Per la prima volta al mondo, un fegato di maiale è stato trapiantato con successo in un essere umano. Ad aver effettuato l’intervento pionieristico un team di ricerca cinese guidato dagli scienziati del Dipartimento di chirurgia epatobiliare dell’Ospedale Xijing – Quarta Università medica militare di Xi’an (Cina), che hanno collaborato con i colleghi dei dipartimenti di Radiologia, Urologia e Medicina di Laboratorio Clinico. Il trapianto è stato seguito su un uomo in morte cerebrale, dopo aver ottenuto il permesso dai parenti, dove è stato mantenuto per dieci giorni. L’intervento è stato possibile poichè in una persona cerebralmente morta, sebbene sussista l’irreversibile cessazione di tutte le funzioni del cervello per cui viene considerato legalmente morta (in Italia e in molti altri Paesi), è possibile far “funzionare” altri organi attraverso le macchine. Ed è proprio quello che hanno fatto gli scienziati cinesi.
“Il fegato prelevato dal maiale modificato ha funzionato molto bene nel corpo umano. È un grande risultato. Questo intervento è stato davvero un successo”, ha commentato il professor Lin Wang, tra gli autori dello studio. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature, suggeriscono che i fegati modificati possono sopravvivere e funzionare nel corpo umano, e potrebbero in futuro essere utilizzati per mantenere in vita i pazienti con insufficienza epatica mentre aspettano un donatore umano idoneo, il che può richiedere mesi o addirittura anni.
Il trapianto di fegato
Gli scienziati cinesi hanno modificato geneticamente il fegato di un maiale nano di Bama di sette mesi, per ridurre al minimo il rischio di rigetto dell’organo prima di trapiantarlo in un uomo di 50 anni clinicamente morto la cui famiglia aveva autorizzato la procedura. Nei successivi 10 giorni, il fegato ha prodotto correttamente composti fondamentali come albumina e bile, e non è stato rigettato dal sistema immunitario. “Il fegato prelevato dal maiale modificato – ha affermato il professor Lin Wang – ha funzionato molto bene nel corpo umano. Abbiamo esaminato il flusso sanguigno nei diversi vasi e arterie. Il flusso era molto fluido. In futuro avremo l’opportunità di risolvere il problema dei pazienti con grave insufficienza epatica. È il nostro sogno raggiungere questo risultato”. L’esperimento è stato interrotto dopo 10 giorni a causa delle richieste avanzate dalla famiglia del paziente.
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L’obiettivo dell’esperimento
“L’obiettivo finale dell’esperimento non era quello di realizzare un trapianto di fegato standard, ma di utilizzare un ‘organo ponte’ nei casi di insufficienza epatica acuta, in attesa di un organo umano per un trapianto definitivo”, ha spiegato Rafael Matesanz, fondatore della National Transplant Organisation in Spagna.
Iván Fernández Vega, professore di anatomia patologica presso l’Università di Oviedo in Spagna, che ha descritto la procedura come una “pietra miliare”, ha aggiunto: “Le implicazioni cliniche sono estremamente rilevanti, poiché l’ottimizzazione di questo approccio potrebbe ampliare la gamma di organi disponibili e salvare vite umane nelle emergenze epatiche”. “È il primo studio – ha continuato Vega – a dimostrare che un fegato suino geneticamente modificato può sopravvivere ed esercitare funzioni metaboliche di base, come la produzione di albumina e bile, nel corpo umano”.
Una nuova speranza per i pazienti con insufficienza epatica
Il team spera che la loro procedura possa un giorno essere utilizzata come trattamento temporaneo per i pazienti affetti da insufficienza epatica in attesa di un donatore umano. “È il nostro sogno raggiungere questo risultato – ha affermato il professor Wang – . Il fegato di maiale potrebbe sopravvivere insieme al fegato originale dell’essere umano e forse gli darà un ulteriore supporto”. Per questo ha annunciato che in futuro condurranno ulteriori ricerche su esseri umani viventi, non in stato di morte cerebrale, sottolineando tuttavia l’esistenza di complicazioni e “numerose regole” che riguardano questa ricerca. Poichè la domanda di fegati di donatori supera di gran lunga l’offerta, i maiali sono stati a lungo considerati una possibile alternativa data la somiglianza dei loro organi con quelli degli esseri umani.
