Nano satelliti, super condensatori: 10 startup italiane dello Spazio

L’Italia è il sesto Paese al mondo per rapporto fra investimenti nello spazio e Pil e il terzo in Europa (fonte: Eurispes). Un rapporto che negli ultimi anni è quasi raddoppiato, con una crescita media annua del 9,5%. Ottantotto paesi nel mondo investono in programmi spaziali, 14 dei quali hanno capacità di lancio; l’Italia è tra i 9 paesi dotati di un’agenzia spaziale, con un budget di oltre 1 miliardo di dollari all’anno.

Il made in Italy nel settore spaziale, nel 2023, ha prodotto esportazioni per 7,5 miliardi, in crescita del 14% rispetto al 2022. Nei primi otto mesi del 2024 il dato delle esportazioni italiane nel settore è stato di 4,3 miliardi. Ma, soprattutto, l’Italia è uno dei pochi paesi ad avere una filiera completa su tutto il ciclo: dall’accesso allo spazio alla manifattura, dai servizi per i consumatori ai poli universitari e di ricerca, con un’ottima distribuzione delle attività su tutto il territorio e un mercato in cui operano all’incirca 200 aziende con un fatturato annuo di più di 2 miliardi di euro. Il comparto spaziale italiano è composto, per circa l’80%, da piccole e medie imprese innovative, altamente specializzate nei diversi ambiti.

Nel periodo 2023-2027, i finanziamenti pubblici destinati all’ecosistema spaziale nazionale ammonteranno, complessivamente, ad oltre 7 miliardi di euro. Tali prospettive di attenzione e sviluppo sono peraltro in linea con l’approvazione, lo scorso 20 giugno 2024, del primo disegno di legge sulla space economy. Non solo, la recente visita della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, allo SpacePark di Argotec a San Mauro Torinese ha segnato un ulteriore passo nella valorizzazione del settore space tech nazionale. L’obiettivo è di rendere il nostro Paese meno dipendente da tecnologie straniere e più resiliente dal punto di vista tecnologico.

Innovazione spaziale. Le 10 startup italiane

Il settore spaziale è sempre più interconnesso con la sicurezza nazionale, la protezione delle infrastrutture critiche e lo sviluppo economico del Paese. In un mondo in cui la geopolitica dello spazio è in rapida evoluzione, l’Italia vuole essere protagonista di questa nuova era. Dalla microsatelliti ai supercondensatori di nuova generazione, passando per l’origami spaziale che permette alle strutture orbitanti di accumulare più energia con i pannelli solari. Ecco dieci startup italiane che abbiamo selezionato in ambito spacetech, da tenere d’occhio. La nostra lista.

Argotec – Torino | microsatelliti innovativi

Argotec produce satelliti di piccole dimensioni ed alta affidabilità e sviluppa soluzioni innovative per il comfort degli astronauti e dei futuri turisti spaziali. Fondata nel 2008 da David Avino (Ceo), rappresenta oggi una delle eccellenze industriali italiane nel settore spaziale. L’azienda ha una solida collaborazione con la Nasa, con cui ha lavorato per il lancio di microsatelliti innovativi nell’ambito delle missioni Dart e Artemis 1. Nel 2022, è stata l’unica azienda al mondo ad avere due microsatelliti operativi nello spazio profondo, segnando un primato tecnologico che rafforza la posizione italiana nel settore.

La visita della premier, a metà marzo, ha messo in evidenza anche il ruolo dello SpacePark di Argotec, inaugurato a ottobre 2024. Con una superficie di 11.500 metri quadrati, lo SpacePark è un hub in cui convergono ricerca, industria e startup dell’aerospazio. Il centro ospita anche una camera bianca da cento metri quadrati e un’area di produzione avanzata capace di realizzare oltre cinquanta satelliti l’anno, riducendo i tempi di produzione fino al 32% rispetto agli standard attuali. Argotec ha chiuso il bilancio del 2023 con una crescita significativa rispetto all’anno precedente (+117%), raggiungendo un valore della produzione di 22,7 milioni di euro. La società sta considerando l’ingresso di investitori strategici per accelerare ulteriormente il suo percorso di crescita. La strategia futura dell’azienda punta a consolidare la propria posizione nel mercato internazionale attraverso investimenti in tecnologie avanzate, sviluppo delle comunicazioni satellitari e lunari, oltre all’ampliamento delle capacità produttive in Italia e negli Stati Uniti.

