Un potente terremoto di magnitudo 7,7 ha colpito il centro del Myanmar (la ex Birmania) venerdì 28 marzo, con epicentro localizzato a 16 chilometri a nord-ovest della città di Sagaing alle 12:50 ora locale, le 7:20 del mattino italiane. Il governo non ha ancora cifre ufficiali su morti e feriti. Le stime che circolando parlano di centinaia, forse migliaia di vittime.
Il paese, precipitato nella guerra civile dopo il colpo di stato militare del 2021, è sostanzialmente isolato e le informazioni filtrano con estrema difficoltà a causano anche della censura di Internet. La giunta militare al potere ha decretato lo stato di emergenza in sei regioni, chiedendo aiuto alla comunità internazionale. Un’eventualità, nota il New York Times, estremamente rara per la giunta militare: in altri casi di calamità naturale il paese non aveva cercato supporto. La richiesta potrebbe indicare che l’esecutivo teme di non riuscire gestire la situazione.
Nel Myanmar ci sono 7mila italiani iscritti all’Aire (l’anagrafe per i residenti all’estero) e 700 italiani in viaggio registrati sul portale Dove siamo nel mondo.
Le intense scosse sono state avvertite anche nei paesi limitrofi, in particolare in Thailandia, dove ci sarebbero 43 operai sotto le macerie di un gratticielo in costruzione a Bangkok, e nella Cina meridionale.
I danni in Myanmar
Il terremoto, con una profondità relativamente superficiale di soli 10 chilometri, è stato seguito da una replica di magnitudo 6,4 appena dodici minuti dopo la prima scossa, peraltro avvertita in un’area molto vasta che comprende tre paesi: Myanmar, Thailandia e Cina. Nella capitale di Myanmara, Naypyidaw, le strade sono state visibilmente deformate sotto l’effetto delle scosse e frammenti di soffitto sono precipitati dagli edifici. Nella città di Mandalay, seconda metropoli del Myanmar con circa 1,6 milioni di abitanti e situata nei pressi dell’epicentro, il sisma ha danneggiato parte dell’antico palazzo reale e numerosi edifici, come documentato da video e fotografie diffuse sui social media. Diversi testimoni hanno riferito di aver visto crollare davanti ai loro occhi edifici di cinque piani e una casa da tè con persone intrappolate all’interno, al punto che le operazioni di soccorso si sono rivelate particolarmente complicate. Nella regione di Sagaing, immediatamente a sud-ovest di Mandalay, è crollato un ponte storico di 90 anni e alcune sezioni dell’autostrada che collega Mandalay e Yangon, la città più grande del paese, hanno subito danni significativi, del resto prevedibili in un’area notoriamente sismica ma caratterizzata da infrastrutture fragili e sviluppo urbanistico disordinato.
Fonte : Wired