È reato dire “te la farò pagare” all’amante della propria moglie, dopo aver scoperto la loro relazione segreta? No, o almeno non sempre, secondo quanto emerge da una sentenza del tribunale di Torino pronunciata ieri, lunedì 24 marzo. La vicenda riguarda una coppia di genitori, sposati, che vive nel Torinese. Lui, dopo aver scoperto che lei ha un amante, fa di tutto per salvare il matrimonio. Vuole riallacciare i rapporti con la moglie, ma il terzo incomodo non ha nessuna intenzione di farsi da parte. Anzi: mantiene a lungo un atteggiamento provocatorio, alimentando tensioni e malumori.
La frase al citofono dell’amante della moglie
Un giorno, i due uomini si incontrano per strada, all’apparenza per caso. Nasce una lite, i toni sono sempre più accesi. Vola qualche spintone e l’amante torna a casa. A questo punto, il marito preme il pulsante del suo citofono e gli dice: “Te la farò pagare”. Scatta quindi la denuncia da parte dell’amante, che accusa il marito della donna di minacce. Il marito viene rinviato a giudizio. Assistito dall’avvocato Gino Arnone, respinge ogni accusa: “L’espressione è così generica che, né in astratto né in concreto, si può individuare il male generico minacciato – spiega l’avvocato -. L’amante, poi, aveva più volte provocato il mio assistito. Di fatto, non aveva timore di lui”.
Il pubblico ministero chiede di condannare l’imputato. L’amante si costituisce parte civile al processo e vuole un risarcimento. Il giudice, però, assolve l’uomo perché “il fatto non sussiste”, accogliendo la linea difensiva.
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Fonte : Today