Sessanta minuti per riflettere sulla bellezza fragile del Pianeta ma anche per compiere un’azione concreta che abbatta i confini e ricordare che la crisi climatica va affrontata insieme
Passeggiando per la città, intorno alle 20:30, potreste notare qualcosa di strano. Alcuni dei principali monumenti e palazzi d’Italia spegneranno le luci per un’ora, si tratta dell’Earth Hour. “Siamo alla diciannovesima edizione. In questa iniziativa, fissata per quest’anno al 22 marzo, il mondo si unisce in una ola globale che attraversa tutti i fusi orari per spegnere le luci per un’ora, dalle 20:30 alle 21:30” racconta Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf, l’Ong di protezione ambientale che nel 2007 ha ideato il progetto.
“È un momento per accendere la consapevolezza e ricordarci della nostra dipendenza dalle risorse naturali” continua Alessi. Nella challenge sono coinvolte aziende, motore fondamentale del cambiamento, istituzioni ma anche cittadini e cittadine invitati a regalare un’ora del proprio tempo al Pianeta. “Possiamo fare qualunque azione che determini un risultato positivo. Anche un’ora può essere determinante per alleggerire il nostro peso sulla natura. Possiamo preparare un pasto vegetariano, che ha sicuramente un impatto ambientale più basso di uno onnivoro. Possiamo dedicare un’ora a pulire la casa usando meno sostanze chimiche, che peggiorano la qualità dell’aria e hanno un impatto su tutti gli esseri viventi. Possiamo riciclare l’acqua, magari usando quella con cui abbiamo lavato le verdure per innaffiare. Sono piccole cose ma se le sommiamo possono avere impatti positivi e diventare un punto di partenza per imparare ad agire in modo più sostenibile durante tutto l’anno”.
Non esistono problemi locali
Nel 2024, oltre 410.000 ore sono state “donate” al nostro Pianeta da sostenitori in ben 190 Paesi, rappresentativi del 90% del territorio mondiale. “In un contesto geopolitico frazionato, in cui gli spazi di aggregazione vengono negati, il negazionismo dilaga, è fondamentale essere uniti in azioni globali perché la gran parte dei problemi richiedono l’attivazione di tutti i portatori di interesse, da noi, alle grandi aziende, alle istituzioni.
Solo così possiamo vincere le grandi sfide che abbiamo davanti come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, l’inquinamento, temi transfrontalieri. Non esistono problemi locali. Guardiamo le microplastiche: le rilasciamo nelle nostre zone ma sono arrivate a contaminare anche i posti più remoti del pianeta, dai fondali oceanici alle vette più alte, fino ai posti in cui l’uomo neanche c’è” ricorda la responsabile sostenibilità di WWF.
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Le azioni individuali contano?
Un singolo atomo immerso in una collettività ha la capacità di far scaturire un movimento, in grado, a sua volta, di creare aggregazioni di atomi, i quali possono confluire in flussi di protesta. Il modello “chimico” della sociologa Maria Bakardjieva ricorda così l’importanza delle azioni del singolo. Sono queste che possono ispirare cambiamenti nella comunità e influenzare le norme sociali. Ciò avviene tanto più rapidamente quanto più grande è la capacità di unirsi.
L’Ora della Terra è per questo un momento di riflessione: siamo in grado di trovare un punto di contatto in quei sessanta minuti di buio? Cosa ci motiva ad agire insieme? A pesare di più sulle sorti del Pianeta non sono di certo le azioni individuali, ma le emissioni del settore industriale e le scelte di chi governa. Significa che il nostro contributo non conta? No, per diversi motivi. Ci sono esempi di azioni che, sommate, possono avere impatti significativi. Per fare un esempio, alcuni studi dimostrano che se le persone nei Paesi ad alto consumo di carne bovina riducessero di 1,5 hamburger a settimana il loro consumo, si potrebbero prevenire la deforestazione e ridurre le emissioni di gas serra.
Iniziare a prendersi cura della Terra può, inoltre, ispirare le persone intorno a noi. Non si tratta di azzerare la nostra impronta di carbonio ma di accendere una scintilla per creare una cultura mondiale della responsabilità e della consapevolezza sull’impatto delle nostre azioni. Non bisogna dimenticare che le aziende, le industrie, i partiti politici e le lobby sono fatte di individui. Se un giorno dovessimo raggiungere una coscienza ambientale matura arriverà il cambiamento, attraverso la pretesa spazio per le questioni ambientali nel dibattito politico, attraverso l’esercizio del diritto di voto, attraverso singole, significative scelte. Possiamo iniziare da oggi, spegnendo la luce nell’Ora della Terra.
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Fonte : Sky Tg24