L’ultima svolta di Napster: porterà la musica nel Metaverso

Napster è stata acquisita da Infinite Reality per 207 milioni di dollari. È un pezzo di storia di internet che cambia proprietà, anche se per molti è un nome che oggi non significa niente.

La nascita dell’Mp3

Tutto cominciò all’inizio degli anni Novanta, quando in un laboratorio dell’università di Hannover furono testati alcuni algoritmi di compressione dei file audio. Già da anni la musica digitale era entrata nelle case dei consumatori con i compact disc, ma con l’idea del Fraunhofer Institut al centro della riproduzione sonora fu messo per la prima volta un computer e non un apparecchio progettato espressamente per l’audio. Era però necessario ridurre le dimensioni dei file musicali perché potessero essere registrati sugli elaboratori casalinghi, che avevano hard disk molto meno capienti di quelli attuali. Dopo lunghe ricerche, fu definito il modello matematico che permetteva di eliminare dal file originale i dati non strettamente necessari, mantenendo un livello accettabile di fedeltà: nacque così l’Mp3. Vista la diffusione ancora scarsa di internet, in pochi ne percepirono la portata rivoluzionaria; fu necessario aspettare fino al 1999, quando il software inventato da Shawn Fanning e Sean Parker permise a chiunque avesse un computer e una connessione internet di scambiare file musicali in tutto il mondo. Si chiamava Napster.

Da Napster ad iTunes

Nel 2001 le case discografiche costrinsero Napster alla chiusura, ma intanto il Peer-to-Peer (la trasmissione di file da un utente all’altro tramite il web) era giunto alla seconda generazione, e centinaia di milioni di canzoni erano state scambiate con Kazaa, WinMx, Gnutella. Sparirono anche questi, sotto gli assalti delle multinazionali del disco, ma in compenso esordirono i primi servizi di download legale a pagamento.

L’unico ad avere successo è stato iTunes Music Store di Apple, che è stata per alcuni anni il primo distributore di musica sul web.

Dopo la bancarotta (2002), Napster è stato rilanciato come servizio di streaming a pagamento: acquistato da Best Buy per 121 milioni di dollari nel 2008, nel 2011 si è fuso con Rhapsody, un altro servizio di streaming musicale, e nel 2016 il marchio è stato reintrodotto a livello internazionale, per essere poi venduto nel 2020 alla società di concerti in realtà virtuale MelodyVR. Nel maggio 2022, il marchio è stato nuovamente acquisito da Hivemind e Algorand, aziende focalizzate su blockchain e Web3, con l’obiettivo – ambizioso ma evidentemente non riuscito – di rivoluzionare l’industria musicale attraverso queste nuove tecnologie.

Il futuro

Infinite Reality è una startup tecnologica fondata nel 2019, con sedi a Norwalk e New York, ma non esattamente un nome noto nel business musicale: è specializzata infatti nello sviluppo di esperienze immersive 3D alimentate dall’intelligenza artificiale. Con una valutazione di 12,25 miliardi di dollari e un finanziamento recente di 3 miliardi di dollari, Infinite Reality è però come leader nel settore delle tecnologie immersive e dell’intelligenza artificiale, e offre soluzioni all’avanguardia per diversi mercati, tra cui intrattenimento, retail, educazione e gaming.

Adesso conta di trasformare Napster in una piattaforma musicale sociale, enfatizzando l’interazione tra artisti e fan attraverso concerti virtuali e spazi 3D, mirando a creare un’esperienza immersiva nel metaverso. “Quando pensiamo ai clienti che hanno un pubblico — influencer, creatori — riteniamo sia molto importante che dispongano di uno spazio connesso incentrato sulla musica e sulle comunità musicali”, ha affermato Il Ceo John Acunto in un’intervista a CNBC. “Al momento, non vediamo nessuno nel settore dello streaming creare spazi dedicati alla musica”. Ai più attenti non sfuggirà che qualcosa del genere si è già vista: si chiamava MySpace.

Il mercato

Secondo l’ultimo Music Consumer Insight Report di Ifpi, l’86% dei consumatori utilizza piattaforme di streaming on-demand, con una predominanza dell’uso di dispositivi mobili: il 75% degli utenti ascolta musica tramite smartphone, percentuale che sale al 94% nella fascia d’età 16-24 anni.

A livello mondiale, Spotify domina il mercato con una quota del 36%, seguito da Apple Music con il 30,7% e Amazon Music con il 23,8% degli utenti abbonati. YouTube Music detiene una quota del 6,8%, mentre il restante 2,7% è suddiviso tra piattaforme come Tidal, Pandora e SoundCloud.

Il mercato globale della musica registrata ha registrato una crescita del 9% nel 2022, raggiungendo i 26,2 miliardi di dollari. Lo streaming in abbonamento ha contribuito significativamente a questo incremento, aumentando del 10,3% e raggiungendo 589 milioni di clienti paganti nel mondo (il 69% del totale).

Negli Usa, i formati fisici hanno registrato una crescita del 5%, raggiungendo i 2 miliardi di dollari e le vendite di vinili hanno continuato la loro ascesa per il diciottesimo anno consecutivo, generando 1,4 miliardi di dollari. I download digitali, invece, hanno subito un calo del 14,9% e rappresentano solo il 2% dei ricavi totali nel 2024.

Fonte : Repubblica