Sap, il boom è il segno che le aziende europee sono pronte a guidare una nuova stagione tech?

Un fenomeno che trova conferma anche nell’andamento di altre aziende tech europee, magari più piccole, ma comunque protagoniste di significativi slanci di crescita.

Piccole grandi realtà tutte europee

Ad esempio, in Belgio c’è una scaleup poco conosciuta che si chiama Odoo. In pochi la considerano quando si fanno gli elenchi delle startup europee di maggiore successo, eppure Odoo è solida, in crescita costante, bene organizzata e soprattutto globale. I suoi software per la gestione aziendale, come Crm ed Erp, stanno spopolando ovunque nel mondo perché open source, modulari, integrabili con componenti di terze parti, venduti sotto forma di servizio, e multilingue.

Altro caso è quello della britannica Nothing, quasi sconosciuta fino a poco tempo fa, che produce cellulari e i suoi ultimi modelli 3a e 3aPro sono diventati un fenomeno. Hanno caratteristiche comparabili ai più blasonati prodotti americani o asiatici ma vengono venduti a un prezzo che definire competitivo è un eufemismo. Ci sono poi le scaleup, come l’italiana Bending Spoons che solo qualche giorno fa ha completato l’ultima di una serie di acquisizioni, anche di aziende statunitensi, comprando la tedesca Koomot. Ma anche l’estone Bolt che ha comprato, sempre in questi giorni, la danese Viggo per estendere sul continente il suo servizio di trasporto urbano non di linea (vale a dire la risposta all’americana Uber).

È l’inizio di un rinascimento del tech europeo?

È ancora prematuro dare per certa quella che potrebbe essere una tendenza temporanea, ma vale la pena considerare che una delle conseguenze dello scenario geopolitico attuale è la crescita di attenzione verso i fornitori europei, compresi quelli delle tecnologie. Esistono anche portali come GoEuropean ed european alternatives che propongono per ogni prodotto tecnologico – e non solo – che non è made in Europe, una valida alternativa, magari meno nota ma assolutamente comparabile ai prodotti tecnologici di altre parti del mondo.

C’è di tutto: dai servizi di cloud come quelli della francese OVHcloud e dell’italiana Cubbit, ai motori di ricerca come il tedesco Ecosia, ai servizi di traduzione automatica basati sull’intelligenza artificiale come quelli della tedesca DeepL, altra azienda in forte crescita, e dell’italiana Translated. Fino alle intelligenze artificiali generative come LeChat della francese Mistral, anche questa un’azienda da tenere d’occhio.

Queste alternative sono già numerose e molte altre stanno emergendo, dando vita a un fenomeno che potremmo definire instant software. Un po’ come gli instant book, pensati per intercettare lettori sull’onda di tendenze e attualità, gli instant software nascono per rispondere rapidamente alle nuove priorità del mercato, che sta ridefinendo criteri e motivazioni di scelta. Oggi, il made in Europe può essere un elemento che fa la differenza, non solo per aziende e consumatori europei, ma anche per molte altre realtà globali sempre meno disposte a concedere agli Stati Uniti ulteriori spazi di sovranità e indipendenza tecnologica.

Fonte : Wired