Il co-autore israeliano Yuval Avraham ha denunciato il fatto su X. L’arresto è avvenuto durante scontri tra coloni israeliani e palestinesi vicino al villaggio di Susya, in Cisgiordania. Quattro palestinesi sono stati feriti e tre arrestati, tra cui secondo testimoni oculari anche Ballal, colpito alla testa da un sasso. Non è ancora chiaro in che condizioni sia e se sia stato sottoposto a cure
Il regista Hamdan Ballal, uno dei creatori del film premiato con l’Oscar ‘No Other Land’, è stato arrestato questa sera dai soldati dell’esercito israeliano durante violenti scontri nei pressi del villaggio palestinese di Susya, nella Cisgiordania meridionale. Secondo testimoni oculari, Ballal è stato colpito alla testa da una pietra lanciata durante il confronto tra coloni israeliani e residenti palestinesi. Ancora da chiarire il motivo dell’arresto- Le sue condizioni non sono ancora note, né il luogo in cui è detenuto. La notizia è stata riportata dai media israeliani.
L’arresto durante gli scontri tra coloni e palestinesi
Decine di coloni sono arrivati nella zona e hanno iniziato a lanciare pietre contro case, auto e abitanti del villaggio, provocando una pronta risposta da parte dei palestinesi, che hanno reagito con lo stesso tipo di violenza. Secondo un testimone oculare, quattro palestinesi sono stati feriti dal lancio di pietre, e tra questi anche Ballal, arrestato dopo essere stato fatto salire su un’ambulanza per essere curato. La polizia ha dichiarato che tre palestinesi sono stati arrestati, in manette anche un minorenne israeliano successivamente rilasciato a causa delle ferite riportate dopo essere stato colpito da una pietra. Le forze di polizia sono intervenute per cercare di riportare la calma, ma gli scontri sono proseguiti a lungo, segnando un’altra serata di tensione nella regione.
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Il co-regista Avraham: “Non è chiaro se sta ricevendo cure”
A far emergere la notizia dell’aggressione e dell’arresto è stato il co-regista israeliano di ‘No other land’, Yuval Avraham, che ha scritto su X: “Un gruppo di coloni ha attaccato la casa di Hamdan, che ha diretto il film insieme con me. Lo hanno picchiato sulla testa e su tutto il corpo. Mentre era ferito e sanguinante, i soldati sono entrati nell’ambulanza che aveva chiamato e lo hanno arrestato. Da allora non si hanno più notizie e non è chiaro se stia ricevendo cure mediche e che cosa gli stia succedendo”. Avraham ha postato un video che mostra un colono mascherato che avrebbe attaccato il villaggio di Ballal. “Hanno continuato ad attaccare pure gli attivisti americani, rompendo la loro auto con pietre”, ha aggiunto il regista israeliano.
Appello di Unita per la liberazione di Ballal: “Sgomenti per l’accaduto”
L’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo (Unita) ha diffuso un appello per la liberazione di Ballal. “Siamo solidali con Hamdan Ballal, chiediamo la sua immediata liberazione e che sia prontamente sottoposto alle cure adeguate”, si legge sui social dell’associazione. “Siamo sgomenti per l’accaduto e preoccupati per la salute e per la sorte Ballal. Perseguitare e intimidire gli artisti – prosegue Unita – cercando di impedire alla loro voce di esprimersi, di permettere loro di elevare il pensiero sopra la catastrofe e di dare con la loro visione speranza ai disperati è sintomo che qualcosa di veramente terribile è in atto. La perdita irrimediabile dell’umanità”, conclude Unita.
L’Oscar per “No other land” vinto lo scorso 3 marzo
Il 3 marzo scorso ‘No other land”, che racconta le demolizioni ad opera dell’Idf nel villaggio palestinese di Masafer Yatta, in Cisgiordania, ha vinto l’Oscar come miglior documentario. All’opera hanno preso parte due registi palestinesi, Ballal e Basel Adra, entrambi residenti di Masafar Yatta, e due registi israeliani, Yuval Abraham e Rachel Szor. Sul palco a Los Angeles, due dei quattro registi del film, un israeliano e un palestinese, hanno chiesto diritti per i palestinesi e una soluzione negoziata al conflitto. Avraham, ha parlato della distruzione di Gaza ed anche degli ostaggi israeliani, brutalmente rapiti il 7 ottobre. “C’è un percorso diverso, una soluzione politica, senza supremazia etnica, con diritti nazionali per entrambi i nostri popoli”, ha detto.
L’opera non ha ancora trovato un distributore in Usa
Diversi giorni dopo il discorso di Avraham agli Oscar, la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (Pacbi) ha rilasciato una dichiarazione in cui condannava il documentario per aver violato le “linee guida anti-normalizzazione” del movimento. Di diverso parere invece il capo del consiglio comunale del villaggio palestinese di Susya che ha ringraziato l’appoggio degli attivisti, anche israeliani. Il documentario, nonostante l’Oscar, non ha ancora trovato un distributore in America.
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Fonte : Sky Tg24