Nell’era delle piattaforme social, i filtri generati tramite intelligenza artificiale generativa sono lo specchio delle brame con cui perdere la propria identità. Il più recente, introdotto da TikTok, si chiama “chubby filter” e permette, tramite una transizione di CapCut, di alterare la propria fisicità (chubby in inglese significa ‘paffuto’, ‘grassoccio’) guadagnando peso in pochi secondi.
C’è chi fin da subito ha mostrato indignazione. “Cosa c’è di così divertente? Questo trend è tossico e irrispettoso”, si legge nei commenti sotto un video di @demi_jane1 che nella caption recitava: “se questo non mi costringe ad andare in palestra non so cosa lo farà”. Il video ha raggiunto oltre 13 milioni di visualizzazioni.
Il passo indietro di TikTok
Interpellato dalla CNN, il social cinese ha fatto subito marcia indietro, confermando di aver rimosso il filtro dall’app, impegnandosi a bloccare dagli account i video correlati. TikTok ha poi aggiunto che il filtro è stato caricato da CapCut, entità separata dal sito cinese, ma con la stessa società madre: ByteDance.
Al di là del concorso di colpe, la questione della mortificazione del corpo alimentata dai social media solleva riflessioni più ampie. Se infatti da gennaio di quest’anno Instagram ha detto addio ai filtri di bellezza e agli effetti di realtà aumentata creati da sviluppatori esterni come Spark, che in sette anni ha permesso ai creatori di caricare oltre 2 milioni di filtri, non sono certo spariti quelli di proprietà di Meta.
I rischi per i giovani
Sorrisi abbaglianti, labbra carnose, ciglia lunghissime e volti levigati continueranno quindi a tormentarci, e a farne le spese saranno in primis i giovani e la loro autostima. Secondo uno studio del progetto SatisFACE dell’Università Vita-Salute San Raffaele e del Cussb (Centro Universitario di Statistica per le Scienze Biomediche), nel 2024 il 49,2% degli adolescenti ha modificato le foto prima di pubblicarle. Il motivo? L’esigenza di sentirsi parte di una community ed essere accettati. Ma strumenti come il “chubby filter” possono essere molto dannosi per la salute mentale, e indurre le persone a confrontarsi con una versione irrealistica di sé stessi che ci ricorda Demi Moore allo specchio nel film “The Substance”, mentre si dispera per l’immagine di sé riflessa.
Impariamo a rispettare i corpi
Per Laura Brioschi, modella curvy, imprenditrice e body activist con oltre mezzo milione di follower su Instagram, il “chubby filter” è l’ennesima dimostrazione di quanto sia radicata la grassofobia. “I corpi grassi vengono ancora trattati come travestimenti comici, come qualcosa da esibire per far ridere. Se vedere un viso più rotondo viene percepito come comico, assurdo o orrendo, allora significa che c’è ancora uno stigma fortissimo legato ai corpi non magri. Non c’è nulla di sbagliato in un volto morbido, in una guancia piena, in una piega. Il vero filtro da disattivare è quello culturale: quello che ci ha insegnato a ridere dei corpi, anziché rispettarli”.
A novembre dello scorso anno, TikTok aveva annunciato che i bambini di età inferiore ai 18 anni non avrebbero più avuto accesso ai filtri di bellezza. Il cambio di rotta era stato adottato in seguito a un report commissionato da TikTok a Internet Matters, organizzazione non-profit per la sicurezza online dei bambini, da cui era emerso che spesso questi ultimi non erano in grado di riconoscere le immagini alterate.
Fonte : Wired