Drigo dei Negrita: “Canzoni per Anni Spietati è un album per liberi pensatori”

Il 2025 è un anno di grandi novità per i Negrita! Dopo aver celebrato i 30 anni di carriera con un concerto sold-out all’Unipol Forum di Milano lo scorso 27 settembre, la band toscana torna con un nuovo disco intitolato Canzoni Per Anni Spietati. Un concept album che rappresenta un vero e proprio atto di libertà creativa e di pensiero e arriva a sei anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio. Il tour partirà l’8 aprile da Roma e terminerà con una doppia data al Vox di Nonantola l’1 e il 2 maggio.

Drigo partiamo dalla storia di Canzoni per Anni Spietati: so che è figlio di un percorso non facile, anche umanamente. Quando e come avete poi trovato la giusta via?

In realtà il disco non nasce in una atmosfera di crisi, la band ha avuto una lunga pausa, sette anni per fare un album è vero, ma siamo rimasti attivi, non c’era l’atmosfera giusta per metterci a lavorare in studio, il tour era il nostro massimo in quella fase.

Che è successo?
Avevamo dei punti interrogativi ma il viversi ognuno a suo modo la pandemia è stato un periodo lungo e intenso anche a livello di riflessioni non solo personali ma pure esistenziali. Quel tempo a disposizione non è stato prolifico per la scrittura. Io a casa percepivo che non era il momento per una comunicazione verbale perché quando siamo in studio alla fine realizziamo che i nostri ragionamenti finiscono nelle canzoni. So che la musica in tempo di crisi ha fatto capolavori straordinari ma oggi mancano figure di riferimento sane, capaci di portare speranza non con qualcosa di elaborato ma con comunicazioni figlie dell’ispirazione  e penso, come riferimento, al quadro Guernica di Picasso.

Quindi come avete proceduto?
La scelta è stata aspettare che la situazione finisse, quindi la elaboriamo e poi la raccontiamo. Mi sono trovato a sentire la vibrazione non verbale che mi comunica quello che sono, esistono linguaggi che comunicano al di là della volontà. Mi veniva la musica ma non le parole. Dopo un lungo periodo ci siamo ritrovati, abbiamo provato ad andare in studio per fare una canzone, ci siamo confrontati con la maturazione che ci era stata imposta dal covid, che è stato la prova generale di una grande crisi globale. Ma non volevamo un disco di riempitivi.

Tu che pensavi?
Io dicevo che in Cina muore gente e si chiama pandemia ma praticamente tutti abbiamo rifiutato l’idea al punto che la gente moriva in casa e noi ipnotizzati dalla dialettica dei social vivevamo una realtà parallela quando eravamo di fronte alla fine del mondo: facciamo gli splendidi e non capiamo che siamo sull’orlo del baratro. Purtroppo mancano figure di riferimento sane, con una idea di pace.

Uno dei temi è la libertà di pensiero: voi la avete sempre espressa e sostenuta. Perché oggi avete sentito la necessità di affrontare il tema con un approccio quasi politico?

Quando ci è stato segnalato che è stranissimo fare un disco politico, pur avendo grossi problemi, eravamo consci che insieme lavoriamo bene ed essendo musicisti insieme possiamo provare a inseguire la via dei grandi maestri. Il disco è nato con una intesa straordinaria. Certo c’è superficialità della musica di oggi ma io ti dico che non va bene sputare contro gli artisti, i fratelli e dico tocca a noi perché insieme possiamo darci da fare e allargare lo scenario. E’ tutto il mondo che è superficiale.

Bob Dylan fa parte di quella generazione ne che voleva cambiare il mondo con la musica: pensandoci oggi è stato un fallimento. Secondo te i loro ideali erano troppo grandi oppure non hanno trovato un terreno fertile nei giovani degli anni Sessanta? Per altro in Noi Siamo Gli Altri dite che di rivoluzioni non ne avete mai viste.

Ci sono state manifestazioni importantissime legate alla musica dove si chiedeva la pace. Pensa a come è stato fatto dimettere Richard Nixon si è dimesso. La musica era lubrificante di questa situazione.

Con Domenico Modugno nel blu si sognava, con voi il blu diventa ribellione: cosa possiamo fare “per volare ancora”?

Davanti alla visione di uno scenario da baratro, ricordiamoci che siamo su un pianeta verde e il cielo e blu e rammentiamoci pure della bellezza che abbiamo la fortuna di vivere.

L’Amore è un’altra cosa” e rapportato a quello che dite in Ama o Lascia Stare è coerente: ma cosa è oggi l’amore? Dove ce ne nutriamo?

Ci sono parole che oggi sono quasi patetiche: amore, spiritualità, etica. Anche fare la spesa è una scelta importante vista la crisi dei bilanci famigliari, quando le pance saranno vuote bisogna scendere in strada, ma ribadisco che mancano i punti di riferimento.

Non Esistono Innocenti Amico Mio è una canzone molto cruda: hai, avete mai avuto la percezione che l’indifferenza potesse contagiarvi?

Assolutamente sì, più che indifferenza la sensazione è di smarrimento. Ma oggi da musicisti sappiamo che possiamo fare cose importanti. Mettiamoci a dispozione della musica e non business.

Oggi noi che “puntiamo sulla gente anche se il banco vince sempre” dobbiamo considerarlo un atto di coraggio? Un atto eretico?

Le cose cambiamo spesso, la gente in questo momento chi è? Siamo tutti divisi? Negli USA la gente non scende in piazza mentre i francesi sono bravi. Tante parole hanno perso il contentuto e ne abbiamo parlato. Che vuol dire popolo? Dove è?

Non si Può Fermare è la canzone della speranza, quella dove c’è “l’onda bassa che risale”: è così che pensate al futuro vostro e dei vostri figli? Un attesa cosciente e resistente?

Non nasce con l’idea di resistenza, è l’aprirsi dopo mesi chiusi in casa, gli uccellini che sentivamo nel silenzio a volte erano spaventosi nella loro bellezza, ammonivano i nostri errori. Sembra di andare verso la fine del mondo ma la marea tornerà e anche se senza figure importanti pulite restiamo con la certezza dell’onda che risale.

Cosa mi puoi anticipare del tour?

Abbiamo scritto canzoni valide, alcune tra le migliori della nostra carriera. L’album avrà rilievo nella scaletta. Il disco conferma chi siamo oggi e che nel tempo siamo rimasti coerenti.

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Fonte : Sky Tg24