Ekrem Imamoglu, cosa sta succedendo in Turchia dopo l’arresto del sindaco di Istanbul

La Turchia sta vivendo giorni caotici e di intensa mobilitazione popolare dopo che un tribunale ha incarcerato il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, principale rivale politico del presidente Recep Tayyip Erdoğan, al potere da 22 anni con una leadership sempre più autoritaria. Il tribunale ha formalizzato la detenzione domenica accusando Imamoglu di corruzione e abuso di potere. Le proteste – le più imponenti dell’ultimo decennio insieme a quelle Gezi Park del 2013 – stanno continuando a riempire piazza Sarachane a Istanbul e le strade di altre grandi città come Ankara e Izmir, nonostante la dura repressione della polizia, che ha già portato a circa 700 arresti e all’estensione del divieto di assembramenti pubblici.

Nel frattempo, il principale partito di opposizione, il Chp, ha ufficialmente designato Imamoglu come candidato per sfidare Erdoğan alle prossime elezioni presidenziali. La crisi politica colpisce un paese già profondamente in difficoltà, e da anni, anche per le scelte di politica economica poco ortodosse di Erdoğan: la lira turca ha perso oltre il 40% del suo valore nell’ultimo anno e l’inflazione supera il 75%, mentre la Turchia è scesa al 117° posto su 142 paesi nell’indice globale sullo stato di diritto del World Justice Project, una ong.

Chi è Ekrem Imamoglu?

Imamoglu, 54 anni, è considerato il principale sfidante politico del presidente Recep Tayyip Erdoğan. È stato eletto sindaco nel 2019, infliggendo al partito di Erdoğan (Akp, il partito islamico-conservatore al governo) una storica sconfitta. Nato a Trebisonda, sulla costa del Mar Nero, è membro del Partito popolare repubblicano (Chp), la principale forza politica laica e socialdemocratica del paese fondata da Mustafa Kemal Atatürk, padre della Turchia moderna. La sua popolarità è cresciuta costantemente dal 2019, e recenti sondaggi lo davano in vantaggio su Erdoğan in un’ipotetica sfida presidenziale. È noto per il suo stile diretto e per la capacità di attrarre anche elettori conservatori, tradizionalmente fedeli all’Akp. Domenica, proprio mentre veniva incarcerato, il Chp ha mobilitato la sua base elettorale organizzando delle primarie straordinarie aperte anche ai non iscritti. L’affluenza (15 milioni di persone) è stata così alta da costringere il partito a prolungare le operazioni di voto di oltre tre ore, confermandolo ufficialmente come candidato presidenziale per il 2028.

Di quali reati è accusato Ekrem Imamoglu?

Il tribunale ha ordinato la custodia cautelare di Imamoglu con un ampio ventaglio di imputazioni: associazione a delinquere con ruolo di leader, corruzione passiva, malversazione di fondi pubblici, trattamento illecito di dati personali e turbativa d’asta. Le indagini riguarderebbero presunte irregolarità nell’assegnazione di contratti municipali e l’assunzione di personale con legami con gruppi di opposizione. La procura ha presentato anche accuse separate per presunti legami con gruppi terroristici, in particolare con il Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan), ma queste non sono state confermate dal tribunale, pur restando oggetto d’indagine. Se Imamoglu fosse condannato per terrorismo, potrebbe essere dichiarato ineleggibile per cariche pubbliche. Il sindaco è stato interrogato per oltre sei ore prima della decisione di incarcerazione, durante le quali ha respinto con forza tutte le accuse. Il ministero degli Interni ha immediatamente sospeso Imamoglu dalle sue funzioni di sindaco, sostituendolo con un funzionario governativo, una pratica che dal 2016 ha colpito numerosi amministratori dell’opposizione, soprattutto nelle aree a maggioranza curda: attualmente sei dei 27 sindaci del Chp si trovano in stato di arresto. Imamoglu è stato trasferito nel carcere di Silivri, la grande prigione di massima sicurezza nella periferia di Istanbul, dove sono detenuti molti oppositori politici e giornalisti critici verso il governo.

Come sta reagendo il governo Erdogan?

Erdogan ha accusato l’opposizione di creare caos invece di rispondere alle accuse di corruzione. Il governo nega fermamente che le indagini siano politicamente motivate e sostiene che i tribunali turchi siano indipendenti, nonostante le crescenti preoccupazioni internazionali sullo stato della giustizia nel paese. Erdoğan, 71 anni, governa la Turchia da 22 anni, inizialmente come primo ministro e poi come presidente, rafforzando progressivamente i suoi poteri soprattutto dopo il controverso referendum costituzionale del 2017. Sebbene le elezioni presidenziali siano previste ufficialmente per il 2028, se Erdogan volesse candidarsi nuovamente, il parlamento dovrebbe approvare elezioni anticipate, poiché entro quella data il presidente avrà raggiunto il limite dei suoi mandati.

Fonte : Wired