Dedicata all’incontro di Gesù con la Samaritana la catechesi settimanale diffusa oggi. Copme nelle scors settimane diffuso il testo scritto mentre Francesco prosegue la sua convalescenza a Casa Santa Marta. “Gesù ci aspetta negli incroci della nostra vita dove meno lo aspettiamo”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “È dall’esperienza di sentirsi amati che scaturisce la missione”. Lo scrive papa Francesco nella catechesi settimanale del mercoledì, diffusa anch oggi in forma scritta.
Dopo essere rientrato domenica in Vaticano dalla lunga degenza al Policlinico Gemelli per la polmonite bilaterale, il pontefice continua la convalescenza a Casa Santa Marta, senza ancora poter riprendere questo appuntamento con i fedeli. Ma attraverso i suoi testi continua ugualmente a proporre la riflessione su Gesù Cristo nostra speranza, il tema da lui scelto per l’anno giubilare. E proseguendo la serie sugli incontri di Gesù – iniziata la scorsa settimana con la figura di Nicodemo – oggi si è soffermato sul dialogo con la Samaritana, proposta dal capitolo 4 del Vangelo di Giovanni.
Ripercorrendo il racconto Francesco si sofferma sui momenti in cui il Signore “sembra proprio che Lui ci stesse aspettando in un particolare incrocio della nostra vita”. La Samaritana, infatti, probabilmente si aspettava di non trovare nessuno al pozzo: “Va a prendere l’acqua al pozzo in un’ora insolita, quando è molto caldo – scrive il pontefice -. Forse questa donna si vergogna della sua vita, forse si è sentita giudicata, condannata, non compresa, e per questo si è isolata, ha rotto i rapporti con tutti”. Ma Gesù stesso si trova lì per una scelta sorprendente: “Per andare in Galilea dalla Giudea, avrebbe potuto scegliere un’altra strada e non attraversare la Samaria. Sarebbe stato anche più sicuro, visti i rapporti tesi tra giudei e samaritani. Lui invece vuole passare da lì e si ferma a quel pozzo proprio a quell’ora. Gesù – commenta il papa – ci attende e si fa trovare proprio quando pensiamo che per noi non ci sia più speranza”.
Francesco sottolinea poi il tema del desiderio, centrale in questo incontro. Si esprime attraverso una sete che parla d’altro: del “desiderio di questa donna di essere amata veramente” E alla fine del dialogo lei capirà che solo Lui può rispondere pienamente a questo bisogno. “A quel punto – commenta il papa – la donna corre a chiamare la gente del villaggio. E quale annuncio potrà mai aver portato se non la sua esperienza di essere capita, accolta, perdonata? È un’immagine che dovrebbe farci riflettere sulla nostra ricerca di nuovi modi per evangelizzare”.
Ma per andare a raccontare a tutti ciò che le è successo la Samaritana deve prima lasciare la sua anfora ai piedi di Gesù. “Per andare ad annunciare il Vangelo – spiega il pontefice – abbiamo bisogno prima di deporre il peso della nostra storia ai piedi del Signore, consegnare a Lui il peso del nostro passato. Solo persone riconciliate possono portare il Vangelo”. Di qui l’invito a tutti a non perdere la speranza: “Anche se la nostra storia ci appare pesante, complicata, forse addirittura rovinata – conclude papa Francesco – abbiamo sempre la possibilità di consegnarla a Dio e di ricominciare il nostro cammino. Dio è misericordia e ci attende sempre”.
Fonte : Asia