Ardoino (Tether): “Gli Usa di Trump hanno capito Bitcoin. Così ridisegneremo la finanza globale”

Bitcoin? “Gli Usa hanno capito che è un’opportunità non un pericolo”. Tether? “Oggi è un architrave in grado di garantire solidità e stabilità al sistema finanziario. Aziende così nascono una volta ogni cento anni”. Trump? “No, non ho incontrato il presidente durante questo viaggio”. Paolo Ardoino, classe 1984, è appena rientrato dagli Usa. Il fondatore e amministratore delegato di Tether, l’italiano più influente del mondo cripto, è stato alla Casa Bianca dove ha incontrato i vertici dell’amministrazione americana. Visita celebrata dal mondo Bitcoin come un momento storico. E a ragione. Oggi gli Usa sono l’epicentro globale degli asset digitali. E il futuro fa intravedere scenari inediti. Dove istituzioni e finanza decentralizzata depongono l’ascia di guerra per dare forma a un mondo nuovo. Dove l’alleanza tra potere politico e tecnologico sarà ancora più forte. E Tether, la stablecoin più usata al mondo, ponte di accesso tra finanza tradizionale e asset digitali, capace di generare 13,7 miliardi di utile netto lo scorso anno; Tether, la chiave ancorata al dollaro che consente agli investitori di muovere fondi nel mondo cripto senza uscirne, vuole giocarsi la sua parte.

Ardoino, la sua visita alla Casa Bianca in qualche modo ha rappresentato un momento storico per il mondo Bitcoin. Cosa è cambiato con l’amministrazione Trump?

“Durante la precedente amministrazione USA, le aziende operanti in ambito Bitcoin hanno affrontato sforzi intesi a tagliarle fuori dall’accesso ai servizi bancari e finanziari, spesso definiti, in modo aggregato, ‘Operazione Choke Point 2.0’. Le agenzie di regolamentazione, attraverso linee guida informali e pressioni operate dietro le quinte, hanno lavorato per isolare le imprese della nostra industria dal sistema, trattando protocolli aperti e decentralizzati come fossero un rischio, piuttosto che un’innovazione. Questo ha costretto le aziende a cercare alternative al di fuori degli Stati Uniti, spostando capitali, talenti e infrastrutture presso giurisdizioni più accoglienti”.

E ora?

“Adesso si avvertono segnali di cambiamento, rispetto a queste posizioni così aggressive. I legislatori statunitensi stanno iniziando a riconoscere che Bitcoin non è una minaccia, bensì un’opportunità. La verità è che Bitcoin rafforza la sovranità finanziaria e offre un’alternativa all’instabilità delle politiche monetarie centralizzate, incentivando l’innovazione. È diventato un fenomeno troppo grande per essere ignorato, e i governi lungimiranti capiscono che abbracciarlo, piuttosto che cercare di sopprimerlo, è un passo determinante nel percorso verso la leadership economica nell’era digitale”.

Cosa farete con l’amministrazione americana?

“Ci impegniamo attivamente con i legislatori USA e a livello globale per sostenere la crescita responsabile degli asset digitali, rafforzando al contempo la forza del dollaro statunitense nell’economia globale. Come emittente di USDt, la stablecoin più utilizzata al mondo, Tether svolge un ruolo cruciale nell’espandere l’accesso al dollaro nei mercati dove i servizi bancari tradizionali sono limitati o poco affidabili. La domanda di USDt riflette la persistente supremazia del dollaro come valuta di riserva globale preferita, e siamo orgogliosi di facilitarne l’adozione nelle economie emergenti e nel commercio digitale”.

In che modo Tether svolge questo ruolo?

“Al di là del ruolo che abbiamo nell’inclusione finanziaria, figuriamo tra i principali possessori di titoli del Tesoro statunitense, al diciannovesimo posto, apportando un contributo diretto alla liquidità e alla stabilità dei mercati del debito USA. I nostri investimenti seguono una strategia che predilige asset caratterizzati da sicurezza ed elevata liquidità, assicurando che USDt mantenga una copertura completa e la fiducia degli utenti in ambito internazionale, contribuendo al tempo stesso alla solidità del sistema finanziario globale”.

Nei vostri incontri avete avanzato delle richieste per tutelare il mercato in cui operate?

“Nelle nostre conversazioni con i lawmakers, evidenziamo quanto sia fondamentale disporre di regolamentazioni trasparenti ed equilibrate, in grado di proteggere i consumatori, incoraggiare un’innovazione responsabile e rafforzare il primato statunitense nell’evoluzione finanziaria e tecnologica. Tether collabora anche strettamente con le agenzie e le istituzioni deputate alla pubblica sicurezza, cooperando attivamente con esse per contrastare le attività illecite e consolidare l’integrità dell’ecosistema delle stablecoin”.

Come?

