“Abbiamo bisogno della Groenlandia, è importante per la sicurezza internazionale. Dobbiamo averla”. Non usa mezzi termini il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Dopo il via libera di Vladimir Putin, si stringe la sua presa sulla Groenlandia, territorio con un autogoverno che appartiene però al Regno di Danimarca. Trump rilancia le sue pretese, ma il suo vice J.D. Vance ha dovuto fare qualche passo indietro per evitare contestazioni nel Paese dove è ora in visita insieme alla second lady Usha e al consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz.
Le dichiarazioni di Trump
Per Trump il discorso non è se gli Stati Uniti possano fare a meno della Groenlandia, ma la questione ha una rilevanza internazionale. “Se guardiamo alle acque attorno alla Groenlandia, ci sono ovunque navi cinesi e russe”, precisa il presidente facendo riferimento alla crescita delle rotte artiche. Proprio per queste attività dei rivali, Washington non può contare su Copenaghen: “Non possiamo affidarci alla Danimarca o altri per affrontare la situazione”, ha aggiunto il presidente. Che ha quindi concluso: “La Groenlandia è molto importante per la pace del mondo, non per noi, per la pace del mondo intero, e credo che la Danimarca lo capisca, che l’Unione Europea lo capisca. E se non lo capiscono, dovremo spiegarglielo noi”.
Vance: “Non sarà necessaria la forza”
Lo stesso vice presidente gli ha fatto eco dalla Groenlandia, dove è ora in visita: “Non possiamo nascondere la testa nella sabbia, o in questo caso nella neve, e fingere che i cinesi non siano interessati a questa regione”. “Dobbiamo svegliarci”, ha aggiunto, facendo riferimento all’influenza sempre maggiore di Russia e Cina nell’area. Il numero due della Casa Bianca ha però specificato che “non ci sono piani immediati” di espandere la presenza militare statunitense nell’isola della corona danese.
Per arrivare all’obiettivo, ha ribadito Vance, il presidente Trump “non pensa che la forza militare sarà necessaria, ma crede fermamente che la Groenlandia sia una parte importante della sicurezza, non solo degli Stati Uniti, ma del mondo”. Il numero due si è quindi spinto a immaginare, o consigliare, l’ipotetico futuro dell’isola: “Quello che pensiamo accadrà è che i groenlandesi sceglieranno, attraverso l’autodeterminazione, di diventare indipendenti dalla Danimarca” e a quel punto “parleremo” con la popolazione della Groenlandia. Vance però fa capire che non c’è fretta: “Penso che sia prematuro parlare di qualcosa di troppo lontano nel tempo. Non pensiamo che la forza militare sarà mai necessaria”. E si è raccomandato ai groenlandesi che giudica “razionali e buoni”, con i quali “pensiamo che saremo in grado di concludere un accordo”.
Il viaggio
All’inizio il viaggio in Groenlandia prevedeva soltanto la moglie di Vance, Usha. La second lady avrebbe dovuto toccare diverse tappe nel Paese: la capitale Nuuk, la base militare Pituffik, alcuni siti culturali e infine assistere a una tradizionale corsa con i cani da slitta. Un programma già considerato ostile dagli abitanti dell’isola. Ma una volta che Vance e il consigliere per la sicurezza nazionale Waltz si sono aggiunti al viaggio, sono scoppiate le proteste nel Paese. Tanto che il governo groenlandese ha definito la visita “altamente aggressiva”. E la delegazione è stata costretta a tagliare il programma riducendolo al solo incontro alla base militare.
Fonte : Today