Conosciuti anche come “ultrawide”, i monitor 21:9 sono particolarmente appetibili per chi non si accontenta del classico formato 16:9. Caratterizzati da un design allungato, che si sviluppa principalmente in orizzontale, hanno nella loro particolare forma non tanto un semplice vezzo estetico, quanto un’esigenza funzionale ben precisa, sia in ambito videoludico che professionale. Proposti dalle case produttrici in una vasta gamma di modelli, questi display affollano il mercato distinguendosi tra loro per caratteristiche hardware, tagli di diagonale e pannelli piatti o curvi. Noi abbiamo selezionato i nostri preferiti, otto in tutto, dopo un’attenta ricerca che ha coinvolto a 360 gradi tutto quanto c’è di meglio in circolazione.
Alla ricerca del monitor 21:9 perfetto
Prima di lanciarsi a capofitto nell’acquisto di un monitor di questo tipo, è importante prendere in considerazione alcuni elementi di natura tecnica e strutturale:
- Dimensioni: armarsi di un centimetro e prendere attentamente le misure dello spazio a disposizione è un’operazione da eseguire con la massima attenzione. È infatti importante ricordare che, rispetto al classico formato 16:9 (lo standard di visualizzazione a cui siamo abituati), la differente angolazione della diagonale porta a un maggiore sviluppo in orizzontale e a uno minore in verticale. Questo vuol dire un ingombro differente, che potrebbe causare qualche problema, soprattutto per chi è interessato a soluzioni che si attestano tra i 34 e i 38 pollici.
- Utilizzo: se per un videogiocatore è fondamentale avere un’elevata frequenza di aggiornamento dello schermo (almeno 120 Hz) e un tempo di risposta ai comandi ridotto al minimo (1 ms o inferiore), per chi pianifica un utilizzo professionale con lavori di editing video e ritocco immagini è invece importante concentrarsi sulla precisione della resa cromatica e sulle tecnologie che riducono l’affaticamento degli occhi in previsione di tour de force prolungati davanti allo schermo. In entrambi i casi, affidarsi a una risoluzione elevata (3440 x 1440 la nostra scelta base) garantisce una qualità visiva elevata. Per quanto riguarda la decisione di optare per uno schermo piatto o curvo, invece, entrano in campo anche le preferenze personali. I pannelli curvi creano un effetto avvolgente, particolarmente accattivante nei videogiochi, e che aiuta a isolarsi in ufficio, ma sono spesso accompagnati da un costo leggermente superiore rispetto alle controparti piatte, fatto da non sottovalutare per chi deve sottostare a precisi limiti di budget.
- Extra: la presenza di programmi di supporto che consentono di modificare la resa visiva in base all’utilizzo (con modalità progettate appositamente per adattarsi a specifiche tipologie di videogiochi), la possibilità di collegare più dispositivi contemporaneamente a un singolo pannello, l’integrazione di sistemi di illuminazione che accompagnano lo scorrere delle immagini su schermo o una dotazione di ingressi con porte di ogni genere (dall’hdmi al usb). Questi sono solo alcuni degli extra che possono caratterizzare i monitor 21:9, contribuendo a incrementare il cartellino del prezzo e a renderne l’utilizzo più pratico.
Le nostre scelte
Il mercato dei monitor 21:9, come peraltro quello dei “normali” modelli 16:9, si muove in diverse direzioni, offrendo soluzioni pensate per agevolare il lavoro d’ufficio e proposte che sprigionano tutta la loro potenza se messi di fronte ai più recenti videogiochi. Partendo da questo presupposto, nella nostra gallery abbiamo cercato di puntare in maniera decisa sulla varietà, con un campionario capace di soddisfare ogni tipo di esigenza e differenti budget.
Chi fosse invece alla ricerca di qualcosa di diverso per giocare o lavorare in tutta comodità, potrà trovare tanti spunti interessanti nelle nostre guide dedicate ai migliori monitor a tutto tondo, ai modelli curvi e verticali, alle proposte portatili e 4K da gaming.
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Fonte : Wired