Un drone presumibilmente di fabbricazione russa ha sorvolato ripetutamente il Joint research centre dell’Unione europea sul Lago Maggiore, uno dei più importanti centri di ricerca scientifica in Europa che si occupa anche di tecnologie sensibili legate alla sicurezza nucleare e spaziale, a pochi chilometri da uno stabilimento di Leonardo, big italiana attiva tra l’altro nel comparto militare. Secondo la ricostruzione del Corriere della Sera, il velivolo avrebbe effettuato cinque passaggi nell’ultimo mese sopra questa struttura strategica situata a Ispra, sulla sponda lombarda del lago, in provincia di Varese.
Drone russo sul Lago Maggiore, cosa è successo?
La segnalazione è arrivata direttamente dal centro di ricerca, che dispone di un sistema sperimentale di rilevamento di velivoli sconosciuti. Secondo gli esperti, il drone sarebbe di fabbricazione russa e potrebbe essere dotato di strumentazioni per effettuare mappature tridimensionali delle strutture, ma le fonti di sicurezza raccomandano “massima cautela” sulla sua attribuzione, poiché si tratterebbe di un modello con autonomia limitata, il che suggerisce un decollo da un’area relativamente vicina e non un volo diretto dalla Russia. Intanto la procura di Milano ha già avviato gli accertamenti preliminari e si prepara ad aprire formalmente un’indagine con l’ipotesi di reato di spionaggio. Il caso è particolarmente sensibile anche per la presenza, nelle vicinanze del centro, di alcuni stabilimenti di Leonardo, azienda italiana di punta nel settore della difesa. L’area è considerata di alto interesse strategico dallo Stato italiano e potenziale bersaglio di operazioni di intelligence straniera.
Cos’è e cosa fa il Joint Research Centre?
Il Joint research centre di Ispra, fondato nel 1957, rappresenta il terzo centro ricerche più grande della Commissione europea dopo quelli di Bruxelles e Lussemburgo, ed è considerato uno dei principali campus di ricerca in Europa. Situato in un paese di appena 5mila abitanti sulla riva sinistra del Lago Maggiore, è dotato di laboratori e infrastrutture all’avanguardia che operano in numerosi ambiti strategici, tra cui la sicurezza nucleare, l’efficienza energetica, il cambiamento climatico e lo spazio.
Tra le strutture più importanti del centro ci sono il WaterLab, che analizza la presenza di sostanze chimiche dannose nell’acqua, lo European solar test installation (Esti), attivo già dagli anni settanta e impegnato a definire gli standard per il fotovoltaico a livello europeo e mondiale, e la sala di crisi (Ecml), dove gli scienziati monitorano i possibili disastri naturali con i satelliti del programma Copernicus al fine di studiare terremoti, incendi, esondazioni e frane, provando ad anticipare potenziali catastrofi e supportando gli stati membri nella gestione delle emergenze.
Perché è un caso importante per la sicurezza nazionale?
Al momento, sulla vicenda sta indagando il pool antiterrorismo della procura di Milano, diretta da Marcello Viola, dall’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Alessandro Gobbis. Quest’ultimo ha un’esperienza specifica in casi di spionaggio russo: nelle scorse settimane ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per due imprenditori di 34 e 60 anni, titolari di una società immobiliare in Brianza, i quali si sarebbero messi a disposizione dell’intelligence russa, anche in cambio di criptovalute, per attività di presunto spionaggio. Al momento non risultano collegamenti tra questo procedimento e i sorvoli del drone russo sulla zona di Ispra, ma gli investigatori effettueranno verifiche per escludere eventuali connessioni.
Intanto, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) starebbe seguendo con attenzione l’evolversi della situazione, ma sarebbe orientato ad acquisire maggiori elementi prima di disporre approfondimenti sul caso. Gli esperti di sicurezza evidenziano come gli attacchi a centri di ricerca e strutture strategiche rappresentino una crescente minaccia nel contesto geopolitico attuale, tanto più con l’intensificarsi del conflitto in Ucraina e delle tensioni tra Russia e paesi Nato. Del resto, la presenza di un drone potenzialmente spia in grado di mappare strutture di rilevanza europea e nazionale, in un’area che ospita anche stabilimenti del settore della difesa, costituisce un campanello d’allarme che le autorità italiane non possono permettersi di sottovalutare.
Fonte : Wired