Dazi Usa, Trump annuncia tariffe del 25% su auto importate dal 2 aprile. Male Wall Street

Prima ancora della conferma ufficiale del presidente, la Borsa a New York ha mostrato segni di agitazione: Dow Jones -0,31%, Nasdaq -2,04%, S&P 500 -1,12%. Bilancio negativo anche per le case automobilistiche, con Stellantis a -3,2%. I dazi “saranno permamenti”

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I dazi Usa sulle auto sono sempre più vicini. Donald Trump ha anunciato che dal 2 aprile partiranno tariffe del 25% sui veicoli importati: “È l’inizio della liberazione dell’America”, ha detto in conferenza stampa, parlando di dazi che saranno “permanenti”. Al momento, quasi la metà di tutti i veicoli venduti nel Paese sono importati, come è d’importazione quasi il 60% delle parti di quelli assemblati negli Usa. Prima ancora della conferma definitiva dei dazi, Wall Street aveva mostrato segni di agitazione: Dow Jones ha chiuso a -0,31% (42.453,37 punti), Nasdaq -2,04% (17.899,01 punti) e S&P 500 a 1,12% (a 5712,18 punti). Bilancio negativo anche per la maggior parte delle azioni delle case automobilistiche, in media in perdita del 2%, con General Motors e Stellantis, proprietaria di Jeep e Chrysler, che vanno oltre il 3%. Ma Trumo non si mostra preoccupato: “Se la caveranno”.

L’impatto dei dazi sulle auto negli Usa

La mossa, nelle intenzioni del tycoon, andrà a stimolare la produzione nazionale. Per scampare ai dazi, ha detto, i produttori starebbero infatti “già cercando siti” negli Usa. Alle aziende ricorda infatti che se “produrranno le auto negli Stati Uniti non ci saranno rincari”. In molti sottolineano però come la tassazione potrebbe mettere a dura prova le finanze delle case che dipendono dalle catene di forniture globale e tradursi in costi più elevati per i consumatori americani. Con il rischio di un impatto anche contro la stessa industria Usa, tra riduzione dei profitti e raffreddamento degli investimenti. I dazi molto probabilmente andranno poi a scatenare ulteriori scontri commerciali con Stati stranieri, in particolare con Paesi come Germania e Italia, ma anche come Giappone e Corea del Sud. Si applicheranno anche ai marchi americani, assemblati fuori dai confini.

I pezzi di ricambio

Non è chiaro se i pezzi di ricambio per auto saranno esclusi dai dazi annunciati. “Queste tariffe si aggiungeranno a quelle esistenti già in vigore”, ha detto il presidente. Che ha anche specificato come chi “acquisterà con un finanziamento un’auto prodotta in America potrà  dedurre gli interessi dalla dichiarazione dei redditi”.

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Verso il “Liberation Day” e altri dazi

Si attende adesso quello che succederà il 2 aprile, ribattezzato da Trump il “Liberation Day”, giorno in cui dovrebbero – salvo nuovi passi indietro – scattare ad esempio tutti gli altri dazi, come quelli reciproci ai “dirty 15”, i Paesi contro cui Washington lamenta il peggior squilibrio commerciale, anche se saranno “indulgenti”. Si applicheranno inoltre tariffe sui prodotti farmaceutici e sul legname importati. Con i dazi in vigore da quel giorno, dice il tycoon, gli Usa incasseranno “tra i 600 milioni e un trilione di dollari in due anni”. 

Le tariffe sulle importazioni dall’Ue

Anche molti Stati europei sono nel mirino di Trump. “L’Europa ha trattato male gli Stati Uniti”, continua a rimarcare. Secondo il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic, negli Usa per mediare con i negoziatori americani, i dazi si aggirerebbero attorno al “20%” e si applicherebbero a tutti i 27 Paesi membri. Nei suoi colloqui con il segretario al commercio americano Howard Lutnick, il rappresentante commerciale Jamieson Greer e Kevin Hassett, direttore del National Economic Council, Sefcovic ha avvertito che una tariffa simile sarebbe “devastante” per il blocco. Bruxelles ha intanto iniziato a preparare una seconda tranche di dazi di ritorsione qualora Trump confermasse le misure aggiuntive la prossima settimana. Già stilato un pacchetto da 26 miliardi di euro, dopo che gli Usa hanno colpito tutto l’acciaio e l’alluminio, che si applicherà dal 12 aprile. Alcune delle tariffe sono state posticipate dal 1° aprile per timore di una risposta ancora più dura da parte di Washington.

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Fonte : Sky Tg24