Il profilo di Alex Karp, amministratore delegato e co-fondatore del colosso della data intelligence Palantir, si distingue nettamente dall’élite del mondo tecnologico, sempre più rumorosa e filo-trumpiana. Studi filosofici, un dottorato in sociologia, sostenitore della candidata democratica Kamala Harris alle ultime elezioni, la sua figura si allontana anche dai cliché tipici degli uomini d’affari: non ha paura di apparire in pubblico con una semplice maglietta bianca, spesso indossa pantofole di lana in ufficio e non possiede né guida un’auto.
Soprannominato “Daddy Karp” dai membri del subreddit dedicato a Palantir, Karp è noto per il suo profilo generalmente discreto, ma di recente è balzato agli onori della cronaca non solo per la sua ricchezza e la sua forma smagliante (fa sci di fondo per cinque ore a settimana), ma per la pubblicazione del suo libro, The Technological Republic: hard power, soft belief, and the future of the West, scritto a quattro mani con Nicholas W. Zamiska, altro dirigente dell’azienda.
Salvate il soldato tech
La “repubblica tecnologica” delineata da Karp e Zamiska è in realtà una chiamata alle armi per la Silicon Valley, un manifesto programmatico che esorta il mondo tecnologico a riportare le lancette indietro nel tempo, verso un’epoca in cui l’innovazione tecnologica era orientata più alle applicazioni militari che a quelle commerciali. L’attuale panorama tecnologico sarebbe dominato dalla “pubblicità e dallo shopping online, così come dai social media e dalle piattaforme di condivisione video”: secondo gli autori, questo riflette il declino di un’industria che affronta l’innovazione senza chiedersi cosa valga la pena costruire.
Al contrario, l’obiettivo delle innovazioni future dovrebbe essere quello di avere un impatto positivo sulla sicurezza nazionale: un dovere patriottico che sta trovando sempre più cittadinanza nella nuova Silicon Valley post-trumpiana, dove anche colossi come Google hanno rivisto le loro politiche in merito allo sviluppo di applicazioni militari, fiutando gli affari dietro la corsa al riarmo. La nuova generazione dei leader tech, secondo Karp, deve essere animata da un patriottismo indirizzato “alla difesa della nazione e all’articolazione di un progetto nazionale: cos’è questo paese, quali sono i nostri valori e per cosa ci battiamo”. Come ha sintetizzato il Wall Street Journal, “Alex Karp vuole che la Silicon Valley si batta per l’America”.
In questo senso, il testo suggerisce di ristabilire legami stretti con il Pentagono e le strutture federali, come ai tempi della Guerra fredda. “L’argomento centrale che portiamo avanti nelle pagine che seguono è che l’industria del software dovrebbe ricostruire il suo rapporto con il governo e reindirizzare i suoi sforzi e la sua attenzione alla costruzione delle capacità tecnologiche e di intelligenza artificiale che affronteranno le sfide più urgenti che ci attendono collettivamente”, scrivono Karp e Zamiska. Il fatto che Palantir sia un’azienda in ascesa e abbia visto grandi investimenti da parte della Cia e di altre agenzie governative aiuta a comprendere questo pensiero: dall’inizio del 2023, il valore delle azioni Palantir è salito in maniera impetuosa, superando la capitalizzazione di mercato di operatori della difesa tradizionali come Lockheed Martin.
L’impatto dell’AI
La chiamata alle armi non è l’unico tema centrale del testo, che Karp e Zamiska hanno organizzato in quattro sezioni descrivendo l’ascesa delle innovazioni a livello software, le ragioni per cui una generazione di ingegneri della Silicon Valley ha ignorato il governo, il ruolo della tecnologia nelle forze armate e le motivazioni per cui Washington dovrebbe ricostruire “la repubblica tecnologica”, con le migliori menti del paese chiamate a lavorare per l’interesse nazionale. Secondo Karp, le nazioni che non riusciranno a integrare l’intelligenza artificiale nelle loro strategie di governance e di difesa rischiano di rimanere indietro nel prossimo grande cambiamento geopolitico. Le principali democrazie del mondo, sostiene, devono sviluppare attivamente l’IA, non solo per alimentare la crescita economica, ma anche per proteggere la sicurezza nazionale.
Fonte : Wired