Nicole si affida a Mimi Cave (Fresh) per realizzare un thriller domestico e satirico che dovrebbe fornire una disamina del divario tra l’ineccepibile facciata pubblica delle famiglie perfette e il loro lato oscuro privato. La sceneggiatura, uno script che vede finalmente la luce dopo quasi un decennio, è invece di Andrew Sodroski. La Kidman, nei panni di Nancy – volto angelico, voce gentile, un po’ petulante e paranoica – è prevedibilmente a suo agio in un ruolo per lei rodato. Il Fred di MacFadyen è calmo e paziente in modo esasperante, mentre Dave è dolce e ingenuo. Di entrambi sarebbe utile sapere di più, ma solo all’onnipresente Kidman viene concesso lo spazio e il tempo per lasciarsi conoscere. La Cave vorrebbe evidentemente soffermarsi di più su di loro ma non può fare miracoli con una sceneggiatura esasperatamente zoppicante che ci metta tre quarti del film a ingranare e non riesce mai a scalfire oltre la superficie di una satira goffa e approssimativa. La tensione riempie l’atmosfera solo agli sgoccioli, dopo che lo script ha dribblato decine di occasioni ideali per farsi più movimentato e sensato.
Se l’idea di ambientare la storia in una cittadina tanto pittoresca e unica come Holland poteva sembrare brillante (come non pensare agli orrori che si nascondono nelle località più carine come Twin Peaks, popolata di tipi buffi e profumata di crostata di ciliegia?), banale e inspiegabile appare quella di collocare l’azione ai primi del Duemila: perché farlo? Qualcuno ce lo dica. Riassumendo, è un peccato sprecare nomi come Kidman, Pogorzelski e Cave per un copione così malfatto. Rimpiangiamo in particolare l’occasione mancata della Cave, che con Fresh aveva mostrato del talento nel narrare gli orrori brulicanti della perversione sotto la superficie della normalità. La filmmaker fa quel che può ritagliando in questa storia priva di vitalità alcune sequenze oniriche di incubi surreali (non dimenticheremo mai i volpini mannari). Cos’altro avrebbe salvato Holland? Una buona dose di ironia, ma nel film non ce n’è l’ombra.
Fonte : Wired