In una fase di “guerra commerciale” acuita dai dazi imposti dal presidente Usa Trump, i tre Paesi cercano nuove vie di collaborazione. Il vertice in programma il 29 e 30 marzo a Seoul. La preoccupazione dei sud-coreani (e giapponesi) per le tariffe al settore delle auto. Intanto Pechino annuncia contromisure se Washington prosegue nella guerra commerciale.
Seoul (AsiaNews) – In una fase di aspra guerra economica e commerciale anche fra realtà un tempo – o ancora oggi sulla carta – alleate, come sta avvenendo in questi giorni fra Washington e Bruxelles con i dazi statunitensi e la risposta europea, in un’altra area del mondo si provano passi inediti di collaborazione. Uno di questi esempi è il “raro summit” che vedrà riuniti alti funzionari del settore del commercio di Corea del Sud (che anticipano la notizia), Giappone e Cina, per un vertice in calendario il 29 e 30 marzo a Seoul, in cui si discuterà proprio di “collaborazione economica”.
L’annuncio di questo raro incontro – il primo in cinque anni – è giunto oggi da una fonte governativa sud-coreana, che ha chiesto l’anonimato; inoltre, esso arriva a pochi giorni dalla decisione dell’inquilino della Casa Bianca Donald Trump di imporre tariffe del 25% su tutte le auto e i camion leggeri non costruiti sul territorio statunitense. Seoul e Tokyo sono grandi esportatori di auto e anche la Cina è stata duramente colpita dalle misure tariffarie imposte da Washington in quella che appare sempre più come una guerra commerciale.
La fonte governativa sudcoreana, riferisce l’Afp, ha anticipato che alla “riunione trilaterale dei ministri dell’Economia e del commercio” dovrebbero partecipare il titolare dell’Industria sudcoreano Ahn Duk-geun e l’omologo giapponese Yoji Muto. A questi si unisce anche il ministro cinese Wang Wentao. Per l’occasione sono previsti anche incontri bilaterali tra le nazioni.
Ieri lo stesso Ahn ha dichiarato che, poiché il 50% delle esportazioni di automobili della Corea del Sud è destinato agli Stati Uniti, i dazi “sollevano preoccupazioni per i danni significativi all’industria”. “Il processo di risposta – ha aggiunto il ministro, nel corso di una riunione governativa di emergenza – alle misure tariffarie statunitensi non si risolverà in un unico ciclo di colloqui e si prevede che richiederà tempo”. “Nonostante le crescenti incertezze globali, il governo – conclude – sarà al fianco delle nostre aziende durante tutto questo processo”.
All’inizio di marzo Trump ha imposto altri dazi generalizzati sulle importazioni cinesi, dopo una mossa simile a febbraio, che finiranno per colpire e impattare per centinaia di miliardi di dollari di scambi totali tra le due maggiori economie del mondo. Il ministro cinese del Commercio Wang Wentao ha avvertito che le tariffe Usa minacciano di “interrompere la stabilità della catena di approvvigionamento industriale globale e di ostacolare lo sviluppo dell’economia mondiale”. Egli ha quindi concluso con parole che risuonano come una minaccia: “Se gli Stati Uniti continueranno su questa strada sbagliata, ci batteremo fino alla fine”.
Anche il portavoce del governo giapponese ha dichiarato il 27 marzo scorso che i dazi statunitensi sulle importazioni di auto sono “estremamente deplorevoli”. Il Giappone ospita la Toyota, la casa automobilistica più venduta al mondo, e la salute dell’industria del settore ha un impatto su molti comparti, dalla produzione di componenti all’acciaio e ai microchip. Dei 21,3 trilioni di yen (195 miliardi di dollari) di esportazioni del Paese del Sol Levante verso gli Stati Uniti nel 2024, le automobili e gli altri veicoli rappresenteranno circa un terzo del totale.
Fonte : Asia