“l nostro obiettivo è promuovere l’utilizzo dei dollari digitali in maniera vantaggiosa tanto per gli utenti di tutto il mondo quanto per il sistema finanziario degli Stati Uniti, mantenendo il nostro impegno a collaborare con autorità di regolamentazione e portatori d’interesse per sviluppare normative che rispecchino tale realtà”.

Il governo Usa vuole creare una riserva in cripto. Ne avete discusso?

“Gli stati e le istituzioni che sapranno cogliere la portata rivoluzionaria di Bitcoin si troveranno, a mio parere, in una posizione privilegiata per affrontare le sfide future. Siamo fermamente convinti che includere Bitcoin in una strategia adeguatamente diversificata di accumulazione e gestione delle riserve contribuisca a potenziare la solidità finanziaria di una Nazione, garantendole un ruolo attivo nell’evoluzione di tale sistema su scala globale”.

Perché a suo avviso uno stato dovrebbe creare una riserva in Bitcoin?

“Una riserva governativa in Bitcoin segnala un pensiero strategico a lungo termine, da parte degli stati. Fornisce una copertura contro la svalutazione monetaria, uno strumento per la resilienza economica, un asset che opera indipendentemente da qualsiasi singolo governo o banca centrale. A differenza dell’oro, Bitcoin è completamente trasportabile, istantaneamente verificabile e non può essere sequestrato o limitato da forze geopolitiche. Questo lo rende particolarmente attraente per i paesi che cercano di rafforzare la loro posizione finanziaria, in un mondo in cui la fiducia nelle politiche monetarie tradizionali si sta erodendo. Coloro che lo adotteranno nel breve saranno meglio posizionati per il futuro, mentre chi esiterà rischierà di rimanere indietro”.

Può Bitcoin prendere il posto dell’oro e di altri beni-riserva?

“Bitcoin si è affermato come l’asset più resiliente, ed è dotato di caratteristiche di scarsità programmata e accessibilità che non hanno eguali né precedenti. I suoi attributi distintivi—tra cui anche la struttura decentralizzata e gli elevatissimi standard di sicurezza—lo qualificano come risorsa strategica ideale per le riserve tanto di organismi istituzionali quanto di entità governative. Diversamente dagli asset riserva convenzionali, Bitcoin può operare all’interno di un’infrastruttura di rete trasparente e priva di confini geografici, impermeabile alle interferenze politiche, ai fenomeni inflattivi e ai rischi di controparte”.

Definizione da scuola oramai: il che lo rende utile strumento contro l’inflazione.

“In Tether, riconosciamo la rilevanza strategica di Bitcoin nella prospettiva di lungo periodo, ragione per cui abbiamo deliberatamente allocato una porzione delle nostre riserve eccedenti per acquistarne. Si tratta della moneta più robusta mai concepita, e ha sovraperformato qualsiasi altra asset class, nel corso dell’ultimo decennio. La sua capacità di operare come strumento di protezione contro le dinamiche inflazionistiche e le congiunture di incertezza economica, ne sta accelerando l’utilizzo quale strumento complementare per le riserve, insieme ai metalli preziosi e ai titoli obbligazionari statunitensi”.

Eppure critici di Trump e della sua apertura alle cripto dicono che è una mossa che potrebbe mettere a rischio la stabilità degli Usa.

“Bitcoin e la tecnologia blockchain costituiscono il naturale percorso evolutivo dei sistemi finanziari, offrendo un grado di resilienza, efficienza e accessibilità che quelli convenzionali non sono in grado di garantire. Un solido ecosistema di asset digitali, sottoposto a una regolamentazione adeguata, può contribuire al rafforzamento del sistema finanziario statunitense e alla conferma della leadership globale del dollaro americano, in un mondo sempre più digitale.”

Bitcoin però è un fenomeno globale più che statunitense.

“È un’evoluzione tecnologica che prosegue indipendentemente dalla posizione degli Stati Uniti, e saranno i paesi che la sapranno riconoscere e integrare a plasmare le regole del futuro della finanza, degli scambi commerciali e dell’ecosistema digitale. Gli Stati Uniti hanno sempre guidato le rivoluzioni tecnologiche, da internet all’intelligenza artificiale. La blockchain è la prossima frontiera e offre benefici immensi: maggiore trasparenza finanziaria, pagamenti più efficienti, sicurezza migliorata e nuovi modelli per il commercio globale. Se gli Stati Uniti spingessero questo fenomeno verso l’estero, adottando politiche restrittive, non ne fermerebbero lo sviluppo: permetterebbero solo ad altre nazioni di prendere il comando”.

Tether è un ponte tra il mondo fiat e crypto. Se gli Stati iniziano ad accumulare Bitcoin come riserva. Pensa che il vostro ruolo come stablecoin cambierà?

