Dopo tre anni di lavoro, ricerca e introspezione, Sinisi pubblica Cosa Manca, un EP che esplora le sfumature più intime dell’amore. Nelle sei tracce, l’artista mette a nudo le sue emozioni, riflettendo il proprio mondo musicale e le influenze dei suoi ascolti. L’album si muove tra ballad indie intense e sonorità nostalgiche degli anni Ottanta, creando un paesaggio sonoro ricco di emozioni e immagini evocative. I temi trattati, l’amore, la nostalgia, la confusione, il tormento, la separazione, sono universali, ma raccontati in modo molto personale e autentico. Il tema centrale è la ricerca di ciò che manca per essere completi, e la risposta sembra risiedere nel riconoscimento che, a volte, il vero amore non è quello che si vive, ma quello che si è perduto, o che persiste come ricordo.
Giuseppe partiamo dalla storia di Cosa Manca: quando lo hai pensato, come lo hai costruito e visto che il tuo primo inedito Mai Più del 2010 perché una attesa così lunga?
E’ un Ep cui ho lavorato negli ultimi anni ma ci pensavo fin da piccolo di realizzare un concept album e infatti tutte le canzoni sono collegate. Dopo la pandemia ci ho lavorato e non p stata casuale la scelta del titolo che è un omaggio a Mina, al suo brano del 1986 che ho conosciuto tramite i miei genitori e mi ha accompagnato nell’adolescenza: ritornava spesso e ho capito che poteva essere il manifesto del progetto dunque la ho riarrangiata secondo i miei gusti. Certo sono passati tanti anni ma c’è stato, nel 2017, un altro singolo, Il Tempo è una Bugia e se mi dilungo è perché faccio un altro lavoro, mi occupo di seguire casting e mai ho avuto l’opportunità di dedicarmi alla musica a tempo pieno.
La ricerca di completezza e felicità è una sfida millenaria, già Epicuro scrisse una lettera alla felicità: cosa ti affascina di questo viaggio che non troverà mai una risposta definitiva?
Il bello è questo, è la sola ricerca di cui non conosci il finale. Stimola a interrogarsi, a essere introspettivi ma non so dirti se è un bene o un male, però permette di andare avanti anche se la felicità è un breve attimo, credo che non sia giusto che sia perpetua.
“Tu sei il male migliore che avrei” è una resa oppure e la consapevolezza che il bene ha sempre un po’ di male ad alimentarlo?
Per me è consapevolezza. Quando capisci che quel sentimento diventa nocivo è perché c’è la consapevolezza. Ma il dolore è il lato B della felicità: per vivere emozioni intense a volte si soffre anche se si spera di no.
Quale è la differenza, o il confine, tra nostalgia e melanconia?
E’ una linea molto sottile, di solito le persone le associano alla tristezza ma io non concordo, sono comunque modi intensi di vivere le emozioni. Qui ci si rifà al concetto di saudade che permette una profondità nei sentimenti.
Dopo il rancore si torna spesso a ridere?
Non è un sentimento buono però fa parte di un processo di elaborazione quindi quando il tutto si elabora si può tornare a ridere e vivere le cose in maniera leggera e distaccata.
Il futuro visto da un decimo piano è più vicino oppure è comunque insondabile e in più sei a rischio vertigini se abbassi lo sguardo?
E’ una situazione che ho vissuto, ero in una stanza d’hotel al decimo piano e ho fotografato un momento felice della mia vita. Era felice ma lontano, il panorama era stupendo ma avevo paura di perdere la magia.
“Quante albe in un tramonto”: riuscire a unire alba e tramonto darebbe una risposta alla tua ricerca di felicità?
Penso di sì. E’ un po’ come il chiaroscuro, per cogliere le sfumature dei sentimenti è necessario vedere luci e ombre. I momenti tormentati fanno gustare di più gli attimi in cui stai bene.
La persona cui in Cosa Manca cola il trucco dagli occhi è la stessa di tutte le canzoni?
Non è una persona ben precisa, il trucco che si scioglie è la maschera che viene meno. Ci capita di pensare di conoscere qualcuno poi scopriamo che non è così. Il trucco che si scioglie è togliere le sovrastrutture e vedere la realtà.
Un messaggio che secondo me arriva forte è che nei tuoi testi l’assenza è compagnia e non solitudine: è così?
Assolutamente. Ero melanconico già da bambino e cercavo momenti per stare con me, per pensare e scrivere. Oggi facendo un lavoro che mette in contatto con tanta gente ho bisogno di staccare la spina e le assenze diventano la mia confort zone.
Hai una formula per evitare che un pensiero impercettibile scombussoli le regole?
Non ancora, la vorrei, sarebbe importante, cambierebbe la mia vita e quella delle persone che ne fanno parte. Ma le cose prima o poi arrivano e quelle inaspettate sono ancora più belle.
Che accadrà nelle prossime settimane?
Sto cercando di organizzare dei live, sono anni che non mi esibisco. Lo vivo con una certa ansia, significa mettersi a nudo. Comunque desidero fare vivere al meglio il progetto Cosa Manca.
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Fonte : Sky Tg24