No Other Land, uno dei registi palestinesi arrestato da Israele

Non si hanno tracce al momento di Hamdan Ballal, uno dei registi di No Other Land, documentario vincitore di un premio Oscar nell’edizione svoltasi a inizio marzo. Ballal è stato aggredito dopo che un gruppo di coloni israeliani ha fatto irruzione a Susiya, un villaggio della regione di Masafer Yatta nel West Bank, territorio palestinese occupato da Israele fin dal 1967. Secondo le testimonianze, tra cui quelle anche di alcuni attivisti ebrei americani, decine di coloni si sono mossi per le strade del villaggio minacciando la popolazione e persino assediando il Center for Jewish Nonviolence, associazione che promuove la collaborazione tra israeliani e palestinesi. Giunti all’abitazione di Ballal, l’avrebbero strappato alla moglie e picchiato e poi l’uomo sarebbe stato portato via, ammanettato e bendato, da soldati israeliani per tenerlo in custodia in una base militare. La sua avvocata Lea Tsemel non ha però più notizie da allora.

Uno dei testimoni dell’accaduto è Basel Adra, un altro dei co-registi del documentario, che racconta di aggressioni continue nelle ultime settimane: “Da quando siamo tornati degli Oscar ci sono attacchi contro di noi ogni giorno”, ha dichiarato all’Associated Press: “Potrebbe essere una vendetta perché abbiamo fatto il film. Sembra una punizione”. No Other Land racconta proprio gli sforzi e le proteste dei residenti di Masafer Yatta per fermare le truppe israeliane dal demolire i loro villaggi. Ballal e Adra, entrambi provenienti da questi luoghi, hanno collaborato con due registi israeliani, Yuval Abraham e Rachel Szor, per raccontare con uno sguardo congiunto le difficoltà e le atrocità che avvengono nella regione. Viene in particolare mostrato il rapporto che si crea tra Adra e Abraham, improbabili alleati contro l’occupazione e soprattutto molto diversi tra loro, uno cresciuto nell’oppressione e nella violenza, l’altro nella libertà e in sicurezza. Il film ha ottenuto diversi premi a livello internazionale, dalla Berlinale 2024 fino appunto al premio Oscar come miglior documentario 2025, e ha ricevuto anche grande attenzione da parte del pubblico, nonostante alcuni tentativi di boicottaggio in tutto il mondo da parte di protestanti pro-Israele.

Adra ha raccontato che l’attacco dei coloni israeliani è avvenuto nella serata di lunedì 24 marzo, appena dopo il tramonto, momento in cui i musulmani nel mese sacro del Ramadan interrompono il loro digiuno rituale. Altri testimoni raccontano che i coloni hanno minacciato appunto anche gli attivisti del Center for Jewish Nonviolence, colpendo i vetri delle loro auto e forando le gomme. Le autorità militari israeliane sostengono che gli scontri sono partiti invece da parte palestinese: “L’IDF [Israeli Defence Force, ndr] e la polizia israeliana sono arrivati per disperdere uno scontro, a quel punto diversi terroristi hanno iniziato a lanciare pietre alle forze di sicurezza”, si legge in un comunicato ufficiale delle autorità di Israele: “Le forze dell’ordine hanno arrestato tra palestinesi [tra cui Ballal, ndr] sospettati di aver tirato delle pietre, e anche un civile israeliano coinvolto nell’alterco. I detenuti sono stati prelevati per ulteriori domande dalla polizia israeliana”. “Hamdan ha cercato di proteggere la sua famiglia e i coloni l’hanno attaccato. I soldati hanno iniziato a sparare per aria per impedire che venisse aiutato”, ha raccontato invece Adra: “Gridava aiuto. Hanno lasciato che i coloni lo attaccassero e poi l’esercito l’ha prelevato”.

Aggiornamento del 25 marzo alle 14.12

Fonte : Wired