Roma – Quello che ancora non è chiaro è semplice: chi ha spiato il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, utilizzando il software Graphite prodotto da Paragon? Perché nell’audizione del 25 marzo, il sottosegretario con delega ai Servizi segreti Alfredo Mantovano avrebbe di fatto smentito la linea tenuta fino a poco fa dall’esecutivo sulla torbida vicenda. Sarebbe invece ormai acclarato che la ong Mediterranea, e in particolare i suoi attivisti Luca Casarini, Beppe Caccia e don Mattia Ferrari, sia stata spiata dai servizi segreti su mandato del governo Meloni.
Ma secondo quanto Wired ha potuto apprendere da ambienti vicini al Copasir, il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, siamo molto vicini a un’altra certezza: e cioè il coinvolgimento nell’operazione di apparati di pubblica sicurezza. Il castello comincia a scricchiolare, un pezzo alla volta: e si tratta di una bomba in grado di far cadere il governo Meloni. Se solo si trovasse la pistola fumante.
Paragon, quello che ancora non torna
Certo, gli indizi sono parecchi e convergono. Il software della società israeliana viene venduto solo ai governi, ai loro apparati di sicurezza, o ad agenzie accreditate da questi, non a soggetti privati, men che mai a singoli cittadini. Su chi in Italia abbia acquisito le licenze per accedere al cloud del software non è mai stata fornita una spiegazione convincente. E non solo: sono ormai tante, troppe, le marce indietro dell’esecutivo che – va ricordato – ha rimandato la vicenda al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica dove non sono presenti tutte le forze di opposizione e soprattutto le audizioni sono coperte da segreto, pena la condanna a sette anni di reclusione per i parlamentari che riferiscono i contenuti delle audizioni.
Per non parlare del fatto che il giornalista Cancellato è inviso al governo per le sue inchieste sui giovani di Fratelli d’Italia. Il suo rappresenta ovviamente il caso più controverso della vicenda e non a caso, sul suo coinvolgimento, stanno indagando le procure di Napoli, Roma, Venezia, Bologna e Palermo. Perché, in sostanza, se gli attivisti di Mediterranea potevano in qualche modo essere figure secondarie in un’indagine mirata a intercettare esponenti di organizzazioni pericolose per la sicurezza nazionale (ipotesi peraltro tutta da dimostrare e che comunque non giustificherebbe l’utilizzo dello spyware, che infatti è stato fermato da Paragon), il controllo sul cellulare di Cancellato non avrebbe nessuna giustificazione legittima e potrebbe figurare persino una violazione dei dettati costituzionali. Chiaro che l’esecutivo continui a negare un coinvolgimento: un’ammissione segnerebbe la fine del periodo cominciato nel 2022 e andato avanti – contro le aspettative di molti – fino a oggi.
Luca Casarini e Beppe Caccia erano spiati dall’Aise con il software di Paragon
Intanto, sulla vicenda torna l’ong Mediterranea con una nota.
“Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – si legge in un comunicato diffuso dopo l’audizione di Mantovano – ha ammesso che Mediterranea e i suoi attivisti sono stati spiati dai servizi segreti con il software militare Paragon Graphite perché considerati pericolo per la sicurezza nazionale“.
Il motivo dell’intrusione nei loro smartphone sarebbe legato proprio all’attività dell’organizzazione, che opera sulla rotta libica per salvare uomini, donne e bambini che vengono lasciati in mare dai trafficanti libici. L’utilizzo del software Graphite sarebbe stato autorizzato dell’Aise (l’agenzia governativa informazioni e sicurezza esterna) e dal procuratore generale di Roma, Jimmy Amato. L’Aise, si legge ancora nel comunicato diramato da Mediterranea, sarebbe lo stesso corpo dei servizi segreti che gestisce i rapporti con le forze di sicurezza libiche e questo richiama a un’altra vicenda che ha visto il governo accusato di un uso politico degli apparati legati alla sicurezza, quella della liberazione del criminale libico Almasri.
Fonte : Wired