Novac – Modena | supercondensatori di nuova generazione

Novac sviluppa supercondensatori solidi modellabili per alte performance. La startup è nata nel 2020 come spin-off dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, nell’ambito del percorso imprenditoriale TACC (Training for Automotive Companies Creations), con un team under 30 composto da ex studenti dello stesso ateneo: Matteo Bertocchi, Loris Bruzzi, Alessandro Fabbri e Aldo Girimonte. Dal 2023 Novac è incubata in I3P, l’Incubatore del Politecnico di Torino, nell’ambito del programma ESA BIC Turin, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

Supercondensatori modellabili a stato solido - NOVAC

I supercondensatori di Novac garantiscono elevata potenza e tempi di ricarica estremamente rapidi, risultando ideali per gestire i picchi di energia e supportare le batterie, che altrimenti subirebbero stress e degrado precoce. Il loro utilizzo in combinazione con le batterie ne migliora l’efficienza e ne prolunga la vita utile, assegnando ai supercondensatori la gestione dei picchi di potenza e permettendo alle batterie di operare in condizioni più stabili e ottimali. La tecnologia proprietaria di Novac, coperta da brevetti, può essere integrata in sistemi elettrici o ibridi nei settori automotive, aerospace, marittimo e industriale, per un mercato dal potenziale valore stimato a 6,5 miliardi di euro. In ambito aerospaziale, supportano operazioni critiche come l’alimentazione dei satelliti SAR e il dispiegamento di pannelli solari senza richiedere il sovradimensionamento delle batterie. Nel settore marittimo, migliorano l’efficienza delle manovre portuali e della propulsione ibrida, riducendo il consumo di carburante. In ambito industriale, stabilizzano l’energia nelle linee produttive e nei sistemi UPS, garantendo continuità operativa. La loro integrazione assicura maggiore sostenibilità, migliori performance ed efficienza economica grazie alla riduzione dei costi di gestione e manutenzione. Novac ha da poco raccolto un round seed da 3,5 milioni di euro guidato da Eureka! Venture insieme a CDP Venture Capital e al Polo di Trasferimento Tecnologico Galaxia, per accelerare la realizzazione dei supercondensatori di nuova generazione per sistemi di accumulo più eco-sostenibili.

D-Orbit – Como | logistica spaziale

D-Orbit, impegnata nei servizi e tecnologie di logistica spaziale, con sede centrale a Fino Mornasco, in provincia di Como, negli ultimi anni è diventata punto di riferimento non solo in Italia e in Europa ma a livello internazionale per le tecnologie di trasporto orbitale. D-Orbit nasce nel 2011 da un’idea di Luca Rossettini e Renato Panesi, due ingegneri aerospaziali italiani che si incontrano nella Silicon Valley grazie a una borsa di studio. Oggi la società fornisce servizi di logistica spaziale, con soluzioni che coprono l’intero ciclo di vita delle missioni fuori dal pianeta, semplificando le operazioni, sia nello spazio che a terra, con tecnologie innovative che vanno dalla progettazione allo sviluppo della piattaforma satellitare fino alla gestione dei detriti emessi durante le missioni.

Credit - DOrbit

D-Orbit ha attualmente 16 missioni spaziali di successo alle spalle, 14 delle quali basate sull’ION Satellite Carrier, il suo veicolo di trasporto orbitale. Nel 2025 sono già pianificate altre sette missioni, che permetteranno all’azienda di continuare a testare tecnologie proprietarie e soluzioni innovative sviluppate dai loro clienti. Lo scorso settembre ha raccolto un finanziamento di 150 milioni di euro guidato da Marubeni Corporation, una multinazionale del settore industriale giapponese. Alla fine del 2024 la scaleup italiana D-Orbit, ha inoltre annunciato la firma di un contratto da 119,6 milioni di euro con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) nell’ambito del progetto Space Safety. E, nello stesso periodo, ha creato una joint venture con OVHcloud, azienda europea di servizi cloud, che consolida la loro collaborazione a supporto delle startup innovative del settore spaziale con un focus sull’IA e sulla sostenibilità. Si tratta di significativi passi avanti per l’azienda, che mira a rafforzare le sue operazioni e accelerare il suo percorso di crescita globale. Oltre al quartier generale vicino al lago di Como, l’azienda ha sedi in in UK, Portogallo, Usa.

