Papa Francesco sulle guerre dimenticate dell’Africa: ‘Avviare dialogo costruttivo’

Nel testo dell’Angelus esprime “preoccupazione” per il Sud Sudan, dove è abrogato l’accordo di pace del 2018: “Mettere da parte le divergenze”. In Sudan “spaventosa catastrofe umanitaria”: comunità internazionale “aumenti gli sforzi”. Invocata la pace in Ucraina, Palestina e Myanmar, che soffre “anche per il terremoto”. Ai Missionari della Misericordia: “Perdono fonte di speranza”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Dopo le dimissioni di papa Francesco dal Policlinico Gemelli della scorsa domenica, la sua situazione risulta “stabile con lievi miglioramenti”, ha comunicato due giorni fa la Sala Stampa della Santa Sede. Alle terapie il pontefice alterna “preghiera, riposo e un po’ di attività lavorativa”. Anche oggi è stato diffuso il testo dell’Angelus, in cui c’è l’invito di vivere la Quaresima “come tempo di guarigione”. “Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo – dice Bergoglio -. La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti”. E ringrazia quanti “sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera”. 

“Seguo con preoccupazione la situazione in Sud Sudan”, aggiunge. Nel Paese africano – il più giovane del mondo, nato nel 2011 ottenendo l’indipendenza dal Sudan – è stata infatti annunciata dall’opposizione l’abrogazione dell’accordo di pace del 2018, con l’arresto del vicepresidente Riek Machar. Ora si teme la ripresa delle ostilità. Tra 2013 e il 2018 il conflitto tra le forze di Kiir e Machar aveva causato circa 400mila morti e quattro milioni di sfollati. “Rinnovo il mio appello accorato a tutti i Leader, perché pongano il massimo impegno per abbassare la tensione nel Paese”, dice papa Francesco. “Occorre mettere da parte le divergenze e, con coraggio e responsabilità, sedersi attorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo. Solo così sarà possibile alleviare le sofferenze dell’amata popolazione sud-sudanese e costruire un futuro di pace e stabilità”, afferma.

E parlando del Sudan, dove persiste una “spaventosa catastrofe umanitaria” – con il più alto numero di sfollati interni del pianeta: oltre 11 milioni – ricorda: “La guerra continua a mietere vittime innocenti”. “Esorto le parti in conflitto a mettere al primo posto la salvaguardia della vita dei loro fratelli civili – continua il pontefice – e auspico che siano avviati al più presto nuovi negoziati, capaci di assicurare una soluzione duratura alla crisi”. E rivolgendosi alla comunità internazionale, sottolinea la necessità che “aumenti gli sforzi”.

Poi, un invito a pregare per la pace – “confidando nella misericordia di Dio Padre” – “nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Repubblica Democratica del Congo e Myanmar, che soffre tanto anche per il terremoto”. Dopo aver ricevuto le notizie del sisma di magnitudo 7.7 (con effetti anche in Thailandia), con epicentro a soli 10 km di profondità per il quale si temono migliaia di vittime, papa Francesco si era detto “profondamente addolorato dalla perdita di vite umane e dalla devastazione diffusa”. A proposito di pace, il pontefice riporta “grazie a Dio” anche dei dati positivi: “Cito ad esempio la ratifica dell’Accordo sulla delimitazione del confine tra il Tajikistan e il Kyrgyzstan, che rappresenta un ottimo risultato diplomatico. Incoraggio entrambi i Paesi a proseguire su questa strada”. 

Proprio in queste ore si sta svolgendo il sesto grande evento dell’Anno Santo, il Giubileo dei Missionari della Misericordia. Sono 500 i preti accorsi in Vaticano da tutti i continenti. Papa Francesco – a Casa Santa Marta dopo il ricovero di 38 giorni al Policlinico Gemelli di Roma – non è potuto essere presente. Nel messaggio diffuso per l’occasione dice: “Vi ringrazio, perché con il vostro servizio date testimonianza del volto paterno di Dio, infinitamente grande nell’amore, che chiama tutti alla conversione e ci rinnova sempre con il suo perdono”. Parlando di “conversione e perdono”, il pontefice aggiunge: “Sono le due carezze con le quali il Signore terge ogni lacrima dai nostri occhi; sono le mani con le quali la Chiesa abbraccia noi peccatori; sono i piedi sui quali camminare nel nostro pellegrinaggio terreno”.

Al mondo sono 1258 i sacerdoti istituiti Missionari della Misericordia. Si tratta di un ministero particolare istituito da Francesco, in occasione del Giubileo straordinario della Misericordia del 2016. Essi hanno la facoltà di perdonare i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica. “Vi incoraggio perciò, nel vostro ministero di confessori, ad essere attenti nell’ascoltare, pronti nell’accogliere e costanti nell’accompagnare coloro che desiderano rinnovare la propria vita e ritornano al Signore”, ha aggiunto Bergoglio nel suo messaggio, letto da mons. Rino Fisichella. “Il perdono del Signore è fonte di speranza, perché possiamo sempre contare su di Lui, in qualunque situazione. Dio si è fatto uomo per rivelare al mondo che non ci abbandona mai!”.

Fonte : Asia