“Il ruolo di Tether è sempre stato quello di dare accesso senza interruzioni ai dollari digitali e fornire stabilità e inclusione finanziaria, all’interno di un panorama economico che si evolve con estrema rapidità. Sebbene si discuta sempre di più di Bitcoin come bene-riserva, resta da vedere come si svilupperà la sua adozione effettiva da parte degli stati nazionali, e quale impatto avrà ciò sul sistema finanziario globale. USDt continua a essere la stablecoin più utilizzata al mondo, apportando efficienza, accesso alla liquidità e al dollaro soprattutto nelle aree in cui i servizi bancari tradizionali sono carenti o non accolgono correntisti per loro poco ‘profittevoli’. Anche se Bitcoin giocasse un ruolo più esteso nelle strategie delle banche centrali, la necessità di un ponte stabile e liquido tra asset digitali e valute fiat rimarrà fondamentale”.

Quali sono gli obiettivi di Tether in questo quadro?

“Per ora gli obiettivi di Tether rimangono invariati: garantire la resilienza finanziaria degli individui, rafforzare il ruolo del dollaro nell’economia digitale, incentivare l’adozione dei dollari digitali su scala globale. Monitoriamo costantemente gli sviluppi del mercato e ci adattiamo ai cambiamenti del settore, ed è troppo presto per affermare se l’accumulo di Bitcoin da parte delle nazioni possa alterare la nostra missione o il nostro ruolo in modo rilevante o meno”.

Cosa ne pensa delle valute digitali di stato?

“Le Central Bank Digital Currencies (CBDC) rappresentano una visione del denaro digitale molto diversa rispetto alle stablecoin come USDt. Mentre le CBDC sono spesso presentate come un’innovazione, in realtà, introducono rischi significativi, in particolare in termini di sorveglianza finanziaria, programmabilità di condizioni e limitazioni d’uso e controllo sulle transazioni degli individui. Centralizzano ulteriormente il potere, consentendo ai governi di dettare come, quando e dove il denaro può essere utilizzato, potenzialmente imponendo date di scadenza sui fondi o limitando l’accesso agli stessi in base a criteri sociali o politici”.

In cosa si differenzia una stablecoin?

“Le stablecoin, invece, operano su reti aperte, forniscono agli utenti autonomia finanziaria, resistenza alla censura e accessibilità da ogni punto del globo. USDt, ad esempio, è diventato uno strumento essenziale per le persone nei mercati emergenti che si affidano alla stabilità del dollaro pur mantenendo il pieno controllo sui propri asset. Questo livello di libertà finanziaria non è ciò che le CBDC sono progettate per fornire”.

Le stablecoin sono destinate a convivere con le cripto di stato?

“Mentre alcuni governi potrebbero cercare di forzare l’adozione delle CBDC, è improbabile che queste sostituiranno le stablecoin. La domanda di strumenti finanziari veramente decentralizzati e permissionless crescerà, man mano che le persone diventeranno più consapevoli dei potenziali rischi delle valute digitali controllate dai governi. La coesistenza di CBDC e stablecoin è possibile e, alla fine, le persone sceglieranno gli strumenti finanziari che offrono loro vera autonomia e protezione da un controllo centralizzato”.

Cosa rappresenta per lei Bitcoin?

“Bitcoin rappresenta la forma di denaro più forte e resiliente mai creata. A differenza degli asset tradizionali, è immune all’inflazione, alla manipolazione politica e al rischio di inadempienza o insolvenza della controparte. Per stati e istituzioni, accumulare Bitcoin non è solo una questione di diversificazione: si tratta, piuttosto, di garantire la sovranità finanziaria in un’economia globale sempre più instabile”.

In un’intervista ha dichiarato che attualmente Tether è il 18° possessore del debito americano: perché lo comprate?

“Se Tether fosse una Nazione, saremmo in realtà il 19° maggior detentore di debito USA, più di Messico, Germania ed Emirati Arabi Uniti, ad esempio. Tether detiene Buoni del Tesoro statunitensi perché sono tra gli asset più liquidi e sicuri oggi disponibili, il che li rende una riserva ideale per garantire USDt. Come stablecoin più utilizzata al mondo, USDt deve essere completamente backed da asset con caratteristiche di stabilità, liquidità e affidabilità, assicurando che i rimborsi richiesti dagli utenti possano essere sempre soddisfatti. I Buoni del Tesoro statunitensi offrono esattamente questo: sono una pietra angolare dei mercati finanziari globali, uno strumento che coniuga sicurezza e rendimenti, che si allinea con il nostro approccio conservativo alla gestione del rischio”.

C’è una qualche strategia geopoitica dietro?