Astradyne – Bari | sistemi dispiegabili

Astradyne sviluppa strutture dispiegabili per l’industria aerospaziale. La startup nasce in Puglia nel 2021 dall’incontro di Alessandro Buscicchio, Vittorio Netti, e Davide Vittori, all’epoca studenti di dottorato presso il Politecnico di Bari, e dalla loro volontà di commercializzare la conoscenza tecnica pregressa sviluppata presso i più prestigiosi centri accademici al mondo, tra cui il NASA-JPL in California ed il SICSA di Houston.

Il primo prodotto di Astradyne, è SolarCube, che promette di cambiare radicalmente il modo in cui i satelliti raccolgono energia nello spazio. Oggi, la maggior parte dei satelliti utilizza pannelli solari rigidi, con una classica struttura in fibra di carbonio. Sebbene efficienti, questi pannelli occupano molto spazio: un problema significativo per il lancio dei satelliti, dove ogni centimetro cubo è prezioso. SolarCube introduce un nuovo paradigma: un pannello solare flessibile che integra circuiti stampati rigido-flessibili su un substrato tessile. Questo approccio permette al pannello di piegarsi in modo estremamente compatto durante il lancio e di dispiegarsi una volta in orbita (tramite un sistema di apertura controllato), garantendo una superficie molto più ampia per la raccolta dell’energia solare. Attualmente, SolarCube è in fase di test per i CubeSat 3U, ma il team ha ambizioni più grandi: il prossimo passo sarà adattare la tecnologia anche a micro-satelliti più grandi e, in futuro, persino a missioni lunari. L’azienda ha di recente raccolto un round d’investimento da 400 mila euro guidato da Galaxia, il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per l’Aerospazio, creato da CDP Venture Capital realizzato in collaborazione con Obloo.

CamGraPhIC – Milano | ricetrasmettitori avanzati

Fondata nel 2018 da Andrea Ferrari, Direttore del Cambridge Graphene Centre, e Marco Romagnoli, Responsabile del Settore Ricerca – Tecnologie Avanzate per l’Integrazione Fotonica presso il Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT) di Pisa, CamGraPhIC sviluppa tecnologia di interconnessione ottica ad ampia larghezza di banda e ad alta efficienza energetica.

I ricetrasmettitori basati sul grafene di CamGraPhIC rappresentano un’alternativa valida, stabile e altamente scalabile all’attuale fotonica basata sul silicio. Questi ricetrasmettitori avanzati offrono una densità di banda molto più elevata e prestazioni di latenza eccezionali, consumando al contempo l’80% di energia in meno rispetto ai tradizionali ricetrasmettitori ottici plug-in per data center. L’innovazione è particolarmente efficace per il trasferimento di grandi volumi di dati tra le unità di elaborazione grafica (GPU) e la memoria ad alta larghezza di banda (HBM), fondamentali per l’intelligenza artificiale generativa e l’elaborazione ad alte prestazioni.

Inoltre, questo tipo di ricetrasmettitori opera in modo efficiente all’interno di un determinato intervallo di temperature, evitando così la necessità di sistemi di raffreddamento complessi e costosi. Grazie a un’architettura semplificata del dispositivo, resa possibile da un’integrazione unica del grafene di altissima qualità nella struttura fotonica, questi ricetrasmettitori sono anche più convenienti da produrre. Inizialmente orientati verso le interconnessioni tra GPU per l’IA e HBM, 2D Photonics e CamGraPhIC prevedono di espandersi anche nell’avionica, nei sistemi avanzati di assistenza alla guida per autoveicoli (ADAS) e nelle applicazioni spaziali, dove i loro ricetrasmettitori robusti e ad alte prestazioni offrono significativi vantaggi tecnici e commerciali rispetto alle tecnologie esistenti. La società a fine marzo 2025 ha raccolto di 25 milioni di euro. Tra i finanziatori CDP Venture Capital, NATO Innovation Fund, e Indaco Ventures. Con questo investimento CamGraPhIC potenzierà le proprie capacità di ricerca e sviluppo a Pisa e stabilirà una linea di produzione pilota nell’area di Milano.

Kurs Orbital – Torino | logistica spaziale

Nata a Torino nel 2022 da Volodymyr Usov, già direttore dell’Agenzia Spaziale Ucraina, Kurs Orbital punta a democratizzare le soluzioni di assistenza in orbita, tra cui la rimozione dei detriti spaziali, il trasferimento orbitale dei satelliti, il de-orbiting e le ispezioni dei satelliti. Il progetto Kurs Orbital si basa sulla tecnologia Kurs, un sistema di aggancio automatico utilizzato da molti anni dalle capsule Soyuz.

