Perché i social sono pieni di immagini in stile Studio Ghibli

Ha ceduto Mike Tyson, che si è ritratto in stile Ghost Dog. Ha ceduto Elon Musk, mettendo da parte per un po’ il suo odio contro OpenAi. Ha ceduto lo stesso capo di OpenAi, Sam Altman, che ha cambiato la sua immagine di profilo sui social. Mettendo al suo posto un’immagine rifatta nello stile di tutte quelle immagini che nelle ultime 48 ore hanno invaso i social. Quello dell’animazione dello Studio Ghibli. Lo studio d’animazione giapponese cult dietro a film di successo come “Il mio amico Totoro” e “Porco Rosso”. Lo studio di Hayao Miyazaki, per intendersi.

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Immagini fatte dall’ultimo aggiornamento di ChatGpt, il software di intelligenza artificiale generativa lanciato nel 2022 da OpenAi. Negli ultimi due giorni i social sono stati invasi da immagini nello stile dello studio di animazione. Ogni meme, ogni scena iconica di film, ogni personaggio è stato reso nello stile dei cartoon giapponesi del maestro d’animazione. In linea di massima funziona così: gli utenti caricano in ChatGPT immagini e foto esistenti e chiedono al chatbot di ricrearle con nuovi stili. Ecco fatto. Ma perché tutti fanno immagini come Miyazaki?

Lo studio giapponese è diventato negli anni sinonimo di uno stile riconoscibile. Toni tenui e caldi, immagini rotonde capaci di evocare sentimenti e emozioni profonde. Uno stile che evoca la meraviglia dell’immaginazione, della finzione dell’anime. Un mondo reale, persone reali che diventano parte di Totoro, parte della Città incantata. Un mix perfetto per immergersi in maniera finta, in un’immagine, in un mondo che fino a prima si è solo sognato. Un salto nel mondo incantato di Miyazaki. E la porta d’accesso è l’intelligenza artificiale generativa.

Poi dietro questo c’è tutto ciò che può riguardare il fenomeno social. Dove emulazione e voglia di fare parte del gioco del momento fanno in modo che un fenomeno diventi virale. In questo caso tutto è potenziato dalla buona capacità di ChatGpt di creare immagini esattamente nello stile dello Studio Ghibli. Per i legali americani, interrogati in queste ore dai media, l’azienda di Sam Altman si muove in una zona grigia di emulazione perfettamente legale. Nessuna violazione dei copyright. L’Ai, Chatgpt o chi per lei, è solo un catalizzatore di questi fenomeni. Alimentando fenomeni di emulazione. E forse erodendo un po’ il terreno all’ingegno, tipico dei meme, dove il messaggio acquisiva potenza da un mix analogico di significati che ne creavano di nuovi.

Fonte : Repubblica