Salmo ospite a Stories. Stasera alle 21 su Sky Tg24

È Salmo, il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, il rapper e attore si racconta in “Salmo – Quel bravo ragazzo”. In onda lunedì 31 marzo alle 21:00 su Sky TG24, sabato 5 aprile alle 12:20 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand

Dal rap al cinema

Dopo una lunga carriera musicale dedicata al rap, ed essersi affacciato nel mondo del cinema, Salmo è tornato a recitare (nei panni di Snake) e a curare la colonna sonora in ‘Gangs of Milano – Le nuove storie del blocco’, la serie Sky Original in esclusiva su Sky e in streaming su NOW: “Nella prima stagione abbiamo raccontato più o meno quello che è successo a Milano negli anni passati. Invece, questa seconda stagione è molto attuale. C’è una sorta di guerra di territorio, tutti i personaggi sono cresciuti, hanno responsabilità diverse, sono passati un po’ di anni. Ci sono tanti personaggi nella serie, quindi la storia di ognuno si è evoluta e cambiata” ha raccontato.

il ritorno sul set

Per descrivere il ritorno sul set, Salmo non ha dubbi: “La recitazione è un po’ un trauma, un bellissimo trauma. Molto simile alla musica, ma è un po’ diverso, perché stare sul set è una rottura per certi versi, sia per i tempi morti e le pause, sia per il dover accendere e spegnere i sentimenti. Questa roba ti scava dentro, però il risultato è interessante”. In tal senso, rivelatrice è stata la confidenza fattagli dal suo amico Alessandro Borghi, con lui nel cast, in un ruolo tutto da scoprire, del sesto episodio di Gangs of Milano, interamente dedicato al personaggio di Snake. Borghi una volta gli ha detto che fare cinema è come andare in terapia: “Sì, è una seduta allo psicologo gratis, aveva ragione. È un’arma a doppio taglio, dato che vai giù molte volte ed è pericoloso. Io ho avuto la possibilità di poter scegliere il mio personaggio e l’ho calibrato in base alla mia vita. Me lo sono scelto pulito, quindi senza droghe, senza alcol, senza criminalità. Non sono proprio del settore, ma riesco a capire che quando interpreti un personaggio, poi te lo porti dentro a vita, quindi io me lo sono scelto buono per potermi salvare la vita dopo”. Ma non si chiudono qui le novità, perché è in arrivo il suo nuovo attesissimo album: ‘Ranch’, un titolo che non rimanda al classico immaginario western, ma a un concetto più personale: è il rifugio nel cuore della Sardegna dove Salmo si è isolato nell’ultimo periodo, lontano da tutti, per ritrovare sé stesso e lavorare alla sua musica in totale libertà. Commentando questa prossima uscita, il rapper rivela che “non avevo idea di fare il disco, sono uscite cinque o sei canzoni così di seguito, dopo che ho mollato Instagram e i social, è stata un’esplosione di creatività. Dopo che ho raccolto i pezzi ho capito quale sarebbe stato il concept e il nome. Il concetto ‘ranch’ nella mia testa è un posto isolato, il posto dove stare da soli e sentirsi al sicuro. Ho ricreato questo posto in una collina in Sardegna, dove non c’è nessuno”. Con l’annuncio di ‘Ranch’, cresce l’attesa anche per Lebonski Park, l’evento unico in programma il 6 settembre 2025 a Fiera Milano Live – Rho. Non un semplice concerto, ma un’esperienza totale: oltre alla musica, i fan potranno immergersi in un vero e proprio parco a tema ispirato all’immaginario di Salmo, tra scenografie spettacolari e un viaggio attraverso i momenti più iconici della sua carriera e discografia: “Non so se è già sold-out ma poco ci manca, i live sono molto importanti e vanno conciliati sempre con la giusta caciara. Questo è una sorta di parco mischiato al live, dove tu arrivi al pomeriggio e ci sono una serie di intrattenimenti. È un’esperienza”.

