Al processo per il crollo del ponte Morandi parla Castellucci: “Mi sento responsabile, non colpevole”

Il 14 agosto 2018 a Genova crollava il ponte Morandi e 43 persone perdevano la vita. A distanza di anni il processo è ancora in corso: alla sbarra 58 imputati fra ex vertici e tecnici di Autostrade e Spea, attuali ed ex dirigenti del ministero delle Infrastrutture e funzionari del Provveditorato. Oggi è il giorno dell’ex amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci, imputato. L’ex top manager ha parlato in aula per la prima volta. “Mi sento responsabile, ma non colpevole”, il senso del suo lungo intervento.

Castellucci: “Mi sento responsabile ma non colpevole”

Castellucci ha deciso di rilasciare dichiarazioni spontanee. Dopo di lui si concluderà l’istruttoria. Ci sarà ancora un’udienza per il deposito degli ultimi documenti e poi ci sarà una sospensione per consentire ai pm di preparare la requisitoria. 

Giovanni Castellucci, ex ad di Aspi - foto LaPresse“Mi sento tuttora responsabile ma non colpevole. Responsabile su quello che era la gestione del ponte e in quanto custodi del bene questa responsabilità me la sento”, ha esordito Castellucci. “Ancora oggi – ha detto – non riesco ad accettare che questo ponte sia crollato e che un leader mondiale con radici italiane (Atlantia, ndr), fosse riportata alla casella di partenza: questa è stata una sconfitta per tutti. Per la collettività e per l’azienda”. 

Castellucci ha spiegato di aver scelto di rimanere zitto in questi anni, rilasciando una sola intervista: “Io il ponte lo conoscevo solo di sfuggita. Oggi sono qui per dire tutto quello che so e che ho fatto per dare il mio piccolo contributo alla verità della tragedia”. Poi la ricostruzione: “Io ero l’ad di una società che ha gestito questo ponte per 50 anni: il peso l’ho sentito allora e lo sento oggi. Sono arrivato subito, mi sono messo subito a servizio del comitato di crisi. Sentivo la grande frustrazione di non poter essere d’aiuto se non nell’accelerare la realizzazione della Strada del Papa (via alternativa aperta per alleggerire il traffico subito dopo la tragedia, con la città spezzata in due, ndr)“. Castellucci ha sottolineato che “quello che è accaduto non doveva accadere”.

Castellucci si è detto pentito per le comunicazioni fatte all’indomani del crollo. “Ho sbagliato il comunicato nei termini e modi. Un comunicato voluto da Consob e col senno di poi lo considero una cosa sbagliata. Mi ha addolorato il fatto che a crollare sia stato un ponte sul quale una società ricca investiva e sul quale i lavori erano continui. Su quel ponte si lavorava da almeno tre anni continuamente. Un ponte sul quale una grande società di ingegneria, Cesi, non più tardi di due anni prima e poi confermato a valle della tragedia aveva scritto senza dubbio che le procedure di ispezione erano sicuramente adeguate. Era un ponte su cui si investiva con regolarità almeno negli ultimi tre anni e su cui c’erano rassicurazioni di società serie. Non riesco ad accettare che questo ponte sia crollato. È stata una sconfitta per tutti: per la collettività, per gli sforzi che avevano portato a una sicurezza totale sulle nostre Autostrade”.

ponte morandi di genova foto Marco Alpozzi LaPresse 14 agosto 2018

“I costi delle manutenzioni non sono mai calati”

Nelle parole di Castellucci anche un passaggio sui costi delle manutenzioni: “I costi non sono mai calati tranne nel 2018, ma era un anno particolare, i costi erano calati e poi aumentati. Essere accusato di avere tagliato le manutenzioni per i dividendi non potevo accettarlo. Sui dividendi, è stato spiegato, che quello del 2017 era dovuto a un fatto straordinario. Quell’anno si decise che Aspi non dovesse fare cose non autostradali e cose autostradali fuori dall’Italia. Questo assetto avvenne con un dividendo in natura, ovvero delle azioni e un dividendo liquido per la vendita della partecipazione ad Atlantia. Gli asset nel 2016 avevano generato 230 milioni di utili”.  

Fonte : Today