Le forze israeliane hanno lanciato oggi un attacco aereo sulla capitale del Libano Beirut, il primo dalla tregua mediata dagli Stati Uniti nel novembre 2024, colpendo un deposito di droni di Hezbollah nella periferia sud della capitale libanese. L’operazione, definita dall’esercito israeliano (IDF) una risposta al lancio di razzi dal Libano verso il nord di Israele di questa mattina, rischia di riaccendere il conflitto sul fronte settentrionale, già teatro di mesi di tensioni.
La tregua in Libano, cosa succede adesso: la festa dei civili e la paura di nuovi scontri
L’attacco e la giustificazione di Israele
Secondo fonti militari israeliane, i jet hanno preso di mira un complesso appartenente all’Unità 127 di Hezbollah, ritenuta responsabile di attacchi con droni esplosivi e operazioni di sorveglianza nello Stato ebraico. “Hezbollah ha piazzato infrastrutture terroristiche nel cuore di aree civili, usando i libanesi come scudi umani”, ha accusato l’IDF, affermando di aver diffuso un avviso di evacuazione prima del raid. Il portavoce militare Avichay Adraee ha persino pubblicato su X una mappa con l’edificio target contrassegnato in rosso, esortando chiunque si trovasse nelle vicinanze a fuggire.
L’attacco arriva dopo che, nella mattinata di oggi, sono stati lanciati due razzi dal Libano in direzione di Israele, uno dei quali è stato intercettato mentre l’altro è caduto all’interno del territorio libanese. Tel Aviv punta il dito sul Partito di Dio, ma Hezbollah ha smentito ogni coinvolgimento nel lancio di razzi verso Israele, mentre il premier libanese Nawaf Salam ha ordinato alle forze armate di indagare e bloccare i responsabili. Salam, riporta il giornale libanese L’Orient Le Jour, condanna gli attacchi contro “civili e zone abitate in cui si trovano scuole e università” e sottolinea la “necessità di porre fine alle violazioni costanti da parte di Israele degli accordi per la cessazione delle ostilità e la necessità di un ritiro totale, il prima possibile, dalle postazioni ancora occupate da Israele” nel sud del Libano.
La tregua a rischio e lo spettro dell’escalation
La tregua del novembre 2024, che prevedeva il ritiro di Hezbollah dal sud del Libano e il dispiegamento dell’esercito regolare libanese, appare sempre più fragile. Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato duramente i raid israeliani, definendoli “inaccettabili” perché “fanno il gioco di Hezbollah”, ha detto durante l’incontro all’Eliseo con il presidente libanese Joseph Aoun. Quest’ultimo ha attaccato i raid israeliani perché rappresentano “una violazione continua della tregua”. Macron ha affermato che parlerà telefonicamente con il suo omologo americano Donald Trump “nelle prossime ore” e con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu entro due giorni, in merito ai nuovi attacchi israeliani in Libano.
La periferia sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah nota come Dahiyeh, era già stata colpita pesantemente nel 2024, con raid che avevano ucciso leader di spicco tra cui Hassan Nasrallah. Ora, con tensioni nuovamente alle stelle, il timore è che si riapra un fronte pericoloso per la stabilità regionale.
Fonte : Today