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Dalle prime righe agli anni più belli della sua vita

Facendo un passo indietro, Salmo ricorda quale, tra le tante, considererebbe a primo impatto ‘casa-Pisciottu’: “Dovrei pensare alla casa più bella e più comoda, invece me ne viene in mente una che era forse la peggiore: era il periodo in cui ho lavorato al primo disco, dove ho registrato il pezzo ‘Il senso dell’odio’, che era praticamente il primo, e c’è un motivo, dal momento che quel periodo era molto brutto, con mio padre che aveva perso il lavoro e quindi ci eravamo trasferiti in una casa piccolissima e fredda, dove mia madre vedeva i fantasmi. Ci siamo stati forse un anno e mezzo o due, quella me la ricordo come la non casa, ‘la casa degli orrori’, diciamo”. Nonostante siano passati molti anni, Salmo non dimentica le prime righe che ha buttato giù da ragazzo: “Parlavano di graffiti perché il mio passaggio è stato quello, io ho studiato alla scuola dell’arte, all’istituto artistico, quindi da disegno sono passato ai graffiti, al lettering, mentre gli amici miei rappavano. Quindi eravamo una cerchia di persone e mi hanno trascinato lì automaticamente, per questo il primo testo che ho fatto si chiamava ‘Yard’, parlava delle esperienze che ho avuto in mezzo ai treni quando andavo a dipingere”. Ai tempi, nella sua città, per chi volesse entrare nel mondo della musica, il rap era una scelta impopolare, che per questo ha attirato la sua attenzione: “A Olbia in pochissimi, forse in quattro o cinque, ci siamo dedicati al rap, in quanto era una città di punk e metallari, per questo mi sono dovuto nascondere in mezzo ai punk nella mia città. Ovviamente fare rap era una cosa alternativa, nessuno lo faceva. Se io avessi 16 anni adesso, nel 2025, non farei rap perché il rap ora è la cosa più popolare che ci sia, è la cosa meno alternativa. Farei il genere più sfigato che c’è ora, come il punk o il rock”.

Sugli anni più belli della sua vita, il rapper non ha dubbi: “Gli anni dal 2011-12 sino al 2015-16 sono stati anni veramente belli. Con ‘Machete’ avevamo un suono molto originale, che poi da lì a poco è morto praticamente, ha avuto 4-5 anni di vita, però sono stati gli anni più belli della mia vita, dato che andavamo nei club a rappare sopra la dubstep ed era come vedere un concerto metal. Eravamo molto sperimentali”. Spesso, nelle interviste, ha detto di essere nato ‘incazzato’, ma oggi Salmo si sente più maturo: “Mi sentivo arrabbiato, non per colpa mia, ma per aver passato tutta la vita a cercare e a pensare di essere un duro. Riguardando la mia vita mi rendo conto che c’è stata tanta violenza, moltissima violenza, che non ho voluto io, e probabilmente per questo la mia musica veniva fuori così’. A 40 anni credo di essermi reso conto di essere un buono, una brava persona, sono molto contento di questa cosa qua”. Al contrario di molti colleghi, Salmo ha ormai chiuso con i social: “Io ho usufruito di Instagram per tanti anni, ci sono i pro e i contro, mi hanno aiutato parecchio, ho intrattenuto le persone e con le mie ‘stronzate’, anche se è brutto da dire, sono riuscito a mantenere il personaggio in ‘hype’. Attualmente sono riuscito a uscirne, da sette mesi non uso più i social e sono rinato completamente, ed è incredibile come le persone mi chiedano come mai non posto più le storie piuttosto che chiedermi come sto. È una cosa malata. Oppure molti mi chiedono se l’essermi allontanato influisca sui miei follower. La risposta è sì, certo che influisce, se ti fermi sei perso, non ci sei più, non intrattieni più le persone, quindi piano piano vieni dimenticato. Ma non mi interessa nulla, va bene così”. Tutto questo gli ha permesso di comprendere al meglio il reale giudizio degli altri ma soprattutto di sé stesso, con un ruolo chiave in tutto ciò che lo ha giocato il cinema: “Su questo ci ho lavorato molto, mi ha aiutato molto il cinema. Da quando ho iniziato a recitare, il mio pensiero e la mia vita sono cambiati parecchio. Tornando al discorso di Ale (Borghi ndr), delle sedute con lo psicologo, il cinema ti impone, tra virgolette, di distruggere il tuo ego e di distruggere il giudizio che hai su te stesso, il giudizio verso gli altri e quello che hanno gli altri su te stesso, cioè chi se ne frega, questo è il concetto. Quindi ho fatto anche questa roba di uscire dai social, per questo, così non so più niente, gli altri non sanno niente di me e io vivo in collina con le ciabatte tranquillo”.

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Fonte : Sky Tg24