La punta di diamante di Kurs Orbital è il modulo ARCap, una tecnologia rivoluzionaria di rendezvous e docking. Progettato per essere standardizzato e versatile, questo sistema può essere integrato in satelliti, veicoli cargo o navi spaziali, offrendo una vasta gamma di soluzioni: dal trasporto all’estensione della vita operativa dei satelliti, fino alla rimozione dei detriti spaziali, una delle sfide più urgenti dell’industria aerospaziale. L’approccio inclusivo di Kurs Orbital punta a rendere queste tecnologie accessibili anche alle piccole e medie imprese, democratizzando così un settore tradizionalmente dominato da pochi grandi attori. Nel 2023, l’azienda è entrata nei programmi Saudi Space Techstars Founder Catalyst e Seraphim Space Camp Accelerator e ha stabilito partnership strategiche con attori chiave dell’ecosistema spaziale italiano come Argotec, Politecnico di Torino, Thales Alenia Space, e agenzie spaziali come ASI ed ESA. Nel marzo 2024, Kurs Orbital ha ottenuto un finanziamento seed di 3,7 milioni di euro grazie a un round guidato da OTB Ventures, con la partecipazione di Credo Ventures, Galaxia, In-Q-Tel e Inovo. Fondi necessari per completare il primo modello di volo del modulo ARCAP, accelerare i test integrati e ampliare il team.

Picostas – Trieste | nanosatelliti

Nata nel 2014 come spin-off dell’Università di Trieste, Picosats è un’azienda impegnata nella ricerca, nello sviluppo e nella commercializzazione di sistemi di telecomunicazioni all’avanguardia per il mercato dei piccoli satelliti e oltre. L’uso sempre più diffuso di piccoli satelliti in orbite basse per le comunicazioni satellitari e la congestione dello spettro ha richiesto lo sviluppo di sistemi di telecomunicazioni ad alta frequenza e miniaturizzati, e Picosats ha colto l’opportunità di entrare in questo mercato in rapida espansione. Fondata dalla scienziata Anna Gregorio, Picostas ha sviluppato Radiosat, un ricetrasmettitore satellitare ad alta frequenza con performance estreme, in termini di velocità di trasmissione dati, peso e dimensioni, il primo in Europa e fra i primi a livello mondiale.

L’azienda nel 2024 ha raccolto un nuovo round da 2.13 milioni di euro. Tra gli investitori LIFTT, Progress Tech Transfer e Galaxia – il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per l’Aerospazio di CDP Venture Capital. La società si propone di raggiungere diversi obiettivi, tra cui dimostrare la tecnologia in banda Ka sviluppata con il supporto dell’Agenzia Spaziale Europea attraverso una missione in orbita in collaborazione con D-Orbit. Inoltre, sta lavorando allo sviluppo di un modem che consenta velocità di trasmissione dati elevate. I sistemi di telecomunicazioni sviluppati dall’azienda puntano a rivoluzionare l’accesso allo spazio, offrendo una maggiore flessibilità e una riduzione dei costi rispetto alle tecnologie tradizionali. L’obiettivo è di aprire nuovi orizzonti nella comunicazione satellitare.

ORiS – Torino | trasmissione wireless di energia nello spazio

ORiS (Orbital Recharge in Space) sta sviluppando una soluzione tecnologica innovativa basata sulla trasmissione wireless di energia, in grado di abilitare l’approvvigionamento energetico delle missioni lunari. La soluzione si basa su una costellazione di satelliti disposti in orbite lunari che accumulano energia grazie a pannelli fotovoltaici e batterie. L’energia viene poi trasmessa verso la superficie lunare attraverso un raggio laser. Il ricevitore sulla superficie lunare è composto da celle fotovoltaiche, ottimizzate per la conversione del fascio di radiazione monocromatica mentre la sua forma è studiata per minimizzare le perdite dovute all’inclinazione del fascio con le celle stesse.

