Kit di sopravvivenza per la guerra in Europa, cosa deve assolutamente esserci

Acqua, qualche snack, medicine, una power bank e dei contanti: è il kit di sopravvivenza per la guerra in Europa consigliato da Bruxelles per affrontare guerre e crisi. A presentarlo sono state la vicepresidente della Commissione europea Roxana Mînzatu e la commissaria all’Uguaglianza e alla Gestione delle crisi Hadja Lahbib.

Fa parte della Preparedness Union Strategy, un piano “di preparazione” degli Stati e dei cittadini europei a possibili situazioni di crisi come guerre, pandemie, disastri naturali ma anche attacchi informatici o campagne di disinformazione. Secondo Mînzatu queste azioni servono ad “aggiustare il tetto mentre c’è ancora il sole”. E in effetti l’aria che si respira a livello globale non è delle migliori, con l’America che minaccia di ritirare il proprio ombrello (anche atomico) e la Russia che ringhia ai confini dell’Unione. Better safe than sorry, direbbero gli inglese.

Cosa c’è nel kit di emergenza per le prime 72 ore

A dare maggiori informazioni sul kit di sopravvivenza per la guerra in Europa è stata la stessa Hadja Lahbib con un ironico video – forse un po’ cringe – postato sui social che riprende uno dei format più celebri degli influencer di tutto il mondo, What’s in my bag, ma – questa volta – Survival edition”.

Nel video Lahbib elenca il contenuto di una borsa in caso di emergenza: documenti di identità in una custodia impermeabile, acqua, una torcia, occhiali da vista, un coltellino svizzero, fiammiferi e accendino, medicine e cibo in scatola. Ovviamente dei contanti, perché nel bel mezzo di una crisi la tua carta di credito può essere solo un pezzo di plastica”, ha detto la commissaria, aggiungendo anche un mazzo di carte, una power bank per il cellulare e un radio portatile.

X content

This content can also be viewed on the site it originates from.

Cosa prevede la strategia Ue

La Preparedness Union Strategy è stata presentata pochi giorni dopo ReArm Europe, il piano della Commissione Europea per favorire il riarmo dell’Unione e aumentare la spesa militare dei paesi membri. Il documento comprende 30 azioni concrete suddivise il 7 temi: preparazione e anticipazione delle situazioni di crisi, resilienza delle funzioni vitali della società, adeguata preparazione della popolazione, cooperazione tra pubblico e privato e civile-militare, risposta alle situazioni di crisi, resilienza attraverso partenariati esterni.

Si tratta di linee guida che dovrebbero essere integrate nel più breve tempo possibile all’interno delle politiche e dei programmi degli Stati europei. Gran parte della strategia riguarda la creazione o il potenziamento di agenzie europee che si occupino di coordinare o offrire sostegno agli stati membri in momenti di instabilità.

La Commissione intende infatti creare un nuovo centro di coordinamento delle crisi, basato sull’attuale Centro di coordinamento della risposta alle emergenze (Ercc), ma anche rafforzare il Meccanismo di protezione civile dell’Unione (Eucpm), che consente di inviare soccorritori da tutta Europa per aiutare un singolo stato o regione in difficoltà.

Il piano prevede poi una revisione degli strumenti finanziari per la risposta alle crisi, con l’obiettivo di renderli più flessibili, efficienti e adatti a situazioni in evoluzione. Una delle raccomandazioni è che ogni cittadino tenga in casa una scorta di cibo e acqua per 72 ore, così da poter affrontare un’emergenza come un’alluvione o un’invasione. Ma non solo: i suggerimenti del piano valgono sia per i singoli che per i governi e comprendono anche azioni volte a difendersi da possibili attacchi informatici interni o esterni.

Fonte : Wired