Da più di cento giorni, ogni sera il centro di Tbilisi è invaso da migliaia di persone. La polizia sembra aver smesso di picchiare a sangue e arrestare i manifestanti che si oppongono al partito al governo, Sogno Georgiano, accusato di aver compiuto brogli e pressioni sui votanti alle ultime elezioni politiche. La pressione sulla popolazione oggi viene effettuata principalmente multando chi si presenta in piazza e licenziando accademici e dipendenti pubblici che esprimono pubblicamente la loro opposizione al governo.
Davanti al Parlamento il corteo si ferma. In prima fila ci sono molte donne. Espongono uno striscione e le foto dei loro figli, detenuti da mesi. Denunciano torture, umiliazioni, la perdita dei diritti fondamentali. Sogno Georgiano sta lentamente trasformando la Georgia da democrazia filo-europea a regime autoritario sempre più orientato verso Mosca.
Poco distante dalla fermata della metropolitana di Rustaveli, alla Fondazione Konrad Adenauer, incontriamo la presidente della Georgia Salomè Zourabichvili. Nonostante il suo mandato come presidente sia scaduto lo scorso 29 dicembre, lei – come la piazza – non ha riconosciuto il voto delle elezioni dello scorso ottobre e ha pubblicamente sostenuto le proteste.
Il partito Sogno Georgiano nel 2012 si presentò come un partito di centro-sinistra e filo-europeista. Ma nel corso degli anni ha cambiato posizioni…
“Questo partito oggi non rappresenta l’orientamento della popolazione georgiana, che anche negli ultimi sondaggi è a favore dell’integrazione europea” dice Zourabichvili a Today.it. “E questo orientamento c’è fin dall’indipendenza del paese. Ho sempre sostenuto in prima persona il percorso verso l’Europa e la democrazia della Georgia, prima con Saakashvili e poi con ‘Sogno Georgiano’, finché tale impegno è stato evidente. Oggi, assistiamo a un preoccupante allontanamento dall’Europa”.
Zourabichvili accusa il governo di attacchi immotivati alle rappresentanze diplomatiche europee e americane, e di essersi avvicinato a Mosca dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
“Un governo che senza motivo ha iniziato ad attaccare le rappresentanze diplomatiche europee e statunitensi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ha accusato l’Occidente di voler aprire un secondo fronte di guerra in Georgia, avvicinandosi sempre più a Mosca” chiosa Zourabichvili.
“Tutti sanno che nessuno ha mai scatenato una guerra dal territorio della Georgia verso la Russia. È sempre successo il contrario. La strada intrapresa da ‘Sogno Georgiano’ è estremamente pericolosa, perché se la Georgia non ha come partner l’Europa e gli Stati Uniti, si trova da sola a fronteggiare un Paese, la Russia, che già occupa il 20% del nostro territorio (le regioni dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia invase nell’agosto 2008, ndr) che non ha mai rinunciato all’idea di poter tornare a dominarci, come ha fatto per più di due secoli”.
Nonostante le manifestazioni continue il primo ministro Irakli Kobakhidze non ha nessuna intenzione di ascoltare la piazza. Come pensa possa sbloccarsi la situazione?
“L’attuale stallo politico non può protrarsi a lungo. Il paese è privo di un governo pienamente operativo, isolato dai suoi principali partner internazionali come l’Unione Europea e questa situazione è destinata a peggiorare a causa delle misure repressive adottate dal governo, che possono imporre il silenzio ai cittadini ma non generano sostegno popolare” spiega Zourabichvili.
“I licenziamenti per un post critico sui social ricordano un regime russo”
Salomè Zourabichvili
“I licenziamenti politici nel settore pubblico per un post di critica sui social ricordano da vicino un regime di tipo russo, difficilmente sostenibile però in un paese con risorse limitate come la Georgia. La paralisi politica, aggravata dalle continue proteste, richiede una soluzione immediata. Le pressioni dei partner europei devono concentrarsi sulla mediazione e sull’organizzazione di elezioni pacifiche, ma il governo si rifiuta di discutere nuove elezioni. La via più ragionevole sarebbe indire con le elezioni locali di ottobre anche nuove elezioni parlamentari. Questa sarebbe una via d’uscita dalla crisi”.
Che idea si è fatto della nuova gestione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump anche in merito alla guerra in Ucraina?
“Credo che il mondo si divida in due categorie: chi ha vissuto l’esperienza diretta dell’aggressione russa, dell’invasione, della lotta per la libertà e la sovranità, e chi, fortunatamente, vive in paesi che non hanno mai conosciuto tali orrori. Per questi ultimi, è difficile comprendere appieno il peso di tali esperienze. La mia empatia e la mia solidarietà vanno al presidente ucraino, perché so quale fardello ha portato con sé nell’incontro con il presidente degli Stati Uniti”.
“Il mondo si divide tra chi ha conosciuto l’aggressione russa e chi no. Noi dobbiamo essere una priorità per l’Unione Europea. Senza il Mar Nero e il Caucaso, l’Europa non potrà diventare una vera potenza globale”.
Salomè Zourabichvili
“Trump, come abbiamo già visto, non sta certamente riproducendo alcuno schema noto della politica estera americana. Un elemento cruciale da considerare è l’imprevedibilità che caratterizza la nuova amministrazione americana. Questa imprevedibilità, a mio avviso, si estenderà anche alla Russia. Non saremo una delle priorità dell’amministrazione Trump, ma penso che dovremmo esserlo per l’Unione Europea. Senza l’allargamento, senza la stabilità del Mar Nero e del Caucaso, e senza una strategia efficace per contrastare la guerra ibrida russa che abbiamo sperimentato in prima persona, l’Europa avrà difficoltà a realizzare le sue ambizioni di diventare una potenza globale. Dobbiamo quindi essere pazienti. E in quanto a pazienza, i georgiani sono molto forti perché dimostrano grande resilienza”.
Cosa spera per il futuro?
“Europa, democrazia e un futuro di indipendenza”.
Fonte : Today