Il progetto ORiS si propone come una “centrale elettrica” orbitante attorno alla Luna. Questa infrastruttura all’avanguardia sfrutta l’energia solare, accumulandola grazie a pannelli altamente efficienti posizionati nello spazio. L’energia raccolta viene quindi trasmessa in modo wireless alle basi lunari attraverso una tecnologia laser, che sarebbe il primo tentativo di utilizzo in ambito spaziale di un laser ad alta potenza, la cui tecnologia è in fase di sviluppo. La soluzione offre numerosi vantaggi. Innanzitutto, l’orbita lunare permette di sfruttare la luce solare in modo continuo, evitando le lunghe notti lunari che rappresentano una sfida per i pannelli installati sulla superficie. Inoltre, la trasmissione laser garantisce un metodo efficiente e sicuro per trasferire energia senza la necessità di complessi sistemi di cablaggio. Nata nel 2022 come spin-off del Politecnico di Torino, guidata da Andrea Villa (Ceo), la startup sta completando una raccolta fondi, e prevede entro il 2027 il primo lancio della propria tecnologia in orbita.

ARCA Dynamics – Roma | rimozione detriti spaziali

ARCA Dynamics fornisce servizi di gestione del traffico spaziale e di osservazione della Terra utilizzando nanosatelliti CubeSats proprietari. ARCA Dynamics è una società romana nata nel 2016 che ha brevettato un innovativo sistema di osservazione da satellite per il rilevamento e monitoraggio di detriti fino a dimensioni ridotte del millimetro. Grazie allo sfruttamento di diversi sensori sviluppati in-house ARCA Dynamics è in grado di scrutare continuamente lo spazio con la propria costellazione di nanosatelliti fornendo alle società del settore informazioni della cosiddetta Space Situational Awareness e cioè quelle informazioni dell’ambiente spaziale fondamentali ad operare in sicurezza i propri satelliti. Dopo essere stata incubata in ESA Bic Lazio, ARCA Dynamics è stata accelerata da Takeoff, di CDP Venture Capital e Plug and Play. In parallelo, la società ha testato il primo satellite proprietario in orbita attraverso il lancio di VegaC a luglio 2022 e il secondo con SpaceX ad aprile 2023.

La startup ha raccolto nel 2023 round pre-seed da 1,2 milioni di euro, utili per consentirgli di testare la propria soluzione in orbita nel breve periodo e continuare lo sviluppo hardware della costellazione, collocandosi nella più ampia fase di raccolta destinata a consolidare la strategia di crescita che la società sta perseguendo per sostenere l’ingresso nel mercato dell’acquisizione e commercializzazione di dati relativi al traffico spaziale che aprirà ad un mercato innovativo in fase di sviluppo ad alto potenziale. ARCA Dynamics è stata fondata da Daniele Luchena, attuale Ceo, e Dario Spiller.

Sidereus Space Dynamics – Napoli | nano razzi orbitali

Fondata a Napoli da Mattia Barbarossa (Ceo) nel 2019, con Luca Principi e Massimiliano Masciarelli, Sidereus Space Dynamics è focalizzata sullo sviluppo di nuovi veicoli per trasformare il volo spaziale in una routine quotidiana. Il veicolo attualmente in costruzione, EOS, è destinato a diventare il più piccolo razzo orbitale mai creato, un lanciatore ultraleggero, che offrirà una capacità di trasporto allo spazio di routine per piccoli satelliti. Le tecnologie in sviluppo, combinate con il nuovo approccio volto alla versatilità ed alla sicurezza, consentiranno ad EOS di divenire una piattaforma orbitale per far avanzare molto più velocemente lo sviluppo tecnologico nel campo spaziale e le sue ripercussioni sulla Terra, riducendo notevolmente tempi e costi del volo spaziale. Grazie alle sue caratteristiche EOS sarà capace di distribuire questa capacità in modo universale, fornendo una libertà mai vista prima.

Credits: Sidereus.space

Nel 2023, Sidereus ha raccolto 5,1 milioni di euro da Primo Space e CDP Venture Capital, erntrambi i fondi avevano già sottoscritto nel 2021 un primo round di 1,5 milioni di euro, entrando nel capitale dell’azienda italiana. Questa ultima iniezione di fondi ha l’obiettivo di catalizzare gli ambiziosi obiettivi di Sidereus, proiettando l’azienda nelle fasi di pre-volo e test di volo che precedono la campagna di volo orbitale sperimentale. Questa fase critica porterà al primo lancio orbitale sperimentale, gettando le basi per i successivi voli commerciali di EOS.

Fonte : Repubblica