In precedenza gli scienziati erano riusciti a trapiantare reni e cuori di maiale negli esseri umani, ma questi organi hanno principalmente una funzione. Il trapianto di fegato si è rivelato un’impresa ardua per oltre un decennio di ricerche, perché svolge numerose e importanti funzioni vitali. Il fegato filtra il sangue, rimuovendo tossine e scorie; elabora i nutrienti; disintossica sostanze nocive come alcol e droghe; produce la bile per aiutare la digestione; produce proteine che aiutano la coagulazione del sangue; e svolge un ruolo importante nella regolazione dello zucchero nel sangue.
Gli esperimenti precedenti
Il trapianto segue oltre 10 anni di ricerca su questi tipi di interventi. Nel 2013, Wang e i suoi colleghi sono stati i primi in Cina a trapiantare con successo un fegato di maiale in una scimmia, che è sopravvissuta per 14 giorni. Il team, tuttavia, ha affermato di aver eseguito anche trapianti di cuore, rene, cornea, pelle e ossa da maiale a scimmia. Ma mentre questi organi svolgono principalmente una sola funzione, “la multifunzionalità del fegato ha rappresentato per noi un enorme ostacolo da superare”, ha affermato il professor Wang.
I primi trapianti di organi da maiale a uomo
Nel gennaio 2022, un uomo americano di 57 anni, David Bennet, è diventato il primo paziente al mondo a ricevere un trapianto di cuore da un maiale geneticamente modificato. David era affetto da insufficienza cardiaca, e grazie al cuore di maiale “umanizzato” è riuscito a sopravvivere per oltre due mesi dal trapianto. Il decesso si è verificato non per il fenomeno del rigetto: dato da non trascurare.
Il secondo tentativo invece risale al 20 settembre 2023 quando un uomo di 58 anni, Lawrence Faucette, ha ricevuto il cuore sempre nello stesso centro. In questo caso, però, 6 settimane dopo il trapianto, l’uomo è deceduto questa volta a causa del rigetto e per la presenza di un virus tipico del maiale che potrebbe aver scatenato la cascata di reazioni immunitarie alla base del rigetto. Nel frattempo, nel novembre dell’anno scorso, Towana Looney, cinquantatrenne originaria dell’Alabama, è diventata la quinta persona vivente a ricevere un rene di maiale geneticamente modificato.
Risvolti futuri
Nonostante i risultati incoraggianti, il trapianto di fegato da maiale a uomo e’ stato eseguito su una persona in morte cerebrale, dunque non è possibile sapere se il fegato avrebbe permesso la sopravvivenza di un paziente con un’insufficienza epatica critica. Pertanto, i ricercatori hanno sottolineato la necessità di ulteriori ricerche a lungo termine. Nello studio sono state infatti valutate solo le funzioni epatiche di base e il team non è stato in grado di raccogliere dati a lungo termine su funzioni epatiche più complesse, come il metabolismo dei farmaci, la disintossicazione o la funzione immunitaria.
“Dobbiamo essere cauti – ha affermato il professor Iván Fernández Vega -. Lo studio, tuttavia, rappresenta una pietra miliare nella storia dello xenotrapianto di fegato. Sono state applicate sofisticate modifiche genetiche all’innesto per prevenire il rigetto iperacuto, una delle complicazioni più critiche. L’ottimizzazione di questo approccio potrebbe ampliare il pool di organi disponibili e salvare vite nelle emergenze epatiche”.
Fonte : Today