Perché l’inclusione finanziaria in Italia è ancora un grosso problema

Nel dettaglio: il 37% delle donne italiane non ha un conto in banca, mentre dei 474 miliardi di euro erogati dalle banche alle persone fisiche nel 2023, solo 95 sono andati a donne. E questo nonostante le statistiche dimostrino che le donne sono mutuatarie a minor rischio. Per quanto riguarda i migranti, l’indice di bancarizzazione, dopo una crescita impressionante dal 61% del 2010 al 90% del 2020, ha subito una contrazione all’83% nel 2022, evidenziando come le crisi tendano a colpire per primi i soggetti più deboli.

Il peso del microcredito

Un segnale positivo arriva però dal microcredito, che si conferma strumento indispensabile di inclusione finanziaria, anche se ancora non pienamente sviluppata. Tuttavia, nel 2023, grazie all’impegno di 127 soggetti promotori, sono stati concessi microprestiti a 17.785 beneficiari, per un ammontare complessivo di oltre 298 milioni di euro. Rispetto al 2022, si registra una crescita del 13,4% nel numero di prestiti e un incremento del 39,2% nell’ammontare erogato, con un tasso di accoglimento medio delle domande del 66%.

Nel 2023 è stata particolarmente significativa la crescita dei microcrediti erogati alle donne (41% tra beneficiari di microcredito produttivo; 44% dei beneficiari di quello per studenti) e ai cittadini stranieri (62% dei beneficiari di micro-credito sociale). Una novità assoluta che riflette l’evoluzione del prodotto finanziario e dei soggetti coinvolti. Con l’entrata in vigore della nuova normativa a gennaio 2024, che porta cambiamenti importanti per il microcredito produttivo, è secondo il rapporto plausibile attendersi un’ulteriore dinamica di crescita nelle prossime rilevazioni. Va anche notato, però, che su 474 miliardi di euro di finanziamenti nel 2023, solo 95 miliardi sono andati alle donne.

Anna Fasano, presidente Banca Etica

Banca Etica

Il microcredito – dice Anna Fasano – va potenziato ma non può essere l’unica via. E mentre il risiko bancario delle aggregazioni rischia di essere un fattore di desertificazione degli sportelli, confidiamo prevalga il criterio della proporzionalità nei requisiti normativi richiesti agli operatori di microcredito, permettendo quindi a più soggetti – non solo quelli di grandi dimensioni – di lavorare per l’inclusione finanziaria con persone altrimenti non bancabili“. La mancanza di contatto umano affida le decisioni agli algoritmi, rendendole di fatto inappellabili.

Le sfide rimangono infatti numerose e richiedono un’agenda di proposte concrete: dal rafforzamento delle garanzie pubbliche al potenziamento dei servizi non finanziari, fino al riequilibrio territoriale degli investimenti. Oggi, per ogni euro raccolto nel Mezzogiorno, le banche reinvestono solo 70 centesimi: un circolo vizioso che perpetua le disuguaglianze anziché sanarle. In un paese frammentato, dove le fasce più fragili non trovano risposte adeguate dal sistema bancario, è essenziale lavorare su strumenti diversificati che tornino ad essere acceleratori di autodeterminazione economica, soprattutto per chi rischia di restare definitivamente ai margini di un’economia sempre più veloce e immateriale.

Fonte : Wired