Fisco, l’Italia chiede a Meta, X e LinkedIn pagamento Iva dal 2015 al 2016

L’Italia ha inoltrato richieste di ingiunzione di pagamento delle imposte a Meta, X e LinkedIn nell’ultimo passaggio formale di una richiesta Iva senza precedenti contro i giganti della tecnologia statunitense. La decisione potrebbe avere ripercussioni in tutta l’Unione Europea, come hanno affermato oggi, 26 marzo, quattro fonti a conoscenza diretta della questione, secondo quanto riportato da Reuters. Roma ha chiesto di pagare 887,6 milioni di euro a Meta, 12,5 milioni di euro a X e circa 140 milioni di euro a LinkedIn per gli anni 2015 e 2016, a rischio scadenza, all’interno di un periodo di indagine più lungo e che si estende fino al 2021-2022.

Perché il pagamento dell’Iva

Come spiega Reuters, il Fisco italiano sostiene che le registrazioni degli utenti sulle piattaforme X, LinkedIn e Meta dovrebbero essere considerate transazioni tassabili in quanto implicano uno scambio tra l’attivazione di un account e i dati personali di un utente. “Abbiamo collaborato pienamente con le autorità rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale e continueremo a farlo. Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo. Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva”, ha dichiarato un portavoce di Meta. LinkedIn ha affermato di non avere “nulla da condividere al momento”. X non ha voluto invece formulare alcun commento in merito alla vicenda.

Gli effetti sugli altri Paesi

Il caso potrebbe poi essere esteso all’Unione Europea: l’Iva è infatti un’imposta europea armonizzata in 27 Paesi e questo potrebbe portare molti sistemi fiscali a ripensare al modello di business del settore tecnologico. Secondo quanto riportano alcuni esperti consultati da Reuters, ciò potrebbe inoltre influenzare quasi tutte le aziende, dalle compagnie aeree ai supermercati, che collegano l’accesso ai servizi gratuiti sui loro siti all’accettazione da parte degli utenti dei cookie di profilazione.

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Fonte : Sky Tg24