Meno vigne e più bottiglie “alcool free”: la proposta per salvare il vino dalla crisi imperante

Bentornati su AgriNext, l’informazione sull’agricoltura in transizione che da Bruxelles arriva sulle nostre tavole. La newsletter è a cura di Alessia Capasso, Food & Agri reporter per Europa.Today.it (per commenti, suggerimenti ed eventuali correzioni scrivete ad alessiacapasso@yahoo.it). 

La settimana agroalimentare nell’Unione europea

Troppo vino, salviamo il vino – La Commissione europea ha lanciato il 28 marzo un pacchetto normativo per arginare la crisi da tempo latente nel settore del vino. Nato da una riflessione iniziata tra fine 2023 e inizio 2024, il provvedimento risponde a una realtà di eccesso di offerta, domanda in calo e pressioni tariffarie, aggravate da un mutamento dei consumi post‑Covid e da un clima che mette in ginocchio numerosi territori. Sollecitato sulle cifre da AgriNext, un funzionario UE ha dichiarato: “Impossibile dire di quale quantità ridurre le bottiglie. Mettiamo a disposizione degli operatori gli strumenti per evitare rischi di eccessi di produzione e per gestire l’immagazzinamento anno per anno, ottimizzando il potenziale produttivo”.

Soluzioni ad hoc – Le soluzioni elaborate dagli esperti di Bruxelles sono differenziate per le varie regioni. L’obiettivo è evitare investimenti pubblici inutili nella “conversione” dei vigneti e nel potenziamento di produzioni già sovrabbondanti. Cambia il regime di autorizzazioni: i reimpianti mantengono una durata di otto anni con penali sospese, mentre per i nuovi impianti rimane il termine triennale e sanzioni per inutilizzo. 

Controllo nazionale – Le autorità di Stato, nazionali e regionali, avranno ora maggiore potere di bloccare o concedere autorizzazioni per gestire lo sviluppo territoriale. In parallelo si introducono strumenti di controllo della produzione – dalla “vendemmia verde” agli “estirpi” – finanziati con fondi nazionali in aree in surplus, per evitare che denaro pubblico alimenti ulteriormente la sovrapproduzione.

Clima, promozione ed enoturismo – Il pacchetto affronta anche il tema climatico, potenziando fino all’80% i fondi per vitigni che adottino misure di adattamento, e allungando a cinque anni il periodo delle misure promozionali per i vini. Un’attenzione particolare va all’enoturismo, con benefici estesi anche ai consorzi di tutela.

Nicchia “zero alcool” – Si rivede la definizione dei vini dealcolati: “parzialmente dealcolati” diventerà “vini senza alcool” (fino a 0,05%) o “vini a bassa gradazione”, rendendo le denominazioni più familiari e attraenti, pur riconoscendo che la nicchia dei dealcolati, per qualità e tecnologie, non può assorbire l’intero surplus.

Trasparenza – Infine il pacchetto affronta il tema dell’etichettatura. La proposta introduce la possibilità per la Commissione di stabilire regole univoche, ad esempio, l’adozione di un simbolo che indichi il contenuto informativo del QR code, al momento regolato in modo frammentato tra i vari Paesi. Questa espansione dei poteri della Commissione dovrebbe garantire maggiori garanzie per produttori, importatori ed esportatori, ma potrebbe diventare anche l’ennesima occasione per gli Stati Membri per nascondersi dietro il paravento del “Ce lo chiede l’Europa”.

Il commento – “Il pacchetto vino non sarà all’altezza se tra l’Ue e gli Usa scoppierà una guerra commerciale sul vino. Anche se i dazi del 200% sui vini dell’UE non sono stati applicati, la chiusura del mercato vinicolo statunitense ai nostri vini è già una realtà, poiché gli importatori hanno interrotto tutte le spedizioni per paura dei potenziali dazi”, ha commentato Ignacio Sánchez Recarte, Segretario generale del Comitato europeo delle imprese del vino (CEEV). “Questo costa alle aziende vinicole dell’Ue 100 milioni di euro a settimana. È necessaria una soluzione urgente: il vino non deve essere ostaggio di dispute commerciali non correlate”, ha aggiunto.

