L’ultimo aggiornamento del generatore di immagini di ChatGPT, il celebre sistema di intelligenza artificiale creato da OpenAI, ha riacceso il dibattito sul copyright e sulla tutela della proprietà intellettuale. Il lancio della nuova versione ha scatenato una vera e propria ondata di immagini e meme in rete, molti dei quali ispirati all’inconfondibile stile dello Studio Ghibli, la rinomata casa di produzione giapponese fondata nel 1985 dal maestro dell’animazione Hayao Miyazaki. Tra le creazioni generate dall’IA si trovano reinterpretazioni surreali: personaggi come Elon Musk e Donald Trump ritratti in uno scenario da film Ghibli, versioni alternative de “Il Signore degli Anelli” e persino ricostruzioni visive degli attentati dell’11 settembre. L’impatto è stato così vasto che persino Sam Altman, CEO di OpenAI, ha modificato la propria immagine profilo su X per adattarla a questo stile.
Lo scontro
Questa diffusione massiccia ha riacceso le polemiche sul rispetto dei diritti d’autore nell’era dell’intelligenza artificiale. Ora, con GPT-4o, il modello più avanzato di OpenAI, la questione torna alla ribalta. Il modello è stato addestrato su un vasto repertorio di immagini, incluse molte protette da copyright, tra cui quelle dello Studio Ghibli. OpenAI e altre aziende del settore si difendono sostenendo che i loro algoritmi non copiano direttamente le opere originali, ma generano nuove creazioni basate su uno studio approfondito degli stili esistenti. Tuttavia, questa spiegazione non convince artisti, editori e creatori, che si sentono espropriati del proprio lavoro. Non a caso, OpenAI è già coinvolta in diverse cause legali per violazione del copyright, tra cui una con il New York Times. Attualmente, il generatore di immagini basato su GPT-4o è disponibile solo per gli utenti a pagamento di ChatGPT. Interpellata dall’AFP sulle implicazioni del nuovo strumento per la proprietà intellettuale dello Studio Ghibli, OpenAI ha dichiarato di essere ancora in fase di perfezionamento del modello. “Il nostro obiettivo è offrire agli utenti la massima libertà creativa possibile”, ha affermato un portavoce dell’azienda, precisando che OpenAI impedisce la generazione di immagini nello stile di artisti viventi, ma consente di ispirarsi a stili più ampi, come quelli degli studi di animazione.
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Fonte : Sky Tg24