L’ennesima innovazione marittima della Cina attira l’attenzione internazionale e alimenta le preoccupazioni di Taiwan e dei paesi dell’Indo-pacifico. Dopo le “chiatte speciali” collocate probabilmente nella città di Zhanjiang in previsione di un’invasione dell’isola, Pechino ha presentato ufficialmente un dispositivo compatto per il taglio dei cavi sottomarini in grado di recidere le più robuste infrastrutture di comunicazione e alimentazione sottomarine. Le implicazioni strategiche globali sono evidenti, perché la recisione di cavi in aree strategiche potrebbe destabilizzare le comunicazioni globali. E i diversi episodi intorno a Taiwan e nel mar Baltico, che hanno visto il coinvolgimento di imbarcazioni cinesi, ne sono un esempio.
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Il dispositivo civile dall’uso alternativo: quello militare
È la prima volta che un paese annuncia ufficialmente lo sviluppo di una tale tecnologia, il cui progetto è stato pubblicato il mese scorso sulla rivista scientifica cinese Mechanical Engineer e ripreso dal South China Morning Post. Lo strumento è stato progettato dal China Ship Scientific Research Center specificamente per l’integrazione con i sommergibili avanzati cinesi, con e senza equipaggio, come il Fendouzhe o lo Striver, e la serie Haidou.
Anche se è stato creato come strumento per il recupero civile e l’estrazione mineraria dai fondali marini, il suo potenziale duplice uso fa suonare un campanello d’allarme in altre nazioni. Come sottolinea il South China Morning Post, il dispositivo potrebbe avere anche un uso alternativo, ad esempio la recisione di cavi in aree strategiche. Questo perché il progetto sarebbe in grado di tagliare i cavi corazzati e stratificati con guaine in acciaio, gomma e polimeri fino alla profondità di 4mila metri, quasi il doppio della profondità del cavo sottomarino più profondo del mondo. E così potrebbe sostanzialmente destabilizzare le comunicazioni globali durante una crisi geopolitica.
Non a caso, la testata di Hong Kong cita l’isola di Guam, nell’arcipelago delle Marianne, che ospita una delle principali basi aeronavali statunitensi nell’oceano Pacifico e che recentemente ha deciso di voler installare un’architettura integrata di difesa anti-aerea e anti-missile, per contenere l’espansionismo della Cina e rispondere alle minacce nucleari della Corea del Nord. Attorno all’isola di Guam, infatti, ruotano più di una dozzina di cavi in fibra ottica, utilizzati sia per scopi militari che civili, con clienti tra cui Google.
Come funziona il dispositivo presentato dalla Cina
Il team di ingegneri cinesi, guidato da Hu Haolong, ha sviluppato l’innovativo strumento in grado di operare a grandi profondità marine e superare persino le sfide poste dall’alta pressione dell’acqua e dalla scarsa visibilità.
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Il dispositivo è stato progettato per funzionare fino a 4mila metri di profondità, dove la pressione supera le 400 atmosfere. Per evitare implosioni anche durante un utilizzo prolungato, lo strumento è racchiuso in un guscio di lega di titanio e dotato di guarnizioni a compensazione d’olio. Uno dei principali test del team cinese è stato il taglio di cavi d’acciaio rinforzati, contro i quali le lame convenzionali risultano inefficaci. Per superare questo ostacolo, è stato deciso di applicare una mola abrasiva rivestita di diamante con un diametro di 150 millimetri, in grado di ruotare a 1.600 giri al minuto. Questa tecnologia consente di frantumare l’acciaio riducendo al minimo il disturbo dei sedimenti marini. Azionato da bracci robotici con visibilità quasi nulla, il dispositivo incorpora anche una tecnologia avanzata di posizionamento per garantire un allineamento preciso durante il taglio.
Una nuova era dei conflitti sottomarini è arrivata
Il nuovo strumento sviluppato dalla Cina, che può essere azionato da piattaforme stealth senza equipaggio e invisibili ai radar, potrebbe essere utilizzato per colpire punti strategici senza la necessità di emergere in superficie delle acque.
Tutti questi caratteristiche hanno acceso il dibattito all’interno delle comunità di ricerca militare, soprattutto dopo la distruzione nel 2022 del gasdotto sottomarino Nord Stream che collegava la Russia alla Germania nel mar Baltico. Con il moltiplicarsi degli incidenti è cresciuta anche l’attenzione occidentale verso il dominio subacqueo, che riveste un ruolo più centrale anche negli ultimi documenti strategici Nato.
Nonostante le speculazioni sul possibile impiego in scenari di conflitto, i funzionari cinesi continuano a sostenere che il dispositivo – già testato con successo su cavi dal diametro fino a 60 millimetri – è destinato allo sviluppo delle risorse civili. Ma il timore di diversi analisti militari è che, in caso di invasione di Taiwan, la Cina potrebbe usare questo dispositivo per recidere i cavi sottomarini attorno all’isola, interrompendo le comunicazioni militari dell’isola con gli Stati Uniti e altri paesi alleati. L’allarme arriva proprio da Taipei. Il ministro degli Esteri taiwanesi ha sottolineato su X che con il 95 per cento dei dati globali che si muovono attraverso questi cavi, il mondo dovrebbe difendere al meglio questa infrastruttura critica. Una nuova era dei conflitti sottomarini è arrivata.
#China has unveiled a tool with global consequences: a cable cutter capable of severing the sturdiest undersea cables. #Taiwan
, constantly under threat, knows what this means. 95% of data flows undersea & the world must act to defend this vital infrastructure. (
TeleGeography) https://t.co/vveYytt21s pic.twitter.com/iHE8xjfnY0
— 外交部 Ministry of Foreign Affairs, ROC (Taiwan)
(@MOFA_Taiwan) March 24, 2025
Fonte : Today