Agrifish Time – Un Consiglio Agricoltura e Pesca un po’ sottotono quello del 24 marzo. Mentre le delegazioni hanno condiviso alcune idee sulle possibili nuove fonti di reddito per gli agricoltori, comprese quelle derivate dalla bioeconomia, molti ministri hanno sottolineato (ancora una volta) la necessità che la Pac garantisca un reddito di base per gli agricoltori. Il commissario Christophe Hansen nel frattempo gira l’Europa alla ricerca di consensi estesi per la sua Visione sull’agricoltura e il cibo. Dopo essere stato a Roma a presentarla, tornerà in Italia per il Vinitaly (6-9 aprile), dove è atteso anche il commissario alla Salute Olivér Varhelyi. 

Cosa bolle in pentola 

Agroindustrie – Passeggiando tra i corridoi del Parlamento europeo, questa settimana era possibile vedere le immagini (talvolta atroci) della mostra dedicata agli allevamenti intensivi in Europa, organizzata dallo European Environmental Bureau (EEB) e dallo European Institute for Animal Law & Policy. Le foto rendono visibili non solo le condizioni degli animali, prigionieri di queste “industrie della carne”, ma anche le pessime condizioni di vita degli abitanti dei territori dove sono insediati questi impianti giganteschi. 

Ignorati – Inquinamento di aria e acqua, difficoltà respiratorie e odori insopportabili condizionano la vita delle famiglie, in Pianura Padana così come nella Murcia (Spagna), in Olanda o in Polonia.  “Anche  se queste persone organizzano comitati e presentano esposti per cercare una soluzione, di fatto queste non vengono mai accolte, non c’è mai un seguito da parte delle autorità pubbliche”, ha spiegato ad AgriNext Isabel Paliotta, policy officer di EEB. “I diritti di queste persone sono ignorati a fronte degli interessi della grande agroindustria e dei loro fatturati stellari”, aggiunge l’esperta. Secondo i dati, l’allevamento intensivo causa il 93% dell’inquinamento da ammoniaca, con un costo sociale pari a 187 miliardi euro. Qui il report con maggiori info. 

La contestazione – L’Autorità per la sicurezza alimentare (Efsa) sta rivedendo un documento di orientamento per proteggere gli insetti e altri artropodi dagli effetti negativi dei pesticidi. Secondo l’analisi di PAN Europe, del gruppo di esperti coinvolti solo 3 membri su 11 (27%) sono ecotossicologi e non sarebbe coinvolto un solo vero esperto di insetti (entomologo). “Sei degli 11 esperti sono membri di organismi nazionali di autorizzazione, mentre 5 membri hanno sostenuto in passato politiche dell’EFSA che PAN Europe considera non in linea con la scienza; 3 collaborano ancora strettamente con l’industria dei pesticidi e 4 hanno pubblicato ricerche in collaborazione con l’industria”, scrive in una nota l’Ong che combatte l’uso di pesticidi.

L’agenda agricola a Bruxelles e dintorni

31 marzo / 3 aprile, Strasburgo – In plenaria i deputati discuteranno con la Commissione le priorità per il bilancio dell’Ue del prossimo anno. Il 2 aprile il Parlamento adotterà le sue proposte al riguardo. Anche il sostegno agli agricoltori, figura nella lista degli aspetti da migliorare. 

6 – 9 Aprile, Verona – Appuntamento chiave per il settore vitivinicolo, ma non solo. I quattro giorni dedicati allo sviluppo delle relazioni tra produttori e acquirenti, è diventato un appuntamento politico di alto profilo. Quest’anno è prevista anche la partecipazione di ben due commissari europei: Christophe Hansen ed Olivér Varhelyi.

Marzo – Novembre 2025 – Il 29 marzo è partita la Carovana Contadina per la sovranità alimentare: un viaggio in 9 tappe attraverso 8 regioni italiane per scoprire e mappare le realtà e comunità rurali che praticano la cultura dell’agroecologia rispettando la terra e i diritti. È un progetto realizzato dal Centro Internazionale Crocevia in collaborazione con Ecologia UBI, l’area di Unione Buddhista Italiana che si occupa di ecologia. Qui le info sulle prossime tappe.

Fonte : Today