Tra i tanti personaggi iconici incarnati da Keanu Reeves, ce n’è uno che l’attore di Matrix e John Wick sogna da anni di tornare a interpretare: John Constantine. Recentemente, in occasione dell’uscita in 4K del film (che quest’anno compie vent’anni), il regista dell’horror religioso Constantine, Francis Lawrence, ha confermato la produzione del sequel, in arrivo nel 2027 in un contesto che – ancora non è confermato – potrebbe inserirlo nel Dc Universe di James Gunn. Prima del boom della popolarità dei cinecomic, Reeves prestò le sue fattezze al personaggio dei fumetti creato dal venerato Alan Moore. La critica fu tendenzialmente impietosa, e i fan dell’esorcista di Liverpool non presero benissimo il fatto che Keanu non gli somigliasse affatto. L’edizione home video in 4K Uhd, nel frattempo, è sbarcata da poco anche in Italia, in uno speciale Steelbook (contiene anche il blu-ray) con tanti extra, tra cui Two Decades of Damnation: Keanu Reeves e Francis Lawrence parlano di Constantine vent’anni dopo, le scene eliminate, un finale alternativo, e alcuni gadget (cartoline e poster).
L’uscita costituisce l’occasione per una nuova visione che oggi, a distanza di un paio di decenni, si presta alla seguente riflessione: Constantine è molto meglio di come lo si ricordi, per le ragioni che andremo ora a elencare. Ai primi del Duemila, i cinecomic erano lontanissimi dal saturare il mercato e non erano ancora prodotti in tante copie carbone digitali pronte a replicarsi e diffondersi a Hollywood come un virus. C’erano opere d’autore come i Batman di Nolan ed epic fail come l’orripilante film su Catwoman in stivali open toe, e poi c’era Constantine, evidentemente realizzato da qualcuno a cui interessava di più far felice i fan dell’horror che quelli dei fumetti. La scelta di Reeves per il ruolo lo dichiarava subito: al posto del britannico biondo, c’era un John pallido e dark – e senza accento inglese. Nel film l’occultista viene introdotto mentre pratica un esorcismo: sta cercando di accumulare opere buone per salvarsi un posto in paradiso, lui che, da suicida, si è già guadagnato l’inferno. A finirci gli manca poco: fumando come una ciminiera si è avvelenato i polmoni.
Fonte : Wired