“Per Tether, l’imperativo principale rimane quello di salvaguardare la robustezza e la sicurezza delle proprie riserve, alimentando contestualmente la fiducia nel proprio token USDt. È però innegabile che la nostra consistente posizione in titoli del Tesoro americani offra un sostegno indiretto ai mercati del debito statunitense. Con l’acquisto e la detenzione di U.S. Treasuries, Tether fornisce un contributo concreto alla liquidità del dollaro e alla solidità del sistema finanziario americano, particolarmente in un periodo storico caratterizzato da una crescente domanda globale di attività finanziarie stabili denominate nella valuta USA”.

Come definirebbe Tether e il suo ruolo che ha nel mondo cripto oggi?

“Tether è un’azienda che prende vita una volta ogni secolo. Ha il capitale, la visione e l’indipendenza per costruire le migliori tecnologie al mondo senza vincoli o pressioni esterne. Nell’industria degli asset digitali, Tether non è solo un emittente di stablecoin, ma la spina dorsale dell’attuale finanza digitale. USDt, infatti, è la stablecoin più utilizzata e affidabile, fornisce liquidità essenziale in tutti i mercati e funge da ponte con l’economia tradizionale. E le capacità di Tether di mantenere queste caratteristiche anche in tempi di stress estremo del mercato, ha consolidato la sua posizione, rendendolo oggi il dollaro digitale de facto”.

A quale mondo sta lavorando un’azienda come Tether?

“Stiamo attivamente modellando il futuro della finanza decentralizzata, investendo in Bitcoin, energia rinnovabile, Intelligenza Artificiale, protocolli Peer-to-Peer e nelle infrastrutture tecnologiche che permetteranno alle prossima generazione di applicazioni finanziarie di funzionare. Tether è resilienza, innovazione e libertà finanziaria e di parola: dà la possibilità a persone, aziende e intere economie di far parte di un nuovo sistema finanziario migliore, più aperto”.

Oggi il mercato vi riconosce un ruolo centrale. Ma c’è ancora chi solleva dubbi sulla trasparenza delle riserve. Pensate che la collaborazione con gli Stati vi possa portare a nuovi livelli di disclosure?

“Tether ha sempre dato priorità alla trasparenza, e adesso stiamo facendo uno storico passo in avanti, in questo senso. Attraverso la nomina di Simon McWilliams quale CFO dell’azienda, ribadiamo il nostro impegno concreto verso la realizzazione di processo completo di audit finanziario. Pur avendo già fissato nuovi standard di trasparenza nel settore attraverso le nostre attestazioni a cadenza trimestrale, l’implementazione di un audit completo rappresenterà un significativo avanzamento nel livello di verifica finanziaria e di conseguente fiducia da parte degli investitori. Mentre ci muoviamo in questa direzione, stiamo rafforzando il ruolo di Tether come partner affidabile per istituzioni, legislatori e gli oltre 400 milioni di persone che si affidano a USDt per ottenere stabilità finanziaria. Il nostro focus è l’inclusione, perciò stiamo espandendo l’impegno istituzionale: per garantire che l’ecosistema degli asset digitali continui a evolversi in modo solido e resiliente”.

Trump lo ha incontrato personalmente? E Musk?

No, non ho incontrato il Presidente Trump durante questo viaggio negli Stati Uniti. Nemmeno Elon Musk.

Provando a guardare al passato, potevate immaginare quando avete lanciato Tether che da fenomeno di nicchia il mondo cripto potesse ‘allearsi’ con le istituzioni centrali, finanziarie, insomma tutto quel mondo che almeno all’inizio il mondo cripto voleva sostituire?

“Tether si è sviluppata oltre ogni mia immaginazione. Sono cresciuto in provincia di Savona e, l’ho detto più volte, ho iniziato a programmare quando avevo 8 anni. Certo, ero affascinato dalla tecnologia, ma non avrei mai pensato di essere coinvolto nella creazione di qualcosa che avrebbe ridisegnato la finanza globale. Tether ha inventato le stablecoin e, quando lo ha fatto, ha introdotto un nuovo strumento finanziario che sarebbe poi diventato parte fondamentale delle transazioni e della liquidità su scala mondiale. Tether, che una volta era vista come outsider, è ora tra le componenti della spina dorsale dei mercati globali: non ha solo colmato il divario tra mondo crypto e finanza tradizionale, ma lo ha ridefinito. Ed è solo l’inizio”.

E guardando al futuro, cosa pensa possa accadere?

“Il futuro può aprirsi a infinite possibilità, a partire dal fatto che continueremo ad espandere l’accesso finanziario per chi è stato lasciato indietro dai servizi bancari tradizionali. USDt è un’ancora di salvezza per i non bancarizzati. Mentre l’innovazione accelera, rimaniamo impegnati a costruire soluzioni che diano potere agli individui, rafforzino i mercati e incentivino l’inclusione. Qualunque cosa accada in futuro, Tether sarà pronta”.

@arcamasilum

Fonte : Repubblica