto OpenAI a ritrattare la promessa di rendere disponibile il modello Gpt-4o potenziato anche a coloro che utilizzano ChatGpt gratuitamente.
Solo gli utenti Plus, Pro ed Enterprise – che pagano un abbonamento mensile da 24 a 200 dollari – possono dunque utilizzare il nuovo generatore di immagini.

Ma nelle ultime ore è diventato evidente che i server di OpenAI – vale a dire quelli di Microsoft, che dell’azienda di Altman è il principale investitore e partner tecnologico – non riescono a reggere le richieste dei soli abbonati.
Ieri Sam Altman ha scritto su X: “Potete per favore rallentare nella generazione delle immagini, è una follia, il nostro team ha bisogno di dormire”.
Il tono scherzoso di Altman, evidentemente, nascondeva una preoccupazione: quella che i server potessero crollare.
Già questa mattina, a chi chiedeva più di due immagini consecutivamente, ChatGpt rispondeva che avrebbe dovuto attendere “sette minuti” prima di effettuare una nuova richiesta.
Ma questa limitazione, evidentemente, non ha funzionato.

Fonte : Repubblica