Una visita di quattro giorni guardata con sospetto da New Delhi per gli equilibri in Asia Meridionale nella delicata transizione del dopo-Hasina. La riduzione degli interessi sul debito la richiesta più importante di Dhaka a Xi Jinping. Ma sul tavolo anche l’ipotesi di una grande investimento nel settore della produzione dei pannelli solari e altre ipotesi di delocalizzazione in Bangladesh di attività produttive cinesi.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il leader ad interim del Bangladesh, Muhammad Yunus, è arrivato in Cina per un viaggio di quattro giorni che rappresenta il primo summit bilaterale di alto livello con una potenza straniera da quando l’economista premio Nobel per la pace è entrato in carica nell’agosto 2024. Si tratta di una visita estremamente sensibile dal punto di vista geopolitico: avviene infatti nel contesto del peggioramento delle relazioni tra Dhaka e New Delhi, sull’onda dell’uscita di scena della deposta premier Sheikh Hasina.
Yunus è arrivato oggi nella provincia meridionale dell’Hainan per prendere parte alla sessione di apertura del Boao Forum for Asia, la “Davos dell’Oriente” promossa dalla Cina. Domani dovrebbe avere un incontro bilaterale con il presidente cinese Xi Jinping a Pechino, dove riceverà anche una laurea honoris causa dalla Peking University.
L’occasione ufficiale della visita sono i 50 anni delle relazioni diplomatiche tra Dhaka e Pechino ed è significativo che Yunus abbia scelto di partire per questo viaggio ieri sera, proprio al termine della giornata in cui il Bangladesh celebra la sua indipendenza. L’ambasciatore cinese in Bangladesh Yao Wen non ha esitato a definirla la “visita più importante” di un leader del Bangladesh in Cina negli ultimi 50 anni, poiché i “due Paesi intendono portare le relazioni a un nuovo livello”.
Nel suo discorso alla nazione per la festa dell’indipendenza l’altra sera Yunus stesso ha annunciato che il più grande produttore cinese di pannelli solari Longji ha espresso interesse ad aprire una fabbrica in Bangladesh. “Stiamo lavorando con loro – ha spiegato -. Inoltre, discuteremo di assistenza tecnica, assistenza medica, cure a basso costo e altre questioni”, ha detto, aggiungendo che la Cina sarebbe interessata a importare mango, jackfruit e guava dal Bangladesh.
Oggi, durante l’incontro con il vicepremier esecutivo cinese Ding Xuexiang avvenuto a margine del Boao Forum for Asia, il governo del Bangladesh ha ribadito la richiesta di ridurre i tassi di interesse per i prestiti cinesi dal 3% all’1-2%, chiedendo anche di rinunciare alle commissioni sui progetti finanziati dalla Cina nel Paese. Pechino è il quarto maggiore creditore del Bangladesh dopo il Giappone, la Banca Mondiale e la Banca Asiatica di Sviluppo, con un totale di 7,5 miliardi di dollari di prestiti erogati dal 1975 a oggi.
Un ulteriore tema di discussione l’ha messo sul tavolo il portavoce di Yunus, Shafiqul Alam: nei colloqui con il governo e il mondo imprenditoriale cinese – ha detto – sarà data grande importanza alla delocalizzazione delle fabbriche cinesi in Bangladesh. “Vogliamo creare una rivoluzione nel settore manifatturiero”, ha commentato, aggiungendo che questo contribuirà a creare più posti di lavoro e a incrementare le esportazioni dal Bangladesh verso il mercato globale.
Tra gli incontri significativi già avuti oggi da Yunus quello con l’ex vice governatrice della Banca del popolo cinese, Wu Xiaoling, che ha elogiato l’economista per il suo contributo alla riduzione della povertà attraverso programmi di microcredito e iniziative di imprenditoria sociale. ”Mi auguro sinceramente che, sotto la sua guida, il Bangladesh risplenda”, ha dichiarato aggiungendo che sebbene la Cina e il Bangladesh si trovino a stadi diversi in termini di povertà, l’esempio della Grameen Bank, fondata dal professor Yunus “ha fornito preziosi spunti al popolo cinese e ha contribuito allo sviluppo del Paese”.
